Santarcangelo di Rom.

QUANTE VARIAZIONI SI APPORTERANNO AL BILANCIO

NEL CORSO DEL 2003?

 Discutere di bilancio non può esimerci dal parlare anche di legge finanziaria dello Stato e di gestione governativa iniquamente scellerata.

Già la legge finanziaria 2002 aveva presentato un impianto concettuale e alcune conseguenti disposizioni che sembravano contrastare con il principio di una crescente autonomia degli enti locali e conseguentemente dell’economicità del loro governo. L’impianto di questa, sulla quale dobbiamo adeguare il nostro bilancio, è semplicemente spaventoso per lo stato di sofferenza in cui fa precipitare vari enti le cui ripercussioni, purtroppo, si riverbereranno sugli enti locali. Le contraddizioni, poi, si sprecano. E’ il caso dell’università. Mentre si inneggia alla ricerca scientifica, non le si lascia una lira impegnando il 95,7% dei fondi per gli stipendi. Se poi il finanziamento statale dovesse ridursi, come prospettato, la percentuale di utilizzo per la spesa corrente si avvicinerebbe al 100 per 100. Tra le spese fisse, oltre a quelle per il personale, entrano anche quelle richieste dal funzionamento della complessa struttura di ogni Ateneo. Ho sorriso quando ho letto che alcuni rettori ritengono fondamentale che Università, amministrazioni comunali e provinciali mantengano e sviluppino una costante attenzione reciproca, come a dire che ci si prepara a celebrare le nozze con i fichi secchi.

In questi giorni le bestialità si sono sprecate da parte di chi, probabilmente, di questa finanziaria , non ha valutato tagli alla spesa, vincoli, tetti e controlli nei confronti dei Comuni, accusati spesso pretestuosamente di non tenere sotto controllo le voci di spesa, nonostante il parere contrario della stessa Corte dei Conti.

D’altronde come siano considerati i Sindaci italiani, indipendentemente dal loro colore politico, si è visto a Roma il 4 dicembre quando, in fascia tricolore, sono stati fatti strattonare dalla polizia di fronte al Parlamento.

All’uscita dalla penultima Commissione il collega Traini mi diceva che non era intervenuto perché era evidente che ci saremmo scagliati contro il governo Berlusconi. Mi sarei stupita se ciò non fosse avvenuto. E’ inevitabile dal momento che il governo ha posto in essere una finanziaria che, penalizzando i Comuni, inciderà inevitabilmente sulla vita quotidiana dei cittadini che riconoscono nel Comune l’istituzione di riferimento più vicina ai bisogni: dal sostegno all’affitto alla sanità, dalla scuola ai trasporti, dall’assistenza agli alunni disabili al taglio delle cure termali, alla reintroduzione del ticket per l’assistenza specialistica e diagnostica, che il centro-sinistra aveva deciso di abolire a partire dal 2003.

Per decenni l’inserimento dei bambini con handicap a scuola è stato considerato un valore. Da due anni viene considerato un costo e la finanziaria ora lo riduce ancor più drasticamente. Gli insegnanti saranno lasciati pressoché soli ad occuparsi di nomadi, stranieri, disagio psicosociale. Vengono anche tagliati i finanziamenti a leggi specifiche, come quella per i disabili gravi (n. 162/1998). Persone che prima o poi si rivolgeranno al Comune.

Meno male che il 2003 è stato dichiarato dall’UE “anno internazionale della disabilità”!

In questi tempi abbiamo sentito ripetere sino alla noia che il governo vuole solo tagliare gli sprechi. “Sprechi” che consisterebbero nella riduzione dei posti-letto negli ospedali, delle degenze, degli insegnanti e dei bidelli nella scuola, delle cure termali e altro. Ma i sacrifici - a detta del presidente - saranno solo “per coloro che gestiscono la spesa pubblica”.

In presenza della progressiva distruzione del welfare locale e del sistema di protezione dei più deboli, contro chi dovremmo rivolgere le nostre proteste? Contro il sindaco o la giunta o contro chi non merita che un pieno di critiche? Non si era mai vista una manovra economica così sciatta, approssimativa, maldestra, continuamente ripensata e stravolta, che conferma l’assoluta incapacità o non volontà di ben governare.

Le persone che si troveranno dimezzato il contributo sull’affitto dovranno sapere chi è il ladro da ringraziare.

Molte le sciocchezze udite e lette in questi ultimi tempi a proposito delle difficoltà che si trovano a dover fronteggiare gli Enti locali, tant’è che viene da chiedersi se anziché parlare di ‘scenario’ non sia il caso, come ha detto qualcuno, -come ho detto di sfuggita poco fa - di parlare di ‘scemario’.

Mi ha stupito, però, che all’appello degli amministratori pubblici locali dell’Emilia-Romagna lanciato dall’Anci regionale il 5 settembre scorso non abbia aderito il nostro Comune. Appello che metteva in risalto il grave rischio di attacco ai livelli raggiunti dalle politiche sociali, di lesione alle condizioni di vita delle fasce più deboli della popolazione, di indebolimento del ruolo costituzionale delle Autonomie Locali, capisaldi dell’ordinamento civile del nostro Paese. Appello che avrebbero potuto sottoscrivere anche i consiglieri comunali.

