Santarcangelo di R.



LE PERPLESSITA’ DEI VERDI ALTERNATIVI

LISTA DI PIETRO ITALIA DEI VALORI

SULLA FUSIONE AMIR/SIS E NON SOLO

 

 

Ho letto centinaia di pagine di relazioni, pareri, stigmatizzazioni, entusiasmi, cadute di entusiasmi, ravvedimenti, rampogne, minacce giudiziarie, minacce di rotture di coalizioni, ecc..

Alla fine non ho capito se a seguito di questa fusione saremo più poveri o più ricchi o, meglio, chi da questa fusione trarrà i maggiori vantaggi, o forse l’ho capito.

Sono in ballo tanti interessi, non sempre riconducibili a un comune denominatore: dei Comuni, delle forze politiche, di chi siede nei vari Consigli di Amministrazione. Chiaramente se si riducono i Consigli di Amministrazione, le forze politiche possono spartirsi meno poltrone. Possono però ancora spartirsi quelle che acquistano maggior peso.

Venendo alla fusione, forse non ha torto il consigliere verde riminese Starnini quando afferma che, anziché di fusione, sarebbe più corretto parlare di cessione. Il riferimento, ovviamente, è alla Società Gas Rimini che viene ad incamerare circa il 20%, venendo così ad adeguare la sua quota di partecipazione nella nuova società “fino alla concorrenza del 40,5% del capitale sociale”.

Infatti la nota inviata dal Gruppo Società Gas Rimini il 18 gennaio scorso (che mi si dice molto migliorata rispetto a precedenti proposte) ai Comuni di Rimini, Riccione, Cattolica e Misano recita testualmente: “Gas Rimini ha manifestato il proprio interesse a partecipare all’operazione di fusione, quale socio di Servizi Città”, a condizione “che i Comuni soci si impegnino a cedere alla stessa Gas Rimini una quota di partecipazione della Società rinveniente dalla fusione, al fine di riequilibrare la propria partecipazione nel capitale sociale per detenere, a cessione avvenuta, il 40,5%”.

E ancora: “Le Parti inoltre si impegnano sin da ora, ..., conclusasi l’operazione di fusione, a deliberare favorevolmente una operazione di scissione proporzionale con la quale la gestione del servizio idrico integrato in capo alla nuova società sia separata dalla proprietà di reti, impianti e altre dotazioni”. viceversa, “per la rete di distribuzione del gas nel Comune di Rimini tale separazione non dovrà avvenire”, a meno che non la obblighino nuove leggi.

I patti parasociali fra i Comuni soci vorrebbero integrare lo statuto della nuova società “per un coordinamento nella tutela degli interessi di parte pubblica”. L’impressione che si riporta dalla lettura dei patti parasociali tra i Comuni e la Società Gas Rimini è che ne escano tutelati soprattutti gli interessi del privato. Ad esempio, nel caso in cui, e per qualsiasi motivo, Gas Rimini non raggiunga o non detenga il 40,5% del capitale sociale di Adria, “la competenza per l’approvazione del Programma annuale o Budget, non sarà più statutariamente di spettanza dell’assemblea ordinaria ma verrà attribuita alla esclusiva competenza del Consiglio di Amministrazione. In tal caso l’approvazione del programma annuale o budget, che dovrà essere redatto in forma separata per le due principali divisioni “acqua e gas”, per la sola parte relativa alla divisione “gas”, dovrà essere presa con il voto favorevole di almeno un componente del consiglio di Amministrazione designato da Gas Rimini.

Mi pare chiara la volontà di riconoscere al socio privato un assurdo “diritto di veto su ogni scelta, anche su quelle da effettuarsi in ordine al più ampio progetto emiliano-romagnolo “Perimetro-Seabo” che, già sul sentiero di guerra, ha già richiesto autorevoli pareri.

