Mabo Livorno - Oregon Scientific Cantù 78 - 89 |
Note: 1°q. 19-24; 2°q. 41-49; 3°q. 58-70. Impianto: Palasport Macchia. Arbitri: Lamonica, Taurino, Sahin. MABO LIVORNO: Cotani 14, Bell 26, Porta 4, Garri 10, Rozic 6, Brown 10, Young 2, Parente 6. N.E.: Valerio, Fantoni, Bettini, Giachetti. All. Banchi. OREGON SCIENTIFIC CANTU’: Levin 3, Wheeler 15, Johnson 19, Hines 15, Gay 2, Bernard 8, Calabria 15, Schortsanitis 4, Stonerook 8. N.E.: Novati, Colombo, Riva. All. Sacripanti.
|
IL RISVEGLIO L'ISOSTASIA ALTALENANTE (almeno per ora) Dopo lo scoraggiante e, in senso sportivo, tragico -29 di Pesaro, Cantù torna in campo sul parquet del PalaMacchia di Livorno per l'anticipo della 16a giornata. E lo fa vincendo. I punti interrogativi restano molti e i vuoti di sceneggiatura rimangono, e forse rimarranno misteriosamente immutati. Perchè l'Oregon è una squadra che resterà controversa, e imprevedibile. Perchè la chimica di squadra dice questo, la formula non si può cambiare. Una squadra formata da giocatori particolari che formano una squadra del tutto particolare. E sono i risultati a confermare tutto ciò. Di certo la continuità è qualcosa di astratto e, senza fare discorsi troppo complicati, il punto focale è proprio questo. La discontinuità di rendimento dei singoli, và a condizionare l'intero sistema. Contro Livorno Dante Calabria ha giocato una buona partita. Lo stesso discorso vale per Wheeler e Bernard. Morale della favola? Cantù vince giocando bene. Ok, la Mabo non era certamente la Scavolini o il MPS, questo è da dire. Per continuare con le banalità, il singolo non può fare nulla. E' la squadra a vincere. E Cantù ha maledettamente bisogno di trovare una costanza generale che le permetta di continuare con stabilità. Probabilmente non c'è una ricetta per risolvere questo problema. Ma c'è un farmacista, o meglio un piccolo chimico, che giorno dopo giorno cerca di raggiungere questo benedetto equilibrio, con la tecnica, con il duro lavoro. E' "Pino" Sacripanti, che, assieme allo staff tecnico cerca l'isostasia nei traballanti equilibri canturini. La costanza e il metodo del coach, sono la cura che lo staff sta cercando di somministrare alla squadra. Per ora con risultati altalenanti. La vittoria con la Benetton, il tracollo del BPA Palas, poi la vittoria in toscana contro la Mabo rappresentano l'altalena che, almeno per ora, non accenna a fermarsi.
L’ANALISI Vittoria che dà ossigeno quella in toscana, dove i biancoblù di Sacripanti portano a casa la partita senza troppi patemi, mostrando una pallacanestro difensivamente buona e altrettanto buona in fase offensiva. Le più che discrete prestazioni dei singoli hanno inciso sull'andamento a senso unico del match. L'Oregon infatti, non ha mai permesso agli amaranto di portarsi avanti sin dal primo minuto. Il 19-24 della prima sirena, mette le carte in tavola. All'intervallo Cantù è avanti di 8 lunghezze per il 41-49 con il quale le formazioni raggiungono gli spogliatoi. Il parziale, al 30', vede Cantù condurre per 58-70. Alla fine, i brianzoli vincono con 11 lunghezze di margine (78-89). Un fattore importante sono stati i tiri da 3 punti. Cantù ha chiuso con il 58.8% dall'arco, forte di un 10/17. Dall'altra parte, Livorno ha ecceduto con le conclusioni pesanti, in mancanza di forti punti di riferimento in vernice. Così i toscani hanno tentato la via del canestro pesante 33 volte, con solo 7 triple a bersaglio per un deficitario 21.2% dai 6.25. Il computo dei rimbalzi è vinto abbastanza nettamente dall'Oregon per 42 a 32. Premiata la reattività di Nate Johnson e di Dante Calabria, i quali hanno catturato 7 rimbalzi a cranio. Il solito apporto per Hines (6). Il reparto "dietro" non convince appieno, anche se non è da ignorare la prova sufficiente di Mike Bernard con 8 punti e 4 rimbalzi. Ancora tra i "cattivi" Sofoklis Schortsanitis, che per l'ennesima volta esce per raggiunto limite di falli, commessi in soli 12' di impiego. Dopo i 9' sul parquet di Pesaro, Stonerook ritorna ad un minutaggio elevato ed al suo posto da titolare. 24' in campo con 8 punti e 5 rimbalzi, fanno pensare che le condizioni della sua caviglia stiano migliorando. E menomale, perchè la squadra ha bisogno di lui e della sua duttilità tecnica. La Mabo è una squadra fortemente influenzata dalla centralità del gioco nelle mani di Charlie Bell, autore si di 26 punti, ma autore anche di molti dei mali della squadra. Tutto grava sulle spalle del nativo di Flint, proprio perchè è lui a voler fare tutto. E' il miglior marcatore della serie A, ok. Ma 19 tiri da 3 tentati sono un tantino troppi. 27 tiri dal campo, 8 canestri. La buona prestazione di Cotani, e quella discreta di Garri, sono un fatto a parte. Punto centrale dell'attacco livornese sono i 26 punti di Bell, contro i 34 messi a segno dal trio Cotani-Garri-Brown. Dall'altra parte i 19 di "Wild" Nate Johnson, i 15 dello "Zio Sam" Hines, i 15 di "Thunder" Wheeler e i 15 di Calabria sono una coralità traballante, croce e delizia di questa Oregon.
|