Teramo Basket - Oregon Scientific Cantù 104 - 88 |
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Note: 1°q. 26-20; 2°q. 56-35; 3°q. 73-62. Impianto: Palasport Scapriano. Arbitri: Facchini, Duranti, Sahin. TERAMO BASKET: Grant 21, Loncar 11, Labella 5, Lulli 2, Carter 23, Bennermann 15, Lockhart 6, Boni 21. N.E.: Lucci, Gagliardo, Di Francesco, Mazzaufo. All. Gramenzi. OREGON SCIENTIFIC CANTU’: Wheeler 17, Johnson 17, Hines 25, Bernard 1, Calabria 14, Schortsanitis, Riva, Stonerook 14. N.E.: Levin, Novati, Gay, Pozzi. All. Sacripanti.
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PASSO FALSO IN ABRUZZO (E SONO DUE) Torna l'imprevedibilità oregoniana, cha tanto fa tribolare i tifosi brianzoli, talvolta facendo incespicare loro le meningi, nel tentativo di ricercare quale morbo misterioso aleggi nelle menti dei protagonisti che una volta risplendono come giganti, l'altra campeggiano nell'ombra come gnometti che faticano a prendere le misure contro avversari largamente alla loro portata. Il riferimento è chiaro: Teramo è si una formazione con un leader influente come Boni, è si una squadra con dei singoli indiscutibilmente talentuosi (Grant, Carter e Loncar), è anche una squadra che ha saputo rafforzarsi con due nuovi innesti di tutto rispetto come Doremus Bennermann, che ha chiuso la sua poco brillante esperienza capitolina e Ian Lockhart, un volto ben noto nel nostro campionato. Se è vero che Teramo è tutto questo, è altrettanto vero che Cantù ha i mezzi tecnici e fisici per battere molti dei suoi avversari, ivi compresa la formazione abruzzese. In campo, però, è tutta un'altra storia. Le teorie sono belle e talvolta fantasiose. Ma è il campo a mettere l'ultima parola. E il parquet del Palasport Scapriano ha visto il tracollo canturino nella seconda frazione, quel -30 frutto di un parzialone micidiale di 28-4 che ha rivoltato come una frittata il piano di gara dell'Oregon. Teramo, per dirla tutta, ha largamente meritato questo vantaggio, viste le oscenità a rimbalzo (soprattutto offensivo) già nel primo periodo, ma è stata chirurgica e spietata a realizzare una tripla dietro l'altra, aiutata dalla difesa acquosa dell'Oregon. La Cantù trascinata ancora una volta da Hines, ha avuto la pazienza di ritornare in gara, prima con un parziale "riparatorio" sullo scemare della seconda frazione (2-11), poi pazientemente è ritornata in gara giocando un terzo periodo dagli alti e bassi (-24, poi -8) pronta per giocarsi l'ultima e decisiva frazione di gara. Come dice Sacripanti è stata l'attesa del match a "fregare" Cantù, complice quello scossone (-30) del 2° periodo, costato caro sia mentalmente che fisicamente agli uomini di "Pino" che non riescono ad andare al di sotto del -6. Fatto stà che Cantù non ce la fa a finalizzare la miracolosa rimonta, scivolando, a partita finita, sul 104-88.
L’ANALISI Il parzialone teramano è il punto attorno al quale gravitano le motivazioni della sconfitta di Cantù. Le basi di questa violenta scossa vanno ricercate già nei primi minuti di gara, quando l'Oregon perde numerosi rimbalzi offensivi e fatica seriamente a recuperarne uno in maniera semplice. Vengono generati numerosi doppi possessi che danno la possibilità alla formazione ospitante di iniziare a tirare l'inerzia dalla propria sponda. Non fidatevi se, a fine gara, il computo dei rimbalzi offensivi vede Teramo vincere di una lunghezza (15-14). Un Boni "tuttofare" che raccatta dalla spazzatura 4 rimbalzi nel cuore della distratta area canturina, aiutato dai 5 di Lockhart. Se i rimbalzi sono la tacita causa, gli albori del tracollo, meno tacite sono le triple velenose segnate con preoccupante continuità nella rete difesa da Cantù, a sottolineare la difesa a lunghi tratti scomposta dei biancoblù. I padroni di casa chiudono con il 50% tondo-tondo da 3 (13/26). In evidenza uno specialista quale Keith Carter (5/9) e un "abituè" quale Boni (3/6). Ma quando l'efficacia del tuo avversario è sia dentro che fuori non è facile fare altrettanto e reggere il gioco. Teramo infatti è puntuale anche dentro l'area (55%), anche se Cantù non sfigura con un 51.3%. La grande efficacia di Loncar (11 punti, 5/8 da 2, 7 rimbalzi e 2 assist in 13') poi uscito per infortunio e l'altrettanta concretezza di Tyrone Grant (7/11, 6 falli subiti e 5 assist) sono i simboli dell'ottima prestazione teramana. Parlando di Cantù l'ottima prova di Hines, autore di 25 punti con ottime cifre, ma anche di 10 rimbalzi, si contrappone alla brutta figura di Schortsanitis (0p e 5 falli in 13') e alla scarsa produttività di Bernard (1p e 2 rimbalzi in 13'). Le medie di Johnson sono troppo basse nonostante i 17 punti. Menzione d'onore a Shaun Stonerook cha ha fatto praticamente tutto il possibile: pericoloso in attacco con 6 falli subiti e il conseguente 7/8 dalla lunetta, rifinitore con 3 assist. Una ventosa in difesa con 9 rimbalzi e 2 stoppate per un meritato 27 di valutazione. La valutazione finale, come spesso accade, parla chiaro con Teramo avanti 128-89.
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