Ecco l'intervista rilasciata da Marilyn Manson alla rivista L'Espresso.

 


Diavolo di un Manson 
L'arte è bella quando è grottesca. Rompere i tabù è salutare. E la violenza... le provocatorie confessioni di una rockstar satanica colloquio con Marilyn Manson 
di
Alberto Dentice 

L'ultima luce del crepuscolo illumina la stanza dell'albergo di un lugubre pallore. I due guardiaspalle di colore, taglia extra large, che fino a poco fa se ne stavano stravaccati davanti alla tv a guardare 'Spy Kids', se ne sono andati, lasciandoci solo con Marilyn Manson. Confessiamo di essere un po' tesi. L'aura sinistra che circonda l'Anticristo del rock, autorizza le peggiori fantasie.
Artista di genio o furbo provocatore? Messaggero di Satana o entertainer capace di riflettere, come i grandi autori horror, le nostre paure più profonde e inconfessate? L'androgino, che al secolo si chiama Brian Warner e che ha scelto per nome un ossimoro, sommando quello del più famigerato assassino d'America, Charles Manson, e la star hollywoodiana più amata, Marilyn Monroe, non rinuncia al look da oltretomba nemmeno per le interviste. Sul viso tinto di biacca, come la maschera di 'Scream', risaltano le labbra color carmigno e gli occhi cerchiati da un pesante ombretto nero. Anche la lente bianca sull'occhio sinistro è al suo posto come da copione. In questa intervista esclusiva, parla con 'L'espresso' dello spettacolo 'The Golden Age of Grotesque', con il quale arriverà a Milano il 10 dicembre.

Il suo show è ispirato all'espressionismo anni Venti. Balletti sado-maso che richiamano i quadri di George Grosz e costumi stile nazista di Jean-Paul Gaultier. Perché?
"Ci sono molte ragioni per le quali ho scelto di costruire un parallelo tra l'oggi e gli anni che precedettero la Seconda guerra mondiale e l'avvento del nazismo. Ad esempio, il trattamento che mi è stato riservato negli Stati Uniti, dal presidente George W. Bush e dai suoi principali sostenitori, i fondamentalisti cristiani, non è molto diverso da quello subito dai protagonisti della cosiddetta 'arte degenerata'".

Non le sembra di esagerare?
"No. Bush in persona e il suo entourage mi hanno additato come il responsabile morale del massacro dei ragazzini alla scuola di Columbine. Dal punto di vista politico stiamo vivendo davvero una 'nuova età d'oro del grottesco', come recita il titolo del mio spettacolo. Ciò detto, se è vero che l'America è sinonimo di democrazia, essere Marilyn Manson è il miglior supporto che sento di poter dare al mio paese, indipendentemente dal partito al governo".

Parliamo del suo show. È davvero satanico?
"Ammetto di aver creato con i miei spettacoli e i miei dischi un mondo di fantasia estremo e bizzarro, ma a me calza a pennello. Negli anni Venti e Trenta del Novecento il pubblico frequentava il cabaret e il vaudeville per evadere dalle proprie angosce, per dimenticare la follia di un mondo che si stava avviando verso la catastrofe. Gli spettatori di 'Golden Age of Grotesque' ritrovano lo stesso clima: uno spettacolo musicale che guarda alla politica, al sesso, alla religione, all'incubo di una nuova guerra mondiale con estrema ironia e sarcasmo. Non c'è niente di satanico in questo". 

"Tutto è già stato detto, non c'è nient'altro da aggiungere", sono parole di 'This is the New Shit', la canzone che apre il suo nuovo album. L'impressione è che, dopo aver esplorato per dieci anni gli estremi del sex & drug e dell'androginia, tutto ciò abbia perso ogni forza trasgressiva.
"La canzone che ha citato è anche la prima che ho scritto del nuovo album. Sono trascorsi dieci anni dal mio esordio come Marilyn Manson e sento di aver esaurito un ciclo. Potremmo anche vederla in un altro modo e pensare, ad esempio, che come artista abbia appena compiuto dieci anni e che fin'ora abbia ragionato come un bambino. L'età dei limiti e della responsabilità comincia quando si diventa adulti. Quindi adesso ho fatto un album diverso dai precedenti: non l'ho registrato allo stesso modo, non ho cantato allo stesso modo. Ho cambiato lo staff e parte dei musicisti che mi circondano. Ho rivoltato la mia vita sottosopra e la creatività è tornata".

Esplorare i limiti della censura e stare a vedere cosa succede, è questa la sua filosofia?
"Il mio scopo non è mai stato di scioccare il pubblico. Penso che un'artista debba per forza essere provocatorio dato che lo scopo dell'arte è proprio quello di far riflettere, di porre domande che necessitano una risposta. Fin dall'inizio ho cercato di smontare i giudizi fondati sulle idee preconcette, di stimolare la gente a interrogarsi su ciò in cui crede, sui suoi desideri e le sue paure".

