PIANO ENERGETICO REGIONALE:

IL SINDACO CONFERMA IL ‘NO’ ALLA CENTRALE

MA NON RISPONDE ALLE DOMANDE

DELL’INTERROGANTE

Una breve digressione prima dell’illustrazione dell’interrogazione.

Gli assessori hanno rimproverato prima alla collega Donini che la violazione di una sorta di non meglio definito “galateo istituzionale” da parte della minoranza incentiverebbe la non partecipazione dei cittadini alle nostre noiosissime e piatte sedute consiliari. Personalmente, se qualche volta posso averlo violato, ma non credo, sono stata spinta dal vostro comportamento, dal comportamento della maggioranza. Sino a un mese fa, infatti, avete convocato le conferenze stampa sempre nella mattinata del giorno in cui si svolgeva il Consiglio comunale, inducendo così la stampa a non essere presente la sera e a prendere in considerazione solo il vostro pensiero. E, sempre per lustrarvi l’opaca immagine, il giorno successivo al Consiglio comunale, il “vostro” ufficio stampa dirama comunicati che citano solo l’intrvento del sindaco e di qualche assessore. Quasi che noi fossimo tutti muti, anche se alcuni lo sono realmente. Domani mattina, ne sono certa, succederà la stessa cosa. Personalmente, infine, non ho mai inviato un’interrogazione alla stampa che non riportasse l’apposizione del timbro di ricevuta comunale.

 

In presenza di una scellerata legge governativa con la quale si stanno distruggendo interi territori autorizzando sempre nuove mega centrali termoelettriche, non possiamo che apprezzare che la nostra Regione si sia decisa a licenziare, dopo numerosi e non sempre motivati rinvii, il Piano Energetico Regionale. Se le Regioni avessero agito con tempestività, probabilmente i progetti energetici del ministro Marzano e soci avrebbero trovato qualche scoglio in più.

A smentita di quanto aveva affermato a Rimini il sottosegretario Tortolì - “non si autorizzeranno più di 5 centrali” - il Ministro delle Attività Produttive Marzano ha portato a 16 le autorizzazioni rilasciate nel corso del 2002. Altre ne verranno poiché tra la fine del 2001 e l’inizio del 2002 sono state presentate al Ministero 83 domande di autorizzazione alla costruzione di nuove centrali o alla trasformazione di centrali esistenti (adozione di tecnologie più avanzate o modifica dei mix di combustibili). Detratte le 16 autorizzate, delle altre 67 domande, 4 hanno concluso già la valutazione di impatto ambientale e, di queste, tre sono in dirittura d’arrivo e una, quella di Durazzanino, è stata bloccata dalla Regione Emilia-Romagna. Le altre sono in corso di valutazione.

Tra queste ultime alcune riguardano ancora la nostra Regione. E qui si inserirà certamente Hera.

Il Piano Energetico Regionale arriverebbe quindi nel momento giusto.

Il Piano, tuttavia, è criticabile sotto vari aspetti. Anzitutto sotto quello delle garanzie - pressoché inesistenti - per la partecipazione democratica nei momenti decisionali di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione.

A livello regionale partiti (in testa i Verdi e Rifondazione Comunista), movimenti e comitati si erano espressi da tempo, oltre che in difesa delle garanzie democratiche partecipative, in favore della cosiddetta “opzione zero” in ordine a nuovi impianti di grandi dimensioni, invitando a dare priorità alla riqualificazione delle ormai anacronisticamente obsolete centrali esistenti. Ma sembra che queste richieste siano cadute pressoché nel nulla.

A mio avviso - come hanno validamente espresso i Verdi regionali, che pure fanno parte della maggioranza - non è metodologicamente accettabile che il Piano si limiti a mediare tra le richieste di nuove centrali avanzate dopo la liberalizzazione del mercato  e le previsioni minime di consumo, mentre molto modeste appaiono le previsioni di valorizzazione delle fonti rinnovabili e l’abbattimento degli sprechi.

Gli obiettivi del PER al 2010, pur prevedendo (pag. 318, ultimi capoversi del capitolo 15.3, Riqualificazione del sistema elettrico regionale) un risparmio dall’uso razionale dell’energia, non indica come, così come si parla genericamente di “sviluppo di sistemi di produzione distribuita, di autoproduzione, di cogenerazione”, senza quantificare in alcun modo l’apporto che essi possono dare all’incremento dell’offerta di energia elettrica come sottoprodotto della produzione di calore. Ma non compete a me, questa sera, passare in rassegna tutta la produzione documentale regionale. Semmai sta a voi rispondermi, istruirmi ed arricchirmi di conoscenze imprescindibili.

La nostra Regione, molto spesso in testa alle altre per la tempestività degli interventi, in questo caso ha deluso, come pure la nostra Provincia.

