SI’ ALