Sui due ordini del giorno sul G8 discussi a Santarcangelo

 

“SIGNORI, VOI NON SIETE

I SIGNORI DEL MONDO”

L’intervento della Lista Verde Alternativa

al Consiglio Comunale del 13 sett. 2001


Non mi soffermo volutamente sui contenuti dei due ordini del giorno perché entrambi mi sembra - anche se mossi da due ottiche diverse - puntino quasi esclusivamente a considerare azioni più o meno delittuose poste in essere da più parti. Che le condanni è scontato. Potevano avere un senso in concomitanza con i fatti di Genova, ma a due mesi sono decisamente superati.

Preferisco soffermarmi sulla delusione suscitata in me da un G8 che mi aspettavo aperto, con alte capacità di confronto, in grado di dare, per lo meno tentare di dare, risposte, come riportava l’agenda fissata ad Okinawa, ai temi dell’ambiente, della povertà, dell’energia, del divario tecnologico, della legittimazione politica delle organizzazioni non governative. Temi nobili per i quali gli otto grandi dell’impero del denaro hanno dimostrato un discutibile interesse, portatori di una globalizzazione che distrugge culture, religioni, ambienti, riducendo i popoli a cose.

Per comprendere come vanno le cose, è sufficiente pensare che negli USA tre famiglie rappresentano l’equivalente del prodotto annuale lordo di 48 Stati africani con 600 milioni di abitanti.

Le organizzazioni cattoliche ai primi di luglio avevano indirizzato agli 8 leaders del G8 la lettera Voi non siete il governo del mondo... - poiché il G8 si è autonominato, non è un organismo internazionale, non ha ricevuto un mandato - riaffermando la priorità della dignità della vita e con una precisa lista di esigenze: debito, commercio, ambiente, conflitti, creazione di nuovi posti di lavoro, sicuri e soddisfacenti.

Al di là degli hooligans, o tute nere che siano, che preferiscono prendersela con le vetrine, i cassonetti, le auto e le forze dell’ordine, mettendo così in campo una parodia di conflitto con il potere, le associazioni, i gruppi e le reti confluiti a Genova volevano confrontarsi sugli anzidetti temi, intendendo stimolare l’opinione pubblica a rendersi conto che esiste un preciso nesso tra le ingiustizie e i divari Nord/Sud e l’agire o il non-agire politico.

Ma essendo i leaders del G8 espressione degli interessi del mondo ricco, cioè di una minoranza della popolazione mondiale, non hanno concesso alcun margine ad un dialogo effettivo, forse neppure troppo dispiaciuti che l’informazione si sia concentrata sull’imbellettata parata di sorrisi di circostanza, con intermezzo di guerriglie e manganellate, facendo meno risaltare il loro vuoto.

L’incontro di Genova doveva anche servire a vincere le resistenze americane sul Protocollo di Kyoto, senza peraltro fare alcun passo avanti, in virtù della ferma opposizione di Bush. Il vago impegno assunto dagli 8 a “inserire le energie rinnovabili nei rispettivi piani nazionali”, o la proposta russa di convocare nel 2003 una conferenza mondiale sui cambiamenti climatici, sono solo un placebo, non una medicina.

Faranno anche tutto il possibile - è stato detto - “per dare ai consumatori le informazioni pertinenti sulla sicurezza dei prodotti alimentari”. Ma intanto ogni anno muoiono 40 milioni di persone per fame. Forse perché non hanno ricevuto per tempo le “informazioni pertinenti”?

Romano Prodi, che non mi sono mai chiarita se sia realmente ingenuo o lo faccia, aveva detto alla vigilia a Camaldoli che “il vero, grande significato della globalizzazione è ascoltare la voce di coloro che non esistono, che non esistono neppure nella protesta”. Come s’è visto, la protesta non è ammessa.

Stando alle stime della criticabilissima FAO, 826 milioni di persone la sera vanno a letto senza aver mangiato durante il giorno quanto avrebbero dovuto e tre miliardi di persone sopravvivono con meno di 2 dollari al giorno. E poiché questi non hanno voce per protestare, chi si propone di dar loro voce viene zittito con due manganellate e due calci ben assestati.

Gli atti concreti di una certa rilevanza adombrati nell’ordine del giorno contrapposto al nostro non li ho trovati, per lo meno non li ho apprezzati ma, lo dico senza intenzioni polemiche, neppure la cosiddetta sinistra esce indenne da questa vicenda. Perché - mutuando da Veltroni - la sinistra deve dare la senzazione di aver perso quella rabbia contro le diseguaglianze sociali che era, e forse potrebbe ancora essere, la sua ragione storica?

