I “GATTI E LE GATTE CON GLI STIVALI

DEL GIORNO DOPO ”

E’ ormai prassi consolidata: si tace nelle pubbliche riunioni, com’è avvenuto per la paventata centrale termoelettrica di Santarcangelo/Poggio Berni a Palazzo Marcosanti, quando sarebbe utile dare immediatezza all’ascolto delle proprie idee - sempre che queste esistano -. poi, senza essersi scomodati neppure a prendere sommaria visione delle leggi, si sputano sentenze fuori luogo, il giorno dopo, nel tentativo di guadagnarsi un po’ di pubblicità a buon mercato, mercè l’ospitalità dei fogli locali.

Chi s’è scomodato a leggere il “decreto sblocca centrali” prima, la legge di conversione poi, sa perfettamente che a Regioni, Province, Comuni, Ausl non spetta concedere alcuna autorizzazione, essendo loro riservato (neppure a tutti) un parere meramente consultivo, tant’è che sono già stati presentati decine di ricorsi con i quali diverse Regioni impugnano la costituzionalità della legge voluta dal partito di Vanda Salvi, Forza Italia. E’ vero che tale legge discende da decisioni europee fatte proprie dal ministro diessino Bersani, ma questi non avevano scippato le autonomie locali di poteri loro propri insiti nella Costituzione italiana.

Come andiamo sostenendo da tempo, in perfetta sintonìa con il consigliere verde riminese Giulio Starnini, che sta attivandosi per quanto attiene il passaggio della corrente nel comune capoluogo (San Martino in Venti), il provvedimento governativo ha spazzato via ogni competenza locale (comuni e province). Occorrerà sì il parere motivato del Comune e della Provincia a cui l’impianto energetico si riferisce, senza tuttavia inserire - da parte del legislatore - alcuna indicazione in ordine all’obbligo di sospendere la procedura per l’autorizzazione dell’impianto nel caso in cui il parere richiesto sia negativo. In parole povere, si prevede la consultazione dell’Ente locale, senza che questi possa esprimere un parere vincolante sugli aspetti localizzativi di un impianto.

Queta la ragione per cui - ripetiamo - le Regioni, unanimemente, al di là delle loro appartenenze politiche, avevano espresso - dopo il voto favorevole della Camera alla conversione in legge del decreto legge n. 7/2002 - un giudizio complessivamente negativo sul provvedimento “sblocca centrali”.

Vorrei ricordare - come ho fatto a Palazzo Marcosanti - che il processo autorizzatorio, concentrato in capo al MAP (Ministero Attività Produttive), avrà anche effetto di variante urbanistica per i singoli Comuni (nel nostro caso solo per Santarcangelo, anche se gli effetti ricadranno su tutta la Valmarecchia e su Rimini), che quindi non saranno chiamati a scegliere che cosa fare dei propri territori.

Quanto alla ricerca di informazioni, sol che si presti la dovuta, doverosa attenzione e non si ricerchi solo un po’ di pubblicità a buon mercato, oggi i canali non mancano proprio, anche quando a comunicarcele non sono i nostri stessi amministratori, com’è accaduto per il Comune di Santarcangelo, uscito allo scoperto solo quando è stato tirato per i capelli.

Quanto al ‘Verbo’, graziosamente e generosamente elargitoci dai tecnici e dai rappresentanti dell’E.On Energie/Buzzi Unicem, poche sottolineature essenziali:

1. Le parole dei tecnici dell’E.On Energie/Buzzi Unicem, a sostegno dell’idoneità socio-politica del sito prescelto, evidenziano una aberrante procedura adottata dalla società interessata alla realizzazione della centrale: questa prima ha cercato l’assenso politico per la realizzazione dell’impianto in questione, poi ha proceduto a sollecitare l’assenso della popolazione e dei dipendenti del cementificio, perché la zona prescelta divenisse ‘compatibile’ (si fa per dire!) con l’impianto. Esattamente il contrario di quanto stabilito dalla procedura di compatibilità ambientale, riservandosi di inviare, solo successivamente, la procedura stessa al competente Ministero.

2. Se la società non ha assolutamente intenzione di operare in contrasto con la popolazione, senza specificare se in questa sono inclusi i bernesi e gli abitanti dell’intera Valmarecchia, che senso avrebbe acquistare anticipatamente i terreni circostanti?

3. Si costruiranno 9 chilometri di elettrodotto sotterraneo, da San Michele a San Martino in Venti. Discutibile l’eliminazione totale dei campi elettromagnetici. Con quale sistema verrà superato il Marecchia e dove?

4. Poiché dovendo raggiungere San Martino in Venti l’opera interesserà anche il Comune di Rimini, gli abitanti del comune capoluogo interessati non avranno nulla da dire? Il consigliere Verde, Starnini, senz’altro.

Mirella Canini Venturini

Capogruppo Verdi Alternativi

Comune di Santarcangelo e

Comunità Montana Valmarecchia