SANTARCANGELO DICE ‘NO’

A SETTE, GUARITORI E SANTONI

Illustrazione dell’ordine del giorno





Avendone già parlato altre volte in questo stesso Consiglio comunale, non ritengo di aver molto da aggiungere al contenuto dell’ordine del giorno che propongo alla vostra valutazione. Mi limiterò a qualche sottolineatura.

A tutt’oggi, purtroppo, non esiste una legge che difenda i cittadini, le famiglie e la società; una legge che affermi il diritto all’integrità mentale dell’individuo, contro la distruttiva manipolazione della mente operata da singoli e da sètte.

Come ho detto più volte, l’8 giugno ‘81, con sentenza n. 96, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionalE dell’art. 603 del codice penale, che recitava: “Chiunque sottopone una persona al proprio potere, in modo da ridurla in totale stato di soggezione, è punito con la reclusione da 5 a 15 anni”. La Corte aveva ritenuto tale articolo indeterminato e impreciso, tant’è che raccomandò la riformulazione dell’art. 603, forse presagendo le conseguenze che tale vuoto normativo avrebbe causato. Vuoto normativo che è servito, da una parte, a creare nella pubblica opinione l’errata convinzione che il plagio non esiste più, dall’altra a dare la possibilità ai manipolatori della mente umana di continuare ad usare e rafforzare le loro tecniche in tutta tranquillità.

Questo spiega il dilagare di attività pericolose e devastanti, operate da singoli e/o organizzazioni di potere, anche mascherate da centri culturali o culti religiosi.

Illustri psichiatri, impegnati da anni sul fronte della ricerca, utilizzano addirittura il termine di “menticidio” per descrivere la devastante pericolosità degli effetti delle metodiche di persuasione occulta esercitate da personaggi privi di scrupoli sui loro malcapitati adepti.

Esperti delinquenti sono quotidianamente al lavoro celandosi dietro fantomatiche nuove religioni, improbabili messia di nuove verità o di imminenti apocalissi, promotori e fondatori di centri ed associazioni culturali in cui si attuano pratiche di autoipnosi curativa, di imposizione delle mani, di cura a distanza ed autoguarigione, di riti magico-esoterici e similari. I “docenti” di questi corsi vantano lauree in scienze inesistenti acquisite presso università dai nomi fantasiosi, costituite all’interno delle stesse associazioni.

L’esiguità di valori interiori espressi dalla nostra società, il crescente disagio sociale, l’aumento preoccupante del numero degli ammalati di depressione costituiscono terreno fertile per il propagarsi di questo cancro sociale dal quale nessuna città italiana è indenne, nemmeno Santarcangelo.

E’ appena il caso di ricordare:

- che il Ministero degli Interni ha effettuato al proposito varie indagini a tutto campo su tutto il territorio nazionale evidenziando, fra le varie fonti di pericolo per la sicurezza interna, il “fenomeno delle sètte”;

- che il Consiglio d’Europa ha adottato, con voto unanime, il 22 giugno 1999 il documento del Comitato per gli Affari Legali e Diritti Umani sulle “sètte e i nuovi movimenti religiosi” sino ad oggi tutt’altro che adeguatamente valutato nel nostro Paese. La raccomandazione n. 1412 richiedeva, tra l’altro, agli Stati membri di mettere in atto queste indicazioni:

1. dove necessario, l’istituzione o il sostegno di centri indipendenti nazionali o regionali di informazioni su gruppi di natura religiosa, esoterica o spirituale;

2. l’inclusione di informazioni sulla storia di scuole di pensiero importanti e sulla religione nei curriculum scolastici generali;

3. l’uso delle normali procedure della legge penale e civile contro le pratiche illegali svolte a nome di gruppi di natura religiosa, esoterica o spirituale.

Innumerevoli le famiglie distrutte, gettate nel dolore e nella disperazione, perfino trattate dalla legge alla stregua dei delinquenti perché hanno cercato di ‘liberare’ i propri familiari irretiti da delinquenti privi di scrupoli. Alcuni pro cessi, fortunatamente, si sono conclusi con l’assoluzione “per aver agito in stato di necessità”.

Recentemente la Chiesa ha potuto ‘liberare’ Mons. Milingo dalla setta di Moon. Perché le madri e i padri italiani non possono fare altrettanto per i propri figli, prigionieri di questi ladri di menti e di vite?

Mi capita spesso, anche nei pressi di questo Palazzo, di sentire affermazioni semplicisticamente sbrigative quali: “sciocco chi ci entra”. Ma in una sètta non si entra: si è travolti da un movimento le cui strutture manipolatrici sono state accuratamente preparate. Affermazioni che danno ragione ad Edmund Burke quando scrive: “Ciò che rende possibile al malvagio trionfare è che i buoni non fanno nulla”.

