Un itinerario torinese. Torino, conserva una fitta varietà edilizia dalla villa alla casetta, dal palazzo con appartamenti in affitto alledificio produttivo sotto il segno del Liberty, in tutte le sue forme, in particolare modo nellarea che gravita attorno a corso Francia e via Cibrario.
Si procederà seguendo un percorso che parte dal villaggio Leumann, per poi arrivare in Piazza Statuto e nelle sue viuzze adiacenti. |
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Il villaggio Leumann fu costruito da Pietro Fenoglio, sotto commissione di un industriale svizzero di nome Napoleone Leumann. Molti parlavano di questo industriale come di "un imprenditore illuminato", che aveva capito come gli operai potessero conciliare meglio il lavoro con la propria vita, avendo la casa molto vicina dal luogo di lavoro. Il villaggio Leumann fu realizzato nei primi anni del novecento, più precisamente dal 1902 al 1911, su corso Francia a Collegno. Continuando la passeggiata e percorrendo sempre corso Francia si giunge in piazza Bernini. Da questo punto si incominciano a vedere le prime palazzine Liberty. |
Lo chalet di ingresso al villaggio. |
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Ecco un altro capolavoro di Fenoglio: Casa Macciotta(1904). Imponente con i suoi cinque piani, austera con la distribuzione monotona delle finestre, eredita la tradizione barocca piemontese. |
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Nelle immediate vicinanze di casa Macciotta non si può non notare la bellezza dell'edificio posto al numero 34 di corso Francia, caratterizzato da magnifiche decorazioni e da particolari arcate sulle finestre.
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Corso Francia 34. |
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Di fronte a casa Macciotta, si nota subito il mastodontico edificio costruito da Gottardo Gussoni: "Palazzo della Vittoria" al numero 23 di C.so Francia, eretto nel 1918 per il costruttore biellese Carrera. A prescindere dallalzato di impatto angolare così imperioso da sembrare ossessivo, ancora più inquietante è linterno, dove la decorazione tra Liberty ed eclettismo unisce draghi di cemento, lucertoloni e infernali inviluppi di piante. |
Palazzo della Vittoria. |
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Procedendo oltre, si arriva a una delle costruzioni Liberty più belle dellintera città, posta allincrocio tra corso Francia e Via Principi dAcaja. Qui si trova casa Fenoglio - La Fleur. La casa del progettista ha le pareti laterali scandite di fregi convergenti sul corpo centrale con un grande bovindo dai vetri colorati. E che dire della torre con la finta balaustra di ferri battuti in ripresa al tema floreale della fascia dipinta sulla cimasa? Davanti al capolavoro che Fenoglio progettò prima del 1902, in netto anticipo con l esposizione di maggio, non si può fare altro che rimanere senza parole.
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Subito dopo Piazza Statuto, ci si può inoltrare in una piccola strada, via Passalacqua al cui fondo si trova la Palazzina Rossi Galateri. Fantastiche sono le decorazioni su tutta la facciata, per non parlare dellinterno, un androne chiuso da smaglianti vetri colorati, adornato con stucchi, tanto da sembrare un elegante salotto. |
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Lasciando alle spalle piazza Statuto, ci si
incammina verso via Cibrario e percorrendo la stessa, si arriva in largo
Cibrario.
Qui si può notare questo stupendo edificio al numero 39. Nonostante il tempo abbia logorato le decorazioni, è ancora possibile ammirare la bellezza dei decori, che in questo caso si rifanno allo stile floreale, a differenza di casa Macciotta e Palazzo della Vittoria. Dopo aver ammirato le costruzioni in via Cibrario, si cambia zona, andando verso via Piffetti. Questa via pur essendo piccola, offre molti edifici da ammirare e osservare con attenzione. |
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Si incomincia con Casa Tasca, al numero 4bis, realizzata dallarchitetto Benazzo nel 1902, che fa uso di un vocabolario floreale ben evidente sui balconi e sullenorme bovindo. |
Casa Tasca. |
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Continuando la passeggiata lungo via Piffetti, notiamo altre costruzioni: tutte sono state realizzate, attorno al 1908, da Giovanni Gribodo, che urbanizzò la zona con riferimento ai ricordi dellEsposizione di Arte Decorativa Moderna. Basti pensare ai balconi, con la decorazione pittorica incorniciata da superbi elementi fitomorfi in altorilievo al numero 10, oppure al numero 12, in ferro battuto e litocemento. |
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Proseguendo ancora per via Piffetti, possiamo notare, al numero 5, la Palazzina Masino , dove è evidente il richiamo alle figure femminili del salone dellEsposizione. |
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Ultima tappa è la vicina via Beaumont. Anche se non si possiede un buon senso dell'orientamento o se non si è molto pratici della zona, non riconoscere via Beaumont è veramente impossibile, per la presenza della meravigliosa villa che la caratterizza. Notevoli sono i suoi ornamenti, costituiti da affreschi che rappresentano un interccio di fiori, su fondo azzurro. |