Santarcangelo di Rom.

LA LISTA VERDE ALTTERNATIVA

AL DIRETTORE GENERALE DELL’AUSL RIMINESE

 

Il 20 marzo 2000 il Sindaco aprì il “benvenuto” ricordando, fra l’altro, il grande pubblico presente all’inaugurazione del “Franchini”. Massiccia presenza che, a suo dire, oltre a testimoniare l’aspettativa e l’attaccamento della nostra gente, nostri, avrebbe dovuto sgombrare il campo da qualsiasi speculazione politica sulla presunta strumentalità dell’iniziativa.

Di questo ero poco convinta allora, lo sono ancor meno oggi.

Mi spiego meglio. Se, visto che si era fatto 30, come diciamo noi, si fosse fatto 31, probabilmente i lavori di quel lotto sarebbero stati terminati con maggiore accuratezza, o non ci sarebbe stato bisogno di ripeterli, com’è avvenuto, ad esempio, in alcuni ambienti dipinti a tempera non lavabile, poi riverniciati con tinta lavabile.

Lei il 20 marzo 2000 ebbe a dirci che “in prima istanza si mettono le esigenze della popolazione, i bisogni di salute e in subordine si attrezzano i servizi che si presuppongono dare questo tipo di risposta”. Sin qui d’accordo.

Non essendo abituata a fare della filosofia, vengo subito al dunque e parto con le doglianze, qualcuna in meno rispetto alla sua precedente visita, altre identiche alle precedenti.

Parto dal Pronto Intervento poiché noi, nonostante l’ampio bacino di utenza, non abbiamo Pronto Soccorso, nonostante i cartelli ingannatori.

Sono costretta ancora una volta a lamentare la carenza di personale. Lei la penserà diversamente ma io nei mesi scorsi ho contato anche 32 persone, alquanto nervose, in attesa di essere introdotte, il che mi induce a consolidare il mio giudizio precedente.

La gente viene qui anche dai paesi vicini, persino da Rimini, perché ci sono alcuni letti per l’osservazione e - l’ho sentito da molti - a Santarcangelo c’è anche la TAC, quindi un’ulteriore garanzia di diagnosi.

L’altra volta lei mi rispose che c’era anche il personale dell’ambulanza che durante le soste avrebbe potuto rinforzare il personale infermieristico del Pronto Intervento. Il suo ragionamento non faceva una grinza, ma ho motivo di ritenere che qualcosa non ha funzionato, probabilmente perché preso inizialmente in carico il paziente non poteva poi seguirlo sino in fondo. Non so. Me lo spieghi lei.

Mi sembra assurdo, ancora, che il personale infermieristico, scarso, debba interrompere il proprio lavoro per passare al computer. Non credo non esista nel nostro ospedale almeno un infermiere “inidoneo” al servizio infermieristico da poter utilizzare a livello amministrativo, salvo dare una mano all’infermiere di turno nei momenti di crisi.

L’altra volta le rappresentai la mancanza di spogliatoi per il personale in Chirurgia. Anche a questo proposito dovrei ripetermi, poiché tuttora mancano spazi e attrezzature.

Cambiamo settore. Nel reparto di Lungodegenza, tra l’altro ottimamente condotto,  c’è carenza di OTA, tant’è che a volte i pazienti vengono “sistemati” nella tarda mattinata. Mancano i letti articolati e i materassi ad aria. Non di rado sopravvengono piaghe da decubito che l’impiego dei materassi ad aria potrebbe evitare.

E’ stata segnalata ai capigruppo dalla locale Legambiente l’assenza di un medico dietista, che potrebbe intervenire anche in favore della Casa protetta “Molari”, ugualmente sprovvista.

Non credo sia così difficile colmare la lacuna conoscendo le valide professionalità di cui dispone l’AUSL. Non sono un’esperta, vado un po’ a spanne, ma ho buoni motivi di ritenere che ora quel servizio sia molto frantumato. Con un servizio aggregato si potrebbe sfruttarne la disponibilità in tutti i settori senza ulteriore aggravio di spesa.

A volte non si tratta di grandi cose, come ad esempio la riparazione di una porta basculante rotta da due mesi. Mi è anche capitato di vedere per lungo tempo una porta a soffietto rotta, sostituita nella funzione da due lenzuola. E questo non depone in favore di quel decoro di cui noi, a Santarcangelo, siamo molto gelosi.

Quando presentaste a Rimini i “Piani della Salute” mi colpì, al mattino, l’intervento di un presidente di Unione di Comuni emiliano quando illustrò gli effetti positivi derivati dall’aver messo insieme servizi e funzioni.

Noi abbiamo costituito, con Poggio Berni, un’Unione a due, che in efetti non ha messo insieme alcunché, quasi un’Unione teorica, in attesa di giungere all’inizio del 2002 dell’Unione a quattro con Verucchio e Torriana. Visto che ci si deve abituare a pensare globalmente, comincio a pensare insieme ai consiglieri di minoranza di Verucchio, che me l’hanno anche richiesto. Il riferimento è a quella RSA, sulla quale mi si dice si registrino almeno quattro anni di ritardo, oltre alla necessità di riorganizzare i servizi del distretto, compresi quelli specialistici.

Riusciremo a vedere funzionante quella RSA al termine di vigenza del presente Piano Sanitario?

Nel programma delle attività territoriali - forse questo si aggancia al precedente punto - avevo letto l’istituzione di una nuova medicina di gruppo, denominato “Progetto Santarcangelo” e “Progetto Verucchio”. Lei stesso ce ne aveva parlato nel precedente incontro.

L’ipotesi era ottima e l’attesa notevole, soprattutto a Verucchio, tant’è - ripeto - che alcuni colleghi di quel Comune mi hanno pregato di parlarne e di farmene carico, anche in seguito, per le minoranze dei  comuni della futura Unione. Torriana, com’è noto, non ha minoranza, ma ha gli stessi problemi.

Nei due progetti si prevedevano anche i tempi: entro il primo trimestre del corrente anno a Santarcangelo, entro l’anno a Verucchio. Non mi risulta sia stato ancora raggiunto l’accordo con i medici interessati.

Possiamo ancora sperare nei poliambulatori integrati con i medici di medicina generale?

Poiché non voglio essere ricordata solo per le lamentele, a conclusione voglio darle atto, e ringraziarla, per il salto di qualità realizzato soprattutto in ordine alla Chirurgia degli ospedali di Rimini e Riccione. Gli ottimi risultati sono andati forse al di là delle aspettative.

Poiché il suo contratto scade il 1° ottobre dell’anno prossimo, sempre non voglia rinnovarlo - e sarebbe auspicabile - mi auguro - e lo auguro agli utenti  - che in questi dodici mesi, avendo già corrisposto a varie necessità ed emergenze, possa portare a termine tutti gli altri progetti specificati nel “Piano degli obiettivi”.

Mirella Canini Venturini

[Cons. Com.le 27.09.2001]