Venendo al bilancio che stiamo per approvare, la sua stesura non può che essere stata sofferta, stante tuttora lo stato di allarmante incertezza imposto dalle incapacità romane.

In Commissione ho sollevato una serie di problemi, che riprendo ora solo parzialmente, riferendomi soprattutto ai quesiti ai quali non ho avuto risposta soddisfacente. In particolare non ho digerito l’aumento dell’Ici prima casa: 0,2 per mille come per l’Ici seconda casa. Non ho capito perché non si potessero aumentare l’Ici sugli immobili sfitti e aree fabbricabili e lasciare inalterata la prima. Ho l’impressione - e non da oggi - che si abbia il timore di disturbare chi tiene le case sfitte o invendute. E’ forse un modo per risarcire chi ha contribuito agli oneri concessori?

Parimenti non mi ha convinto la previsione dipendente dalla quotazione in borsa di Hera, un introito tutt’altro che sicuro. In Commissione mi si è risposto piuttosto semplicisticamente che determinati lavori si faranno se ci sarà l’introito da Hera, altrimenti...

Durante l’illustrazione l’assessore Tognacci ha detto che avremmo potuto risparmiare tempo soffermandoci sulla relazione. In parte aveva ragione. Ma leggendo la discorsiva relazione i conti tornano ancora meno. Si sottolinea ad esempio il potenziamento trasversale dell’assistenza domiciliare e l’aumento dei costi da parte delle aziende che forniscono servizi alla persona, tra queste senz’altro l’Ausl, senza aver potuto capire dall’assessore come realmente viene svolta l’assistenza domiciliare, quindi cosa si potenzia.

In passato vi ho tediato a lungo sull’assistenza agli anziani. Quest’anno cambio musica e mi riferisco alla tutela dei minori che noi parimenti deleghiamo totalmente all’Ausl, ancora una volta in assenza di un qualunque indicatore di qualità. E’ appena il caso di ricordare che la legge n. 328/2000 non ancora abrogata richiede un profondo cambiamento culturale considerando che: il cittadino non è solo utente; le famiglie non sono solo portatrici di bisogni; la rete non si rivolge solo agli ultimi o ai penultimi; l’assistenza non è solo sostegno economico; l’approccio non è solo riparatorio; il disagio non è solo economico; il sapere non è solo professionale; gli interventi sociali non sono opzionali.

Livia Turco parlava di welfare della responsabilità che valorizzi il federalismo solidale. Ma Livia Turco - che non ipotizzava ancora l’ascesa al trono di Re Silvio - diceva anche che al Comune, “ente territoriale più vicino alle persone, è affidata la ‘regìa’ delle azioni dei diversi attori, in un’ottica di condivisione degli obiettivi e di verifica dei risultati”. Noi, invece, mi pare ci limitiamo a pagare dei soldi all’Ausl sottoscrivendo una sorta di delega in bianco, come per tutti gli altri servizi delegati.

Mi è capitato ancora di accennare in Commissione alla figura professionale dello psicologo presso l’Ausl di Santarcangelo, che abbraccia anche la competenza territoriale dei comuni di Poggio Berni e Torriana.

In 8 anni si sono alternati 5 psicologi con lunghi periodi di assenza tra l’uno e l’altro. Oltre tutto il servizio copre appena 18 ore settimanali.

Alla scadenza del presente incarico a fine mese, l’assessore Nicolini mi ha rassicurato che la sostituzione avverrà con un’assunzione definitiva. Mi auguro sia vero. Come mi auguro ci si accorga  - e si intervenga - sulla sistemazione logistica del servizio tutela minori: la sala d’attesa è un soffocante corridoio, lo studio dello psicologo gronda acqua per le infiltrazioni che esistono da tempo.

La qualità di un servizio - che noi paghiamo regolarmente - è determinata da vari fattori che il Comune non mi pare tenga nella dovuta considerazione.

Concludendo: i proponimenti messi sulla carta dall’assessore Tognacci e dalla Giunta sono condivisibili, auspicando siano realizzabili.

In altre condizioni avrei espresso qualche perplessità maggiore ad esprimere un voto non negativo. Considerando la situazione impostaci, non posso che esprimere solidarietà e comprensione ai nostri amministratori, soprattutto all’assessore Tognacci, alla quale spetterà l’onere di far quadrare i conti e contestualmente scontrarsi con esigenze che potrebbero farsi sempre più pesanti e pressanti.

Il mio voto sarà comunque di astensione, non favorevole, per la procedura seguita in ordine all’aumento dell’Ici prima casa, lasciando invariata quella relativa alle aree fabbricabili e agli immobili sfitti.

Il sindaco revisore Turroni ha portato alla nostra attenzione l’esempio della pressione fiscale più alta di Reggio Emilia e Parma, ma in quei comuni anche i servizi sociali sono di più alto profilo, a cominciare, a Parma, dall’assistenza domiciliare agli anziani.

Mirella Canini Venturini

[Cons. Com.le 19.XII.2002]