Dopo l'uscita di 'Mechanical Animals' dichiarò che la missione di Marilyn Manson era quella di conquistare l'innocenza esplorando gli abissi della perversione. Non ci avevano già pensato De Sade e Baudelaire? 
"Quell'album in realtà esplorava il concetto di celebrità. Il punto di partenza era che Gesu Cristo è stato la prima popstar e che tutta l'idea della fama e della celebrità ha origine dal cristianesimo".

Non è stato John Lennon la prima rockstar a dire: "Sono più famoso di Gesù Cristo"?
"Proprio così. Io invece ho detto: 'Sono più famoso di Satana', perché tra rock'n roll e religione c'è sempre stato un legame profondo. Non ho niente contro il cristianesimo. La gente ha bisogno di qualcosa in cui credere e la mia religione è l'arte. Sono solo contrario alla strumentalizzazione che se ne fa. Molta gente questo non lo capisce, crede sia un adoratore di Satana, ma sono sciocchezze. In realtà la mie idee sulla religione sono complesse e coinvolgono più livelli di lettura di quanto la gente si aspetti".

T.S. Eliot sosteneva che il satanismo è il tentativo di entrare nel cristianesimo dalla porta di servizio. Cosa rappresenta per lei?
"Come hanno spiegato Aleister Crowley, un occultista dell'800, e Friedrich Nietzsche, il satanismo significa comprendere la natura umana senza pregiudizi e imparare a usarla a nostro vantaggio piuttosto che soffrire per le nostre imperfezioni. La Bibbia insegna che ciò che ci rende umani sono le nostre debolezze: la lussuria, la rabbia, l'invidia. Sentimenti che ci fanno automaticamente sentire dei peccatori e che richiedono il nostro pentimento. Così la religione controlla le nostre coscienze. Del resto l'uomo ha bisogno di essere controllato dato che i nostri istinti non sono diversi da quelli delle bestie. Io penso invece che sia meglio comprendere le emozioni e imparare ad accettarle per quello che sono, anziché negarle e soffrirne".

Il peccato originale non è la mancanza d'amore?
"La cosa più importante è imparare ad accettare gli altri e ad accettarsi. Altrimenti la gente comincia a detestare se stessa e il mondo. Per questo in giro c'è tanta violenza, tanta frustrazione e problemi psicologici. Da bambino non riuscivo ad addormentarmi per paura che di notte il diavolo mi portasse con se perché ero stato cattivo. Poi ho capito che il diavolo non poteva essere peggiore di me. E sulla religione ho cambiato opinione".

Quando sentiamo il termine satanismo pensiamo a film come 'Rosemary's baby', alle messe nere, ai rituali sanguinosi di cui sono piene le cronache. Anche per questo i cattolici la temono.
"A maggio dovevo venire a Monza a suonare. Ma preti e monache devono aver fatti tanti di quegli scongiuri che, ironia della sorte, mi è andata via la voce. Devono aver pensato che Dio abbia dato ascolto alle loro preghiere. Ma è stata una coincidenza". 

Si disse che il concerto fosse stato cancellato per le proteste dei cattolici.
"No. È la voce che mi è mancata. E ora sto per tornare".

Perché la diverte mostrare il sedere in concerto? Che se lo strofini con la Bibbia o con la bandiera americana si può dire che i suoi fans abbiano più familiarità con il suo didietro che con la sua faccia. 
"Sono la censura e i tabù che creano i nostri feticci. Secondo la morale corrente, cristiana e sessuofoba, c'è un legame tra 'anale' e 'male'. In alcuni Stati del mio paese, la sodomia, anche se compiuta nell'intimità di una camera da letto, tra moglie e marito, viene punita con l'arresto. In pratica, mostrare il sedere non è altro che uno specchio sarcastico della fissazione anale degli Stati Uniti".

Tutte le rock band all'inizio imitano qualcun'altro. Quali sono stati i suoi modelli?
"Sono stato folgorato da un concerto di Iggy Pop con i Jane's Addiction. Avevano lo stesso appeal teatrale dei Kiss e di Alice Cooper. Ma erano decisamente più veri e intensi. Anche David Bowie all'inizio è stato una fonte importante di ispirazione".

Lei pensa che passerà alla storia per la sua musica o per le sue provocazioni?
"Ho capito che non devo limitare la mia espressione solo alla musica. Ci sono i video, gli spettacoli, la fotografia e in più adoro dipingere. Sono solo all'inizio di un nuovo percorso creativo. Ho appena finito un nuovo videoclip diretto da Asia Argento, la canzone s'intitola '(s)Aint'. Vedrete un Manson chiuso in una stanza d'albergo, mai così autodistruttivo e vulnerabile. Il prossimo passo sarà un film. La storia di un mago e questa volta il regista sarò io".

Parliamo di responsabilità. È consapevole di rappresentare un modello per tanti ragazzi? 
"Non sono responsabile dell'educazione dei vostri ragazzi. Ma se devo diventare il capro espiatorio non mi disturba".

La storia del rock è piena di 'cattivi maestri'. Ogni generazione ha avuto i suoi. Chi è adesso il più cattivo d'America: Marilyn Manson o Eminem?
"Direi senz'altro George W. Bush". 

 

 

 

"); //-->

"); //-->

"); //-->