Già la legge 142/1990 all’art. 14 comma 1 punto b) affidava alle Province le funzioni amministrative di interesse provinciale nel settore della valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche, mentre il successivo Dlgs n. 112 del 1998 attribuiva agli enti locali, “in conformità a quanto disposto dalle norme sul principio di adeguatezza, le funzioni amministrative in materia di controllo sul risparmio energetico e l’uso razionale dell’energia”. Non ho notizia che la nostra Provincia si sia adoperata, ad esempio, in ordine alla redazione e adozione di particolari piani di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico. Qualora il Sindaco avesse maggiori elementi, sarei grata se volesse socializzarli con il Consiglio comunale, così pure se fosse a conoscenza del seguito delle promesse fatte dal Presidente della Provincia Fabbri, a Torriana, il 20 giugno scorso, proprio a proposito del fabbisogno energetico provinciale che dovrebbe essere andato senz’altro a far parte di quello regionale.

Ho chiesto nell’interrogazione se il Sindaco ha partecipato alla riunione del 25 settembre scorso, nel corso della quale la Regione si è confrontata con le province e gli altri enti locali regionali; quali proposte migliorative o emendamenti abbia presentato alla discutibile proposta regionale ormai in dirittura di arrivo e, in caso affermativo, ho chiesto la distribuzione ai capigruppo dell’intervento propositivo del Sindaco o suo delegato. [A questo proposito non è venuta dal Sindaco alcuna risposta. Forse perché il suo delegato a Bologna non ha parlato?].

Se insisto non è perché, considerando anche la mia età, le centrali termoelettriche mi abbiano dato alla testa. La mia insistenza è semplicemente dettata dalla consapevolezza che il settore energetico è responsabile per oltre il 70 per cento degli effetti sull’ambiente che determinano cambiamenti climatici e inquinamento. Non starò a tediarvi parlando dei gas serra. Dico solo che anche l’Unione Europea - alla quale ci appelliamo quando ci aggrada - ha sottolineato che la questione energetica non può essere affrontata solo dal punto di vista di un adeguamento dell’offerta, nel senso di un aumento della produzione di energia che insegue una domanda crescente, ma che è necessario anche intervenire sul fronte della domanda, sul modo in cui sono organizzate le nostre attività quotidiane. E a me non pare che il Piano Energetico Regionale ne tenga sufficientemente conto, soprattutto se ci rapportiamo con quanto avviene a Roma, rispetto alla quale dovremmo distinguerci.

E’ di fine gennaio l’approvazione da parte del Senato (120 sì, 55 no e 2 astenuti) in prima lettura del decreto per il mantenimento in servizio delle centrali termoelettriche di Porto Tolle, Brindisi Nord e San Filippo del Mela che non rispettano i limiti ambientali, anteponendo le esigenze dell’industria a quelle dell’ambiente e della salute.

Notizie, anche queste, che ci impongono di guardare con la lente d’ingrandimento anche il Piano energetico della nostra Regione, ormai in dirittura d’arrivo. Ma nel nostro caso credo spetti alla Giunta e al Sindaco informare costantemente i consiglieri, senza attendere le nostre richieste se non, a volte, le nostre stesse informazioni.

Mirella Canini Venturini

Verdi Alternativi

[Cons. Com.le 07.02.2003]

 

L’abile staff del Sindaco, nel tentativo di ristrutturare l’immagine degli amministratori clementini, rispondendomi ha operato una sorta di intervento di chirurgia estetica: “...Dunque, per ritornare all’interrogazione, ritengo ci siano tutti i presupposti per svolgere come enti locali un ruolo attivo nell’attuazione delle politiche energetiche. Per farlo però, convengo sulla necessità che tutti gli amministratori acquisiscano maggiori informazioni e conoscenze sul Piano Energetico e sulle prerogative rispetto ad esso...”. Questo l’avevo già premesso io nell’interrogazione stigmatizzando implicitamente il comportamento tenuto dall’amministrazione che, in presenza di problematiche di notevole interesse quale il Piano Energetico, ha sempre bisogno di essere tirata per i capelli.

Il Piano, secondo gli amministratori clementini, “si intreccia con altri settori come l’ambiente e l’innovazione e contempla un forte interesse ed una grande spinta alla valorizzazione delle fonti rinnovabili e ad un miglioramento dei processi di produzione, trasformazione e trasporto, fino all’uso dell’energia”. La spinta alla valorizzazione delle fonti rinnovabili è talmente... spinta da prevedere di ottenere una potenza aggiuntiva dell’ordine di 300-350 MW (meno della metà della potenza della centrale che si voleva costruire a Santarcangelo o a Durazzanino), a fronte degli attuali 608 MW idroelettrici e 4 MW eolici e fotovoltaici.

Questa volta l’operazione di chirurgia plastica tentata non è proprio riuscita.

Mirella Venturini