Gli obiettivi non raggiunti dal vertice genovese sono passati in secondo piano, avendo preso il sopravvento la perversa spirale della violenza, privata e di Stato, ugualmente da condannare. Non esiste una violenza buona da contrapporre a una violenza cattiva. Sarà la Magistratura e far luce sugli accadimenti genovesi, che non hanno certo rasserenato l’estate, sempre le sia possibile. Pur non condannando anticipatamente alcuno, non posso non considerare una gravissima provocazione l’offerta di una vacanza gratuita di 15 giorni al carabiniere che il 20 luglio uccise Carlo Giuliani, fatta dalla sezione di Avelino di Forza Italia tramite il coordinatore della sezione di Mercogliano, Antonio Buonaiuto, mentre il consigliere regionale azzurro emiliano Leoni si proponeva di raccogliere fondi per l’assistenza legale del militare. Un comportamento, quello degli azzurri avellinesi ed emiliani, diseducativo sul piano morale e temerario su quello politico in un momento in cui condanna della violenza da un lato e corretto impiego delle forze dell’ordine dall’altro, esigono la massima serietà da parte di ogni singolo cittadino, ancor prima di tutte le forze politiche.

I fatti accaduti a Genova sono di inaudita gravità. Tuttavia oggi avrei preferito riflettere e discutere su quale mondo vogliamo lasciare ai nostri figli.

La globalizzazione non deve continuare ad essere la mondializzazione delle finanze e della speculazione di borsa, del narcotraffico, della povertà, dello sterminio della natura e della fine delle speranze del nostro pianeta.

Dicevo prima del Protocollo di Kyoto. Anche a questo proposito, tra le voci esperte in ambiti quali il Protocollo stesso e la Convenzione delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, quelle dei popoli indigeni - come denuncia l’instancabile Premio Nobel Rigoberta Menchù - sono state totalmente emarginate. Quando si tratta di prendere in considerazione i loro suggerimenti, proposte e avvertimenti sui danni irreversibili che l’attuale modello di sviluppo cagiona, vengono posti limiti alla loro partecipazione, riproducendo lo stesso sistema escludente e discriminatorio che domina gli ambiti decisionali internazionali, G8 compreso. Popoli ai quali viene negato il diritto a uno sviluppo sostenibile, degno ed equo, con pieno accesso e controllo dei loro territori e risorse.

Nulla ha detto il G8 sulla inefficacia di molti tipi di aiuto e sui danni causati da molti interventi nei paesi in via di sviluppo. Si promette solo una maggiore efficienza nell’interesse, anche, dei paesi donatori.

Le conclusioni del G8 hanno posto l’accento sul fenomeno della corruzione, senza tuttavia spendere una parola sul fatto che buona parte dei meccanismi di corruzione ha avuto origine nel nostro sistema economico e politico, ad esempio per quanto è riferibile alle tangenti sulle vendite di armi e la concessione di prestiti o finanziamenti a vario titolo ai regimi militari o dittatoriali, mentre numerosi sono i riferimenti alla liberalizzazione del settore privato e in genere delle attività economiche.

Gli stessi impegni assunti in ordine al debito estero dei paesi poveri sono lontanissimi da quanto ci si poteva attendere da un vertice la cui importanza era stata così pubblicizzata. Il testo conclusivo non dice neppure che la riduzione sarà effettuata dopo sei anni.

A Genova, visto che l’o.d.g. della destra parla di risultati positivi, si è in pratica sostenuto che l’alleggerimento ha come scopo la risoluzione dei problemi dell’indebitamento insostenibile, da parte di chi è nell’impossibilità di pagare, mentre non si preoccupano assolutamente di creare le condizioni per uno sviluppo significativo. Analoga critica potrei fare sui brevetti, come meriterebbe di essere approfondito il tema degli aiuti svincolati  ad acquisti nel paese donatore, o interventi che si dovevano realizzare ad opera di imprese dei paesi donatori.

Hanno deciso di lanciare un nuovo Fondo Globale per combattere Aids, malaria e tubercolosi. Questo è positivo. Ma nei paesi del Sud esistono almeno altre tre malattie endemiche che causano parimenti vittime e danni. Nessuno ha parlato di Organizzazione Mondiale della Sanità che, nonostante i legami con le multinazionali, ha senz’altro maggiori competenze per interventi in campo sanitario.

Questi erano i temi sui quali voleva misurarsi pacificamente il Genoa Social Forum, soffocati dalla violenza di Stato.

Votando contro l’ordine del giorno presentato dalla destra, intendo confermare solidarietà ad Agnoletto e al Genoa Social Forum, insieme ai popoli sistematicamente derubati dai signori dei vari G7, G8 e quant’altro.

Mirella Canini Venturini