ANCORA SUI CROLLI E LE DEMOLIZIONI DI VIA DEI NOBILI

- Comunicato Stampa -

Non avevo dubbi che il sindaco Vannoni prima o poi sarebbe intervenuto pubblicamente sui crolli e le demolizioni di Via dei Nobili (17 dicembre 1992), quando i tempi gli sarebbero stati più propizi, tanto più che c’era stato anche chi l’aveva tirato per i capelli, in parte anche ingiustamente. Non è tuttavia corretto parlarne in Consiglio comunale nelle “comunicazioni del Sindaco” alle quali nessuno può replicare, a meno che non intervenga il “fatto personale”, cosa che avrebbe dovuto fare la collega tirata in ballo molto più pesantemente della sottoscritta.

Ingiustamente perché all’epoca dei fatti l’attuale sindaco era assessore all’Urbanistica, mentre ai Lavori Pubblici era Bruno Rocchi che nessuno s’è mai sognato di chiamare direttamente in causa, anche se ci si è sempre riempita la bocca dello spirito di “collegialità” che presiede le nostre giunte comunali.

E’ vero che ogni generica responsabilità fa sempre capo al sindaco, ma è altrettanto vero che nel nostro caso andavano chiamati in causa i sindaci che avevano preceduto Cristina Garattoni, Romeo Donati prima, Giancarlo Zoffoli poi.

Ora, passati dieci anni da fatti che si prescrivono il decimo anno, il sindaco ha fatto poca fatica a dire: “accoglieremo con animo sereno qualsivoglia decisione del Gip intesa ad accogliere l’istanza di archiviazione oppure di prosecuzione delle indagini”. Ben diverso lo stato d’animo della scrivente che in attesa prepara memorie per il Ministero di Grazia e Giustizia (Giustizia?), oltre che gli atti da presentare appena possibile alla Corte di Giustizia Europea per i Diritti Umani.

Personalmente non mi sono sentita toccata dalle parole del sindaco: “... il tentativo subdolo di farla apparire come una sorta di vittima predestinata a copertura di chissà quali responsabilità; la rincorsa ipocrita a volerne difendere la memoria”.

Al Sindaco ho consegnato io stessa i documenti, compreso la “relazione di consulenza” del Consulente Tecnico della Procura che, nelle conclusioni, afferma testualmente: “una corresponsabilità dell’accaduto è da ricercarsi nelle omissioni, ritardi e negligenze da parte degli amministratori locali, i quali erano stati resi edotti da cittadini e da altre persone a vario titolo del pericolo che correvano i vecchi fabbricati del centro storico. L’amministrazione comunale non aveva tuttavia dato corso ad alcun intervento stante la conclamata insussistenza delle risorse economiche da poter ivi indirizzare”.

Il Sindaco, questa volta sì strumentalmente, ha preferito citare l’ultima frase dell’ultimo capoverso delle conclusioni del CT: “alla data dell’evento l’amministrazione comunale era priva di figure dirigenziali, a cui la legge attribuisce funzioni e responsabilità gestionali. Tutte le responsabilità parrebbero dunque essere accentrate nella figura del sindaco pro-tempore M. Cristina Garattoni, deceduta nel luglio 1996”.

Il sindaco, per sua comodità, quindi, ancora una volta, ha estrapolato solo quest’ultima frase, poiché anche la figura dirigenziale esisteva allora come oggi e sempre in capo alla stessa persona . Per economia di spazio tralascio di citare al proposito varie sentenze della Suprema Corte di Cassazione.

Ciò premesso mi ha fatto piacere sentire espressa dalla bocca del Sindaco la volontà “di perseguire tutte le strade possibili per un accordo con l’ultima proprietà rimasta che consenta di avviare a conclusione un evento che ha colpito l’intera comunità ma che reagì con tempestività e spirito di solidarietà intorno all’istituzione comunale”.

Mirella Canini Venturini

Capogruppo consiliare Verdi Alternativi

Santarcangelo di Rom., 11 febbraio 2003