Snaidero Udine - Oregon Scientific Cantù 95 - 74 |
||||||||||||||||
Note: 1°q. 27-20; 2°q. 53-32; 3°q. 70-58. Impianto: Palasport Carnera. Arbitri: Grossi, Lo Guzzo, Ursi. SNAIDERO UDINE: Gattoni, Kelecevic 23, Markovic 4, Vujacic 21, Antonutti, Venuto, Hicks 8, Brown, Shannon 17, Ferrari 2, Mian 8, Sekunda 12. All. Alibegovic. OREGON SCIENTIFIC CANTU’: Levin, Wheeler 9, Johnson 17, Hines 15, Gay, Bernard 6, Calabria 12, Schortsanitis 12, Stonerook 3. N.E.: Novati, Intini, Riva. All. Sacripanti.
|
||||||||||||||||
UDINE, LA CAPORETTO DI CANTU’ Non dista molti chilometri Caporetto da Udine. Bisogna giusto superare il confine che divide l’Italia dalla Slovenia e si raggiunge il luogo dove, nella prima guerra mondiale, le truppe italiane dovettero arrendersi e indietreggiare ad una potente offensiva degli imperi centrali. Quella fu la 12a battaglia dell’Isonzo, quella di Cantù la possiamo definire semplicemente “la quinta giornata del girone di ritorno”. Una partita malamente giocata e altrettanto malamente interpretata dall’Oregon, che perde l’aderenza con il terreno da subito, un acquaplanning immediato. Un noioso revival della sconfitta di domenica scorsa a Teramo con l’andamento della partita sinistramente simile a una vera e propria disfatta, maturata nel secondo periodo con i segnali lampanti della brutta situazione che la squadra sta attraversando, proprio alle porte dell’evento di Forlì, le Final8. Il problema è stato un miscuglio fisico e mentale. L’atteggiamento in campo dei ragazzi di Sacripanti implica un ingigantirsi di tutti i problemi che, come mosche in estate, infastidiscono e minano la tranquillità di giocatori, staff e perché no, dei tifosi, vista la vicinanza con la quale si avvicina il match contro Siena. Due giorni di allenamento, il trasferimento a Forlì e una seduta di rifinitura la mattina della partita: ecco quanto divide Cantù da mercoledì sera. Il recupero deve essere psicofisico e soprattutto totale, vista la posta in palio e l’entità dell’avversaria. Ma, prima di parlare delle conseguenze, è lecito raccontare perché Cantù si trova in questa situazione. Già l’anno scorso, Udine era stato il crocevia del brutto rush finale della stagione 2002/2003, con una sconfitta inaspettata e maturata dall’eccesso di zelo di Hines, Thornton, McCullough&Co. Quest’anno la sconfitta è arrivata ancora, seppur con un andamento di gioco completamente diverso. Un primo quarto che mette a nudo le prime difficoltà oregoniane, ma concluso con soli 7 punti di vantaggio per la squadra di casa. Ma questo -7 è solo l’antipasto del super parziale che la Snaidero di coach Alibegovic imporrà all’Oregon che, subissata colpevolmente dai micidiali colpi dell’attacco friulano guidato da Shannon e Vujacic, è costretta a indietreggiare, proprio come fecero le truppe di Cadorna non molto lontano dal PalaCarnera. Ma è una scena già vista: Cantù, dopo aver subito un parziale di 28-3 in 7’20”, tenta invano di rientrare per riacquistare un po’ del territorio perso. Come già accaduto 7 giorni prima in abruzzo, sarà una lunga agonia che terminerà al 40’ con 21 punti sul groppone, difficili da digerire. Nel frattempo, i problemi di carattere fisico di Cantù si fanno sentire, a cominciare dalle condizioni precarie di Calabria e Stonerook, gli unici con un reale risentimento fisico. Per gli altri il problema è legato a un approccio mentale sbagliato, che si è poi ripercosso negativamente sulle azioni in campo. Rientri in difesa svogliati, contatti soft e una buona dose di arrendevolezza. Cantù non ci ha creduto, stordita dall’offensiva udinese e incapace di controffensive. Speriamo che la “disfatta di Udine” sia solo un episodio e che la guerra termini come terminò la Grande Guerra per l’Italia.
L’ANALISI All’interno del parziale Snaidero, iniziato sul finire del primo periodo e portato a termine 7’20” più tardi, ci stanno un po’ di numeri che aiutano a comprendere le cause della sconfitta da un punto di vista strettamente statistico. “The keys”, le chiavi dell’ambaradan, sono indubbiamente le statistiche dal campo. Da una parte l’efficacia al tiro della Snaidero, che tira da 2 con il 69% e da 3 con il 57.1%, con larghi meriti a Kelecevic, Vujaicic e Shannon. Dalla sponda Oregon giungono cattive notizie. 48.6% da 2 (gli unici a salvarsi sono Johnson e Schortsanitis), 29.6% da 3. Il divario è stato cospicuo anche a rimbalzo, dove Udine si è imposta con 10 lunghezze di vantaggio (34-24), con una predominanza nei rimbalzi difensivi (27-13). Quanto sia stato statico e poco mobile l’attacco canturino è dimostrato dagli assist, 16 per i padroni di casa, 5 per gli ospiti. MVP della serata Sasha Vujacic: il giovane prospetto, seguito con attenzione dagli scout della NBA ha segnato 21 punti con 6 falli subiti, 4/5 da 2, 3/5 da 3, 4/5 ai liberi, 7 rimbalzi, 3 recuperi e 3 assist per 34 di valutazione. Non male, se al tuo fianco ci sono i 23 punti di Sinisa Kelecevic e i 17 di Eddie Shannon. Come spesso accade, a raccontare la partita è la valutazione generale: 118-60 per gli arancio.
|
||||||||||||||||
- LE PAGELLE - |
||||||||||||||||
|