Skipper Bologna - Oregon Scientific Cantù 90 - 83 |
||||||||||||||||
Note: 1°q. 27-14; 2°q. 46-41; 3°q. 75-53. Impianto: Paladozza. Arbitri: D’Este, Taurino, Vianello M.. SKIPPER BOLOGNA: Mottola 13, Basile 4, Mancinelli 7, Belinelli 9, Smodis 9, Pozzecco 3, Vujanic 16, Van Den Spiegel 8, Lorbek 9, Prato 6, Delfino 6. N.E.: Fultz. All. Repesa. OREGON SCIENTIFIC CANTU’: Levin, Wheeler 8, Johnson 15, Hines 21, Bernard 2, Calabria 19, Stonerook 18, Gay. N.E.: Novati, Porta, Riva. All. Sacripanti.
|
||||||||||||||||
OREGON: MAL DI PALADOZZA
Sconfitta. Non è certo il caso di creare
allarme, perchè questa Oregon ha ancora necessità di diventare una squadra
vera e propria. Schortsanitis non è potuto scendere in campo per le note
faccende che lo circondano, e la squadra non è ancora rodata. Più
precisamente non sono rodati quei meccanismi automatici che si vanno a
creare quando un gruppo lavora unito da molto tempo. Certo, Sacripanti avrà
un bel po' su cui lavorare. Perchè la difesa canturina vista contro la
Skipper è stata tutt'altro che efficace. Analizzandola si notano
innanzitutto le lacune tecniche dei singoli. Wheeler ha difeso come si deve
una sola volta in tutto l'incontro, Bernard ha commesso troppi errori e non
ha occupato l'area come il coach gli chiede, lasciando la sbarra alzata agli
avversari. Se da una parte la Fortitudo è stata brava a sfruttare queste
"dimenticanze" della difesa Oregon (non si tratta solo di Bernard),
dall'altra parte Cantù è arrivata al PalaDozza priva di quella mentalità che
obbligatoriamente si deve avere quando metti piede in un palazzo del genere,
dove, oltre ad avere un avversario di altissimo livello, devi fare i conti
con il pubblico. Ma, tornando all'analisi degli errori di Cantù, non si
possono ignorare le 20 palle perse, gli errori evitabili e la grande carenza
di rimbalzi sicuri, nei momenti importanti. I problemi dei brianzoli
sembrano essere più acuti nella terza ripresa: il calo era già stato
visibile domenica scorsa contro Napoli. Il parziale del terzo periodo di
Bologna è stato di 29-12. Dopo l'analisi delle carenze di Cantù passiamo
all'analisi delle cose buone. Non sono molte, ma è giusto parlare del grande
senso di responsabilità di Sam Hines, capace di sorreggere la squadra nei
primi 20' di gara con grande cuore. 18 punti, 2/3 da3, 4/5 da2, 4/6 dalla
lunetta, 5 falli subiti, 4 rimbalzi e 23 di valutazione, prima del tè caldo.
Nella ripresa, dopo che Cantù è sprofondata nel 3° periodo, la Skipper si è
fatta imbambolare dal torpore del larghissimo vantaggio acquisito (23p) e,
come si dice, si è seduta sugli allori. Così l'Oregon, condotta da un
risorto Dante Calabria riesce ad approfittarne. L'86-80 è l'ultimo barlume
di speranza per Cantù. Vittoria meritata per la Fortitudo di Repesa, squadra
coperta in tutti i settori del campo e dotata di una panchina lunga, arma
importante nel basket di oggi. Una Skipper che, grazie al progetto del suo
allenatore, punta a lanciare i giovani nel basket che conta. Basta veder
giocare il nativo di Chieti Stefano Mancinelli (7 punti in 20') e il
giovanissimo classe '86 Marco Belinelli (9 punti in 23') per accorgersi che
il basket italiano qualcosa può ancora produrre. Dopo la partita Repesa
resta a lungo negli spogliatoi per far capire ai suoi ragazzi che ogni
secondo di una partita và tenuto sotto controllo, senza mai perdere la
concentrazione. Dice: "Non mi è piaciuto il finale" e prosegue dicendo:
"Ogni secondo della partita ha la sua bella importanza".
Ma, tornando in casa Oregon, Sacripanti dichiara che una sconfitta del genere non si deve più ripetere. Domenica prossima Cantù è attesa sul campo di Messina, dove alla prima giornata è caduta la Benetton. Staremo a vedere. Nel frattempo "Pino Magique" ha una settimana per preparare l'incontro e per sistemare (nel limite del possibile) le cose in difesa.
- IN CRONACA - Subito dal principio la Fortitudo lascia intendere che non vuole scherzare. Cantù risponde con il solo Hines a tirare il carretto. Al termine dei primi 10' di gioco il vantaggio della Skipper è abbastanza cospicuo (27-14). Bernard è già alle prese con i falli, così coach Sacripanti prova un quintetto alternativo con Hines da 4 e Stonerook da 5. Senza essere troppo ripetitivi, è ancora lo Zio Sam Hines a trascinare l'Oregon, ma nel secondo periodo è aiutato da Johnson che, tra una palla persa e l'altra, trova anche qualche ritaglio per un punticino qua e là. Con un parziale di 8-24, Cantù impatta il punteggio. All'intervallo sarà 46-41. Il terzo periodo è micidiale per Cantù. Si scatena così la Fortitudo, spinta dal suo numerosissimo e caliente pubblico, sfrutta gli errori difensivi oregoniani, piazzando un parzialone di 29-12 in 10'. Più precisamente di 27-5 in 7'. Da Vujanic a Mottola, dall'esuberanza di Van Den Spiegel alla freschezza del duo Mancinelli-Belinelli. Cantù è alle corde. 75-53 dopo 30'. L'ultimo periodo vede la Skipper rilassarsi. Così si sveglia Calabria che riesce a liberarsi dalla buona difesa del 17enne Belinelli, con una serie di triple (4/5) e 17 punti nel frengente. Sacripanti tenta il tutto per tutto mettendo pressione a tutto campo. Le speranze si riaccendono per Cantù, ma il terzo periodo ha lasciato una ferita troppo profonda per essere colmata. Finale Skipper 90, Oregon 83.
|
||||||||||||||||
- LE PAGELLE - |
||||||||||||||||
|
||||||||||||||||