Non è neppure sempre corretto usare la definizione di “sètte”.

In questi ultimi tempi, alla luce anche delle note vicende giudiziarie che hanno messo in evidenza e confermato l’inquietante apparato di imposture, di speculazioni, di subdole suggestioni e di ricatti utilizzato da centinaia di sedicenti maghi, a livello parlamentare si sta risvegliando un certo interesse nel tentativo di contrastare gli squallidi venditori di menzogne e contemporaneamente tutelare la gente più semplice ed indifesa e la sua incolumità psicologica e patrimoniale.

In questo senso appare opportuno procedere alla definizione delle specifiche condotte da sanzionare e fissare livelli di pena che, contrariamente a quanto avviene oggi con quelle previste in termini irrisori, possano avere un effettivo potere dissuasivo ed incoraggiare quanti, a cominciare dalle forze dell’ordine, sono chiamati ad operare a difesa della legalità. E a questo proposito vorrei ringraziare pubblicamente i componenti la Stazione Carabinieri di Santarcangelo che hanno dimostrato concretamente quanto fosse importante non sottovalutare il problema.

Non sono entrata volutamente nel tema del satanismo e della religione, così come lo esprimono i vari don Benzi, poiché mi sembra riduttivo. Se Satana è la rappresentazione del Male, questi non alberga solo nei pseudo-reverendi di cui abbiamo letto raccapriccianti cronache in questi giorni, per cui non può riguardare solo l’aspetto della religione. Parimenti presente nella ‘santona’ che ha disastrosamente operato sino a non tanto tempo fa in via Celletta dell’Olio, della quale si sta interessando la Procura di Treviso, e negli altri ciarlatani che tuttora irretiscono nostri concittadini.

Ho anche evitato volutamente di parlare di religione poiché il tema richiederebbe un tempo che non ho e perché troppo spesso si confonde artatamente la libertà religiosa con le attività illecite e gli abusi sulle persone che solo raramente giungono alla conoscenza dell’opinione pubblica.

Vi chiedo di votare l’ordine del giorno, come sta avvenendo in tanti comuni italiani, perché la proposta di legge ora all’attenzione della Commissione Giustizia del Senato, eventualmente migliorata, non venga insabbiata com’è avvenuto per altre in passato. Con la sentenza della Corte Costituzionale citata sono stati celebrati i funerali del reato di plagio, ma non del plagio, che resta reale nell’ambito dei rapporti interpersonali. Senza alcun rimpianto per la fattispecie abolita, che era - come hanno sostenuto illustri studiosi del diritto - giuridicamente evanescente ed insostenibile e fonte di possibili errori ed abusi in sede giudiziaria, tanto da configurare, a volte, in passato, veri e propri processi alla diversità, occorre riconoscere il danno prodotto dal vuoto di tutela della personalità nei riguardi delle dinamiche plagiarie, che va in qualche modo colmato. Analogo ordine del giorno è stato approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Rimini il 10 ottobre scorso.

Le pene contemplate nella proposta di legge che ho distribuito ai capigruppo possono sembrare severe? Se consideriamo i delitti di cui si sono occupate le cronache negli ultimi anni, non lo sono: dall’assassinio di suor Mainetti all’omicidio di Nadia Roccia, dai delitti commessi dal mostro di Firenze all’intreccio tra pedocriminalità ed occultismo, spesso conniventi, ai vari sacrifici satanici, ma non solo.

Contemporaneamente, però, vorrei ricordarvi che il nostro Comune, come altri, oltre che appellarsi al Parlamento e al Senato, può svolgere attivamente un altro compito, al quale si tende molto spesso a sfuggire: l’educazione della propria gente, utilizzando meglio il giornale e assumendo altre opportune iniziative per educare almeno le più giovani generazioni alla consapevolezza di sé, rafforzandone le difese psicologiche e dando ad esse delle certezze interiori. Personalmente credo più in questo lavoro educativo che nella repressione.

E a questo proposito il mio appello è rivolto soprattutto all’assessore ai servizi sociali e sanitari che invito a tener presente che quando si parla di tutela del diritto alla salute, è implicitamente compresa la tutela del diritto alla salute mentale, spesso irreparabilmente offeso da canaglie alle quali dobbiamo far capire che a Santarcangelo non hanno diritto di cittadinanza. Assessore al quale non mi pare superfluo ricordare che l’individuo è soprattutto vulnerabile in particolari momenti: per esempio quando cambia o perde un lavoro; di fronte ad una improvvisa malattia, propria o di un congiunto; nei primi anni di invecchiamento; nei momenti di solitudine, occasioni nelle quali i reclutatori delle sette sfruttano ogni possibilità di proselitismo, tutti aspetti rientranti a pieno titolo nel normale lavoro di un assessorato ai servizi sociali.

Mirella Canini Venturini

[Cons. Com.le 30.10.2002]