LA STORIA DELLA CANTU' DEL BASKET

 

L'Associazione Pallacanestro Cantù nasce tra il 1936 e il 1937, grazie all'idea di due giovanotti d'allora, Mario Broggi e Angiolino Polli. Allora, la pallacanestro, era solamente una passione per pochi intimi, malati di uno sport semisconosciuto in quei ruggenti anni Trenta. Il primo campo, disegnato da Broggi all'interno del cortile del collegio delle Sacramentine, era completamente all'aperto e d'inverno si doveva anche spalare la neve prima delle partite.

I primi ad aderire ad un progetto, che per quei tempi era semplicemente "pazzesco", ed a ritagliarsi così un posto nella storia. Oltre ai due già citati furono Attilio Molteni, Peppino Borghi, Alberto Broggi, Vittorio Sgariboldi, Nene Marchi e Peppino Colombo, in altre parole il nucleo storico di quella che anni dopo diventò una delle più temute società di tutta Europa.

Prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale, la squadra assume il nome di Opera Nazionale Dopolavoro di Cantù. Con Luigi Cicoria, a tutti gli effetti primo allenatore del basket canturino, l'A.P.Cantù vinse il suo primo "titolo": la Coppa Bruno Mussolini, battendo nell'ordine Mantova, Pavia, Varese (29-18) e il General Cantore di Milano(28-15) a cavallo tra il febbraio e il marzo 1942.

Un balzo sino alla stagione 1948/49, la prima in serie C e, successivamente, il doppio salto di categoria: la "B" nella stagione 1952-53 e, l'anno successivo, la conquista della massima serie. C'è spazio per una retrocessione, nella stagione 1954/55, prima di riapprodare nella serie maggiore l'anno successivo. In quegli anni si ritirano dall'attività i fratelli Broggi e, l'A.P. Cantù di Lino Cappelletti, il primo canturino convocato in Nazionale e per trent'anni recordman di punti segnati in un solo incontro con la maglia azzurra, Lietti, Ronchetti e Quarti assume il nome di Milenka, il primo sponsor fornito da una distilleria di Asnago.

Con la riconquista della serie A nel '56, si apre un capitolo nuovo per la storia del basket canturino: in società entra la famiglia Casella che porta con sé Aldo Allievi, un dipendente dell'azienda di acque minerali e bibite. Insieme ai Casella arriva anche l'Oransoda come nuovo sponsor. Allenatore resta lo zaratino Marsan, mentre dagli USA arriva "Mister Uncino" Tony Vlastelica, nuovo idolo del Parini, finalmente ricoperto su invito della Federazione. E' il '57/'58 e l'Oransoda dei vari Racchi, Masocco, Vlastelica, Motto, Zia, Bernardis, Morani, Rogato e Cappelletti riesce nell'impresa di arrivare quarta al termine del campionato.

La stagione successiva cambia ancora lo sponsor: questa volta è Levissima ed il nuovo allenatore è Gianni Corsolini. Sono i favolosi anni Sessanta dove cresce enormemente il livello della pallacanestro italiana e dove Cantù diventa un nome stabile fra le grandi del tempo come Simmenthal Milano e Virtus Bologna. Scivolano via alcune stagioni di lenta crescita interna e, contemporaneamente, c'è l'addio di Cappelletti ed il debutto del giovanissimo Charlie Recalcati proveniente da Milano.

Soprattutto però, si forma quello che diventerà famoso in tutto il mondo come "Il muro di Cantù", tridente formato da Burgess, De Simone e Merlati che, nella stagione 1967-68, con alla guida l'attuale segretario della FIBA Boris Stankovic, porta a Cantù il primo scudetto. Lo sponsor era nel frattempo ritornato Oransoda il quale, legherà per sempre il suo nome a quell'impresa fantastica di vincere sia il titolo di serie A che lo scudetto juniores nella stessa stagione.

E' l'inizio dell'epopea canturina aiutata in questo dall'esplosione di un giovanissimo talento che arriva da Figino Serenza: Pierluigi Marzorati. Una stagione ancora e poi, nel 1969/70 comincia il sodalizio vincente di Aldo Allievi ed Arnaldo Taurisano. Un duo che confermerà Cantù terza forza del campionato alle spalle di Ignis e Simmenthal e, soprattutto, porterà negli anni successivi coppe a ripetizione. Arriva la Forst come nuovo sponsor e fa il suo esordio anche il giovane Della Fiori.

La prima Coppa Korac del 1972/73 viene doppiata l'anno successivo ed è l'antipasto del secondo scudetto, stagione 1974/75, conquistato sul quel campo che negli anni diventerà la casa di Cantù: il Palasport Pianella. I nomi sono quelli storici: Marzorati, Recalcati, Farina, Della Fiori, Tombolato, Lienhard, Meneghel e Beretta. La favola della piccola Cantù è sempre più realtà, soprattutto dopo il successo in Coppa Intercontinentale a scapito del grande Real Madrid.

Il '76-'77 è l'anno della prima Coppa delle Coppe targata Hart Wingo, fenicottero nero dal discreto passato NBA. Cambia lo sponsor, arriva Gabetti, ma la Coppa delle Coppe rimane comunque a Cantù ed il volto nuovo è quello di Crazy Horse Neumann, giocatore dal fisico eccellente ma dal carattere impossibile. Sono gli anni migliori per Cantù che, a ripetizione, inanella una serie di trionfi in Europa.

Un lustro ricco di successi accompagnati dallo sponsor Squibb che raggiunge l'apice dopo lo scudetto 1980/81, targato Valerio Bianchini, con Flowers e Boswell e grazie al nuovo talento del basket italiano, quell'Antonello Riva da Rovagnate, sul quale Cantù poggerà negli anni molte delle sue fortune. A cominciare da un giovedì di inizio primavera quando a Colonia la piccola Cantù sfida una nazione intera.

E' il giorno della finale di Coppa Campioni. Una giornata 'storica' per la cittadina brianzola e per la 'sua' squadra che, battendo il Maccabi Tel Aviv 86-80, sale sul tetto d'Europa grazie anche al nuovo innesto Kupec ed ai giovanissimi Cattini, Bosa, Cappelletti, Innocentin e Bargna. L'anno successivo, con alla guida Giancarlo Primo, per la Ford Cantù arriva il bis in quella che nell'immaginario collettivo è da considerare come la vittoria più bella.

Non è un mistero infatti che la vittoria di Grenoble per 69-68 contro i rivali storici del Billy Milano procuri ancora oggi i brividi a molti. I nuovi USA erano il giovane Wallace Bryant e Jim Brewer. Sarà questo il canto del cigno perché, per lunghi anni, Cantù rimarrà all'asciutto di successi. Fino al 1991 quando, con Frates in panchina e con Pace Mannion (subentrato a Riva che l'estate precedente approdava a Milano creando una mini scissione dei tifosi) e Marzorati alla sua ultima grande comparsa, la Clear Cantù centra quello che fino ad ora rappresenta l'ultimo successo: la Coppa Korac.

Il resto è storia recente: l'Euroclub della stagione sfortunata della retrocessione in A2 con alla guida Diaz Miguel, l'arrivo di Franco Polti al posto degli Allievi, che lasciano così dopo 40 anni il basket di vertice, i due anni di purgatorio e la riconquista a suon di vittorie della massima serie. La stagione della finale di Coppa Italia persa contro la Virtus Bologna, ed infine, l'acquisto della società da parte di Francesco Corrado: a lui l'arduo compito di tornare a scrivere pagine indelebili di successi… tutto come ai vecchi tempi.