IL PONTE: una scorciatoia tra la prima e la seconda cinta feudale

 

 

<<Nella seconda metà del millecinquecento si ha notizia dell’apertura di nuovi cantieri nei pressi della porta secondaria della cinta feudale, la cosiddetta Porticella. Qui nasce il nuovo quartiere dominato dal II Palazzo Martini (Don Roberto) e completato dalla Chiesa dello Spirito Santo dalla quale prende il nome il quartiere stesso.>> ( E. Bruno –Scalpellini di Calabria-). Nasce man mano la seconda cinta feudale con i quartieri dello Spirito Santo, Rupe dell’Annunziata e Porticella.

Per avere un’idea dei confini della prima cinta feudale basta leggere quanto ha scritto nella sua storia di Fuscaldo il dott. G. B. Giglio (pagina 52) << E’ facile che un muro passante per la “Piazza”avesse chiuso il paese tra la porta di Juso ed il principio di quella strada che si prolunga per congiungersi ai paesi albanesi.

A conferma di quanto asserisce G. B. Giglio, nel libro “Scalpellini di Calabria” si legge:

<< è questo il momento (IIa metà del 1500) che vengono costruiti sontuosi palazzi all’interno e perfino sulle mura della prima cinta feudale, come i palazzi Plastina e Mazzei.>>

Ecco , qui sotto, due fotografie che rendono l’idea dei confini orientali della prima cinta feudale. E’ evidente a sinistra del palazzo la forma a torrione con le finestre che, una volta, dovevano essere delle feritoie. La scalinata a destra -Salita Santa Brigida - immetteva e tuttora immette nella Rocca

 

 

Palazzi e vicoli del quartiere Spirito Santo

 

IL  QUARTIERE  PORTICELLA

 

 Con il quartiere Porticella si fermò ad Est l’allargamento del Paese, che riprese ad Ovest,  nel milleseicento, con la costruzione di Via Roma intorno a cui sorse il quartiere detto della Croce, con la Porta Marina <<Quest’ultima è concepita come un antico arco di trionfo romano ad un solo fornice, con le insegne dell’Università e della famiglia Spinelli e con l’epigrafe dedicatoria del principe (1686) sopra l’arco medesimo.>> (Edoardo Bruno – Scalpellini di Calabria) 

 

 

Alla destra di via Croce, scendendo, e precisamente <<alle spalle della Chiesa di San Giovanni sorse la cosiddetta Piana degli Artisti, che comprende abitazioni con interessanti portali tra cui la casa dei Santoro, vera e propria dinasta di artisti fuscaldesi.>> (E. Bruno, Scalpellini di Calabria)

 

 

All’incirca verso la fine del 1600, Fuscaldo ha la forma di una mano che fa le corna. Al centro del pugno chiuso, l’antico paese, ad Est i quartieri Spirito Santo, la Rupe dell’Annunziata e la Porticella, mentre ad Ovest via Roma con il quartiere Croce e la Piana degli Artisti. Nel vuoto tra le due propaggini c’erano  strisce di terra (le linze) e <<un avallamento (Li Fossi) del terreno che nel passato fungeva da muro difensivo contro le invasioni barbariche. Nei primi anni del 1700, con arditi terrazzamenti, quell’enorme vuoto viene riempito ed urbanizzato. Il nuovo agglomerato sorto nella zone Linze-Fossi si collega organicamente con i quartieri  Croce e Porticella. Si viene a creare così quell’articolazione omogenea di  unità abitative, di spazi pubblici e privati (Fontana dei Quattro Canali ), di punti di aggregazione religiosa (La Chiesa Suffragio), che da al nuovo quartiere un’organicità urbanistica autonoma, e nello stesso tempo, perfettamente congiunta con gli altri quartieri.>> (Eduardo Bruno). A Sud si arriva alla Croce attraverso via Cavour fino a via Cisterna.

 

 

A Nord si arriva alla Croce dalla Porticella attraverso via Ten. Corrado Battista, a salire; oppure si scende per l’abbeveratoio e via Domenico Sansoni trovando sulla sinistra via Cafarone e via Cisterna.

 

 

Nella prima metà del millesettecento vengono superati i limiti della seconda cinta muraria e si incomincia a costruire oltre la Porta della Croce verso il “Passo” ove si sviluppa un nuovo quartiere, che oggi è diventato molto popoloso. Le nuove case, veri condomini, sono state costruite a ridosso del vecchio quartiere, cosi come sono state costruite strutture pubbliche come il campo sportivo e l’Auditorium.

Dal nuovo abitativo a ridosso dell’Arco << emerge la mole imponente del secondo Palazzo Mazzei (Don Domenico) caratterizzato da logge traforate in pietra che sostengono  suggestive verande>> (E. Bruno)