COME UTILIZZA GLI OBIETTORI DI COSCIENZA

IL COMUNE CLEMENTINO?

                                                                                                              

 

Santarcangelo di Rom., 2 maggio 2002

Preg.mo Ing. MAURO VANNONI

Sindaco del Comune diSantarcangelo di R.

 

 

Tempo fa, in Commissione, m’è capitato di sollevare la questione dell’utilizzo degli obiettori di coscienza (credo siano 13) da parte del nostro Comune, ricevendo poca attenzione. La cosa non mi ha stupito più di tanto.

In sostanza e in sintesi chiedevo se non fosse il caso che anche il nostro Comune facesse una sana autocritica concorrendo a riqualificare il servizio. Insomma, meno obiettori negli uffici e più obiettori sul territorio. D’altronde la stessa legge n. 230/1998 all’art. 8, comma 2°, ne stabilisce l’impiego “esclusivamente in attività di assistenza, prevenzione, cura e riabilitazione, reinserimento sociale, educazione, promozione culturale, protezione civile, cooperazione allo sviluppo, formazione in materia di commercio estero, difesa ecologica, salvaguardia e fruizione del patrimonio artistico e ambientale, tutela e incremento del patrimonio forestale, con l’esclusione di impieghi burocratico-amministrativi”.

Poco meno di due anni fa si è celebrato il Giubileo degli Obiettori che, richiamando fortemente alla riconciliazione, contemplava due necessità: “cancellare le armi, strumento di offesa e farsi carico degli altri, soprattutto di coloro che faticano a vivere”, riconoscendo in sostanza che il servizio reso dall’obiettore non può essere considerato un semplice ripiego rispetto al servizio militare.

La prego di credere che personalmente non rientro nella categoria di chi, ancora oggi, considera l’obiezione di coscienza una sorta di sottrazione ad un dovere.

Proprio perché convinta che rappresenti un’occasione importante di servizio e di solidarietà nell’esercizio del diritto alla libertà di pensiero, mi sono convinta che il non corretto utilizzo di questi giovani snaturi il significato stesso della loro scelta.

Come ebbi modo di dire in Commissione, gli obiettori non possono essere considerati dall’Ente quali semplici fornitori di una serie di servizi impiegatizi, quasi fossero i sostituti di una sorta di manovalanza.

Il servizio degli obiettori a mio avviso rappresenta un importante contributo alla pace solo se assume determinate dimensioni: servizio con le persone in difficoltà come unica, solida, riconoscibile base di credibilità tra la gente; servizio di coscientizzazione sociale.

Credo competa anche all’Ente convenzionato, in questo caso al nostro Comune, far sì che gli obiettori assegnati siano messi realmente in condizione di servire nel senso indicato dalla legge e da loro stessi ricercato.

Nella certezza di poter conoscere, grazie al Suo interesse, l’effettivo piano comunale di utilizzo degli obiettori di coscienza assegnati, La ringrazio e saluto cordialmente



Mirella Canini Venturini

Capogruppo consiliare

Verdi Alternativi