I VERDI ALTERNATIVI SUL

NUOVO STATUTO DELLA

COMUNITA’ MONTANA VALMARECCHIA

Anzitutto un ringraziamento al Presidente della Commissione Statuto, De Carli, per l’impegno rigorosamente espresso, nel quale non ho mai rinvenuto alcuna inclinazione settaria o strumentale. Parimenti doveroso dare merito alla maggioranza, soprattutto al Presidente Arcangeli - che vorrei vedere a quel tavolo anche in seguito, per il tempo che ci separa dalla fine legislatura - di averci lasciato lavorare serenamente, in piena autonomìa.

All’insediamento della precedente Unione “dimezzata”avevo elogiato l’atteggiamento corretto tenuto dai quattro sindaci della Valle, soprattutto per aver dimostrato di non essere di parte, politicamente non settari. Elogio che ribadisco alla maggioranza anche in questa occasione, fatto qualche distinguo nei confronti di chi non sa ribellarsi a certi diktat politico-spartitori che mal si conciliano con gli interessi delle nostre popolazioni tutt’altro che interessate ai giochini di politica di piccolo cabotaggio, nei quali alcuni, nonostante quanto avvenuto nel nostro Paese, si sentono e si ritengono ancora maestri. Certe ‘rivendicazioni’ politico-amministrative tuttora in corso evidenziano purtroppo che ha ragione chi sostiene che la società cammina molto più in fretta e con più lungimiranza di certi politici che pure dovrebbero rappresentarla.

Anche se io, checché se ne dica - a differenza di altri - non ho ancora aperto la campagna elettorale, una cosa la voglio dire: anche in questo consesso non mi presterò - per quel poco che vale il mio voto - ad azioni politiche mirate che facciano parte della propaganda e della demagogia di sfiatati cavalli di battaglia. Anche se, come ho ripetuto più volte nel mio consiglio comunale, non esplicherei alcun ruolo se mi limitassi a votare contro per far dispetto a certa maggioranza. Personalmente concordo con quanti affermano che le forme di ‘partecipazione’ delle minoranze devono tener conto che ‘partecipare’ non significa soltanto ‘fare parte’ genericamente di qualcosa, ma significa ‘essere parte’ di un organismo, di una collettività. E poiché ‘essere minoranza’ significa anche incalzare e stimolare la maggioranza, come del resto vuole il gioco democratico, continuerò per questa via.

A questo proposito, tuttavia, non posso non esprimere delusione per le modifiche imposte dalla legge intervenute rispetto alla precedente bozza di Statuto. Come ho avuto modo di dire anche nel mio Comune trovo incoerente che i sindaci, per far parte della Comunità Montana, debbano essere eletti dalle rispettive maggioranze. Se è vero che un sindaco può essere votato dagli elettori con voto disgiunto da chi sceglie di votare il consigliere di altra lista, anche opposta, questo significa che il legislatore ha considerato il Sindaco “super partes”. Mi riesce allora difficile comprendere perché i consiglieri di minoranza non possano scegliere di essere rappresentati in Comunità dal proprio sindaco, la cui presenza nel consiglio comunitario, propro in quanto sindaco, oltre tutto, rappresenterebbe per noi e per i cittadini dei quattro comuni una garanzia di non poco conto. Già questo fatto - che mi rende quanto meno perplessa - potrebbe indurmi a non votare a favore dello Statuto. Se nel nostro DNA fosse presente il gene del coraggio istituzionale, dovremmo tutti opporci a tale imposizione di legge, accettando a priori anche le evenuali conseguenze, che personalmente non mi spaventerebbero.

Lo Statuto ci dice che la Comunità opererà in un’ottica di sussidiarietà, che io traduco più semplicemente in “solidarietà”. Un principio per altro già contenuto nella nota Enciclica di papa Pio XI Quadragesimo Anno, che amo citare spesso, ripreso in chiave moderna dalle leggi Bassanini, inteso quale “uniforme redistribuzione del potere che privilegi i cittadini e i livelli di governo loro più vicini”. In ordine a questo concetto, nel nostro ambito istituzionale comunitario, ci sarebbe da aprire un notevole dibattito, poiché non mi sembra che gli stessi esponenti di maggioranza operino sempre in coerenza a tale principio. Chi meglio mi conosce sa che ho sempre spezzato una lancia in favore dei Comuni più piccoli. Piccolo non vuol dire meno importante. Anni fa c’era chi si stupiva che io andassi a fare le barricate a Saludecio contro l’allora decisione scellerata di distruggere un territorio di pregio con una discarica, fortunatamente poi rientrata. Come non tanto tempo fa qualcuno s’è stupito di vedermi andare in trattore a Forlì contro quella Provincia, quale atto di solidarietà con la popolazione di Sogliano. Così oggi mi sento di fare cordata con Poggio Berni, se occorrerà, in ordine alla paventata costruzione della mega centrale a San Michele.

Quei punti a) ed f) dell’art. 5 del nostro Statuto comunitario, sulla leale collaborazione e la sussidiarietà orizzontale e verticale vorrò verificarli nel concreto, nell’aspettativa che la nuova Comunità Montana - concedendole il tempo necessario, ma non troppo - assuma anche un preciso e moderno ruolo di ‘regìa’ per la progettualità, soprattutto sociale, che potrò già cominciare a verificare entro breve con la presentazione del programma.

Mi auguro infine che - come recita l’art. 35 dello Statuto - l’Amministrazione favorisca realmente il coinvolgimento locale nella scelta dei propri indirizzi generali, così come auspico che al momento di procedere alla nomina del difensore civico di vallata non prevalga la logica partitica.

Mirella Canini Venturini

Capogruppo consiliare Verdi Alternativi

[Comunità Montana, 15.05.2002]