DAL CARCERE DI CIVITAVECCHIA

UNA LETTERA

CHE NON PUO’ LASCIARE INDIFFERENTI

 

 

All’Illmo Dott.

CASTELLI ROBERTO

Ministro di Grazia e Giustizia

Largo Arenula

Roma 

OGGETTO : Richiesta di eutanasia.

Il sottoscritto Artusa Alessandro, detenuto presso il N.C.C. di Civitavecchia

c h i e d e

Illustre Ministro, nell’augurarLe la massima soddisfazione dal Suo nuovo incarico, Le scrivo nella speranza che Lei voglia concedermi un atto di clemenza, dando ordine di predisporre una operazione di eutanasia sulla mia persona, in quanto già morto moralmente, psicologicamente ed economicamente, nella vana speranza di vedere riconosciuta la mia innocenza che si evince palesemente dagli atti processuali.

Non essendo riuscito a far valere le ragioni della mia evidente innocenza, sono stato condannato ad anni 26 (ventisei) di reclusione, sulle accuse di una persona a me sconosciuta, non avendo neanche avuto modo di confrontarmi e potermi difendere dalle accuse di questo ignoto barbone straniero senza fissa dimora, per cui irreperibile (come in atti di P.G.) che tra l’altro, non lo hanno mai sentito né visto sia il p.m. che il Gip, né, tanto meno, le due Corti di Assise giudicanti, pur essendo in quel periodo già attuativo il novellato art. 111 C.p.p..

Per cui dopo una vita di onesto lavoro e di impegno sociale, lavorando volontariamente in aiuto dei bambini portatori di handicap, mi trovo schiacciato da questa palese ingiustizia e infamato dal marchio di omicida.

Non avendo un cognome altisonante e beni al sole per potermi difendere in modo reale, non mi faccio illusioni: sono certo che anche in Cassazione non riuscirò ad avere giustizia, benché basterebbe la lettura attenta degli scarti processuali per avere chiara la mia innocenza.

Per cui Le chiedo di volermi concedere questa operazione di dolce morte, e che i miei organi vengano donati a chi di bisogno, almeno, se non utile da vivo, potrò essere necessario da morto.

Speranzoso di una Sua benevola accoglienza a questa mia, Le porgo doverosi ossequi

Alessandro Artusa

 

Pur non possedendo sufficienti elementi per giudicare, la Sua lettera ha suscitato in me una profonda emozione. Elementi che, però, potrà facilmente reperire il Ministro. Anche se non mancano esempi che inducono alla delusione, di contro ve ne sono altrettanti che inducono alla speranza. Non sono rari i processi annullati dalla Suprema Corte di Cassazione. Mi auguro che qualche avvocato di buona volontà, leggendo, capisca la Sua gravissima situazione e, in uno slancio di generosità, Le offra la sua opera di difensore. Il mondo non è tutto o solo cattivo ed egoista come spesso ci appare.

Quanto alla vita, pur comprendendo la Sua disperazione, non compete a noi decidere quando porvi termine, non compete al Ministro come non compete ad alcun altro essere umano.

Vorrei poterLa aiutare concretamente, ma non ho alcun potere per farlo. Posso solo divulgare la Sua lettera, come sto facendo, auspicando che chi ha la competenza per farlo, voglia veder chiaro nel Suo caso.

Con affettuosa comprensione

Mirella Venturini


 

P.S.: Può leggere quanto precede nel sito Internet da Lei già visitato e su Paginecontro on line: www.portalerimini.com