D’altronde non è casuale che le Parti si obblighino affinché i membri del Consiglio di Amministrazione eletti “votino favorevolmente la nomina dell’amministratore delegato indicato da Gas Rimini e votino altresì favorevolmente l’attribuzione allo stesso dei poteri di gestione...”, come aveva richiesto la Società Gas con la nota del 18 gennaio 2002 indirizzata, come già detto, ai Comuni di Rimini, Riccione, Cattolica e Misano.

E a proposito delle designazioni dei componenti del Consiglio di Amministrazione di spettanza della parte pubblica, che “dovranno essere uniformate a principi di competenza e comprovata esperienza”, mi piacerebbe conoscere nei dettagli il metodo di comparazione, poiché sino ad ora non s’è mai verificata nomina che sfuggisse alle logiche spartitorie dei partiti che danno vita a determinate coalizioni di potere. Così come vorrei sapere su chi cadrà la designazione del componente che rappresenti i Comuni di Santarcangelo e Bellaria d’intesa fra loro, “sentiti i comuni di Verucchio, Poggio Berni e Torriana”.

Non mi sembra neppure trascurabile la richiesta del Comune di Cattolica di elevare il numero dei consiglieri, distribuendone 8 alla parte pubblica e 3 a quella privata, anche se, considerando le possibilità di veto lasciate al partner privato, il problema si sposta di poco.

E se nel corso del 2002 non si perfezionasse l’intera operazione?

Non credo si corra questo rischio, visto con quanta tempestività si stanno portando avanti le varie operazioni. Un esempio. Il 21 gennaio 2002 Amir, Sis e Gas Rimini chiedono al Presidente del Tribunale di Rimini la designazione di un esperto comune che rediga la relazione sulla congruità del rapporto di cambio determinato dagli amministratori delle rispettive società e che indichi il metodo o i metodi seguiti per la determinazione del rapporto di cambio proposto ed i valori risultanti dall’applicazione di ciascuno di essi, nonché l’eventuale difficoltà di valutazione. Il Presidente del Tribunale il successivo 7 febbraio nomina il dott. Stefano Santucci “esperto per la stima dei beni di cui al ricorso” e gli assegna il termine di giorni 60 per il giuramento ed il deposito nel Tribunale stesso della relazione di stima. Deposito e asseveramento avvenuti appena 12 giorni dopo, il 19 febbraio 2002. Nonostante le “limitazioni e le difficoltà” i metodi di valutazione adottati dall’advisor ed approvati dai Consigli di Amministrazione delle Società Amir, Sis e Gas Rimini sono ritenuti adeguati per cui esprime parere favorevole al rapporto di cambio.

Anche a me rimane incomprensibile, come all’eretico verde riminese Starnini, “come si sia potuto far eseguire una perizia per determinare il valore delle tre aziende da fondere, lasciando segreti ai periti i cosiddetti patti parasociali”, che se conosciuti avrebbero potuto variare i valori di concambio.

I cittadini cosa guadagneranno da questi capolavori di alchimia politico-amministrativa?

Il segretario di un partito che conta veramente in tutta la provincia riminese, quello che non voleva entrare nel merito degli assetti societari essendo questi aspetti tecnici, di cui la politica non si deve occupare, si dichiarava intransigente su un solo aspetto: l’interesse del cittadino-utente. Nei documenti ufficiali, vieversa, si dice che la fase 2 consentirà di conseguire i seguenti vantaggi: “... forte focalizzazione sul business acqua, con favorevoli prospettive di crescita per l’atteso incremento del livello tariffario” che ovviamente determinerà l’ATO. La fase 3, però, si propone di “liberare ulteriori risorse a favore degli Enti locali destinabili su progetti alternativi”.

La Finanziaria è stata adottata appena il 28 dicembre scorso. Comunque cominciano già a girare pareri e giudizi che impongono di stare in guardia.

Poiché la partita è decisamente grossa, le informazioni ci sono state somministrate in pillole, a piccole dosi e mi pareva più giusto che i nostri piccoli comuni attendessero il voto del Consiglio comunale riminese, se non sbaglio convocato per il 2 aprile, dal quale potrebbero emergere ancora altre sorprese, il mio voto sarà contrario.