VOLATILI DA RICHIAMO

ALLA FIERA DI SAN MICHELE

Contrari solo Lista Verde Alternativa

e Lista Civica





Già nella commissione svolta alcun tempo fa avevo preannunciato le mie perplessità in ordine al problema rappresentato dalla vendita degli uccelli. Non si era però ancora parlato di volatili da richiamo. In quell’occasione si era convenuto di consultare, oltre alle associazioni dei cacciatori, il WWF e la Lipu. Ora mi si dice che questi ultimi si consulteranno successivamente, ma intanto si approva il regolamento, che di variazione in variazione sta diventando quasi una barzelletta. La cosa che mi disturba maggiormente nei contenuti dell’art. 13 è il riferimento ai volatili da richiamo, sia pure “consentiti dalle norme vigenti”, sempre che lo siano, “nel rispetto dell’ordinanza comunale per la prevenzione del maltrattamento degli animali”. E questa è un’altra barzelletta perché il Comune non può sapere cos’hanno subito gli uccelli da richiamo prima di approdare alla Fiera di San Michele.

Ho letto ad esempio che a Pistoia recentemente sono state segnalate quattro persone all’autorità giudiziaria e comminate 25 sanzioni amministrative, e il contestuale sequestro di più di 100 uccelli vivi da richiamo. Ottimi segnali di un giro di vite del Corpo Forestale dello Stato, che denuncia anche operazioni chirurgiche dal vivo su uccelli da richiamo per stabilirne il sesso perché solo i maschi assicurano il canto.

Con esempi del genere, tutt’altro che rari, come potremmo stabilire alla Fiera di San Michele se gli uccelli sono stati maltrattati?

Qualcuno in Commissione diceva che si trattava di un problema politico. Nulla da ridire a questo proposito, tant’è che lo faccio mio. Capisco che la Giunta non possa scontentare chi, nella maggioranza, è portavoce dei cacciatori e sposa e sostiene le tesi della parte più retriva di essi. D’altronde già in quella commissione il collega, che potrebbe ricoprire degnamente il ruolo di “assessore dei cacciatori”, aveva pretenziosamente sentenziato che la maggioranza non poteva rincorrere i voti della minoranza. Vale a dire la maggioranza, che ha i numeri, governa. E così sia.

Il collega si attarda su posizioni demagogiche e sbagliate, che probabilmente non gli porteranno neppure, nel 2004, i voti auspicati.

A cosa servono gli uccelli da richiamo? Per catturare, attirandoli davanti al fucile dei cacciatori, altri uccelli per poi ucciderli. Secondo la Cassazione, infatti, “il concetto di esercizio venatorio deve essere inteso in senso ampio quale attitudine concreta volta alla uccisione ed al danneggiamento di uccelli e di animali in genere. L’attitudine - dice ancora la Suprema Corte - può ricavarsi da elementi quali il possesso del fucile e delle relative cartucce, lo sparo di uno o più colpi, l’accompagnamento con un cane da caccia, l’insieme di altre circostanze...”. Gli uccelli da richiamo possono anche rientrare nelle “altre circostanze”, che io non condivido.

Quando ci fa comodo siamo tutti europeisti. Un po’ meno quando le direttive vanno contro determinati interessi. Ad esempio la direttiva n. 409 all’art. 5 fa espresso divieto, nel tentativo di instaurare un regime generale di protezione di tutte le specie di uccelli, “di ucciderli o di catturarli deliberatamente con qualsiasi metodo”, quindi anche con i richiami vivi.

Stanti le opinioni testé espresse, il mio voto non può essere che contrario.

Mirella Canini Venturini

Verdi Alternativi

[Cons. Com. 03.09.2002]