Il riconoscimento ufficiale dell'esistenza delle Associazioni e della
Federazione congiuntamente al loro diritto di partecipare paritariamente ed in
tutte le sedi, sia nazionali che aziendali, a tutte le decisioni che attengano
la loro condizione di pensionati ed anziani: previdenza, sanità, fisco,
assistenza sociale, con potere, quindi, non soltanto consultivo.
Questo facendo anche riferimento al Metodo Aperto
di Coordinamento auspicato dal Consiglio di Europa con invito a far
partecipare le organizzazioni dei pensionati e degli anziani ai processi
decisori.
Ottenere una revisione della previdenza con il
ripristino di alcune garanzie che consentano il mantenimento del potere
di acquisto delle pensioni ed in pari modo il mantenimento della qualità
di vita raggiunta nel periodo lavorativo. Questo ricordando il
contributo che viene all’economia nazionale da parte degli anziani.
Adeguamento delle pensioni agli stipendi del
personale attivo evitando il formarsi delle cosiddette pensioni di
annata.
Completa liberalizzazione e quindi abolizione
del cumulo tra pensione ed attività lavorativa post pensionamento.
Abolizione della limitazione della pensione di
reversibilità ed invalidità con riferimento agli eventuali redditi del
beneficiario.
Alcune di queste richieste sono contenute anche
nella Legge di Iniziativa Popolare presentata dall’ANLA nella passata
legislatura e da noi fiancheggiata, inoltre figurano anche in progetti di legge
presentati in Parlamento – On.le Publio Fiori ed On.le Stefania Prestigiacomo
ad es. -,e nell’attuale Finanziaria 2003 – cumulo pensione e attività
lavorativa -.
Si può
rilevare infine che le nostre richieste discendono direttamente da molti
documenti a carattere internazionale che si sono occupati delle condizioni di
vita degli anziani a partire dal “Piano di azione internazionale
sull’invecchiamento” di cui alla risoluzione dell’ONU 37/51 del 1992 che è
stato formulato in seguito all’Assemblea Mondiale sull’invecchiamento del 1982
a Vienna e ribadito nell’Assemblea di Madrid di quest’anno, per giungere ai
“Principi delle Nazioni Unite in favore degli anziani” adottati il 16 dicembre
1991 con la risoluzione 46/91 che si articolano in cinque enunciazioni:
Indipendenza, Partecipazione, Cure, Autorealizzazione, Dignità di cui in particolare:
Partecipazione: Riguarda l’integrazione nella società, la partecipazione
diretta ed attiva alla formulazione ed all’applicazione delle politiche che
riguardano direttamente il benessere dell’anziano e la possibilità di
condividere le proprie conoscenze ed esperienze con i giovani e la possibilità
di costituire Associazioni o movimenti.
Altri riferimenti si hanno all’articolo 11 della “Convenzione per la salvaguardia dei
diritti dell’uomo” (Legge 4 agosto 1955 n. 848) che recita: Ogni persona ha diritto alla libertà di riunione ed alla libertà di associazione ivi compreso il diritto di fondare con
altri sindacati per la difesa dei propri interessi. Infine riferimenti si hanno anche nella recente “Carta dei Diritti
Fondamentali del Cittadino Europeo” e da ultimo anche nel “Progetto di
Convenzione Europea” presentato il 28 ottobre u.s. nella sessione
plenaria, all’articolo 34 dove viene stabilito il principio della
partecipazione democratica – Le Istituzioni debbono assicurare un alto
livello di apertura, permettendo alle organizzazioni dei cittadini di
qualsiasi tipo di prendere piena parte alle decisioni dell’Unione.