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3) Designare gli anni
Non è stata la conseguenza dell'adozione di una convenzione, e non ha mai rappresentato un problema. La vera sfida è stata misurare il tempo.
Gli anni, dunque, sono il frutto della discretizzazione del tempo (grandezza continua), e danno corpo ad una grandezza discreta.

Naturalmente, anche per poter discretizzare il tempo, bisogna passare attraverso la sua suddivisione e l'etichettura degli anni, e dei suoi sottointervalli (mesi, giorni, ore, minuti e così via), e solo dopo si contano gli anni e i suoi sottointervalli.

Essendo gli anni una grandezza discreta, si potrebbe pensare di etichettarli di nuovo, e partendo questa volta da 1 e non da 0.

Fare però ciò significa astrarsi dal processo di discretizzazione, per cui quegli anni rietichettati, diventano dei semplici intervalli che, col tempo, non hanno più niente a che vedere.

Ha invece senso utilizzare, in alternativa agli anni, come unità di discretizzazione, i secoli o i millenni.

In tal modo l'anno diventa a sua volta un sottointervallo dei secoli e dei millenni, con questi ultimi, naturalmente, che vanno, anche loro, etichettati.

La designazione dei millenni, secoli, anni, mesi, giorni e ore, nel corso della storia dei popoli antichi, penso dunque che non è mai stato un problema. E sicuramente non è avvenuta a seguito dell'adozione di una convenzione, ma, semplicemente, è stata la conseguenza di un ragionamento logico, legato a concetti e a processi mentali, istintivi e primitivi.

La vera sfida è stata, viceversa, quella di misurare il tempo, e nello specifico, quella di stabilire il campione di misura da usare, ovvero stabilire il significato da dare alla frase: da zero ad uno.

L'1 del conteggio del tempo, è diventato, già millenni fa, per necessità legate ad attività stagionali, l'anno tropico.

Solo però a partire dall'A.D. 1582 (vedi paragrafo S.12 del sito 2001: ultimus annus confusionis), complice un pò di fortuna, ci si è dotati di un buon campione del tempo. Campione che è alla base del nostro attuale calendario, e che appunto prende il nome di anno calendaristico.

Il frazionamento dell'anno in mesi, settimane e giorni, invece, è legato, rispettivamente, alle fasi lunari, alle attività cicliche lunghe, e alle attività quotidiane (cicliche corte).

Si noti che, sebbene il frazionamento dell'anno in settimane, sia alternativo a quello dell'anno in mesi, i loro sottointervalli, ovvero, rispettivamente, i giorni della settimana ed i giorni del mese, coincidono perfettamente.

Misurare, si è detto, che è anche mettersi d'accordo su dove fissare l'origine per far partire la cronologia, ovvero gli anni. E questo è avvenuto più di una volta nel corso del millenni, ma, comunque, sempre ripartendo, col conteggio del tempo, dall'istante zero e dall'intervallo zero, ovvero dal concetto, istintivo e primitivo, del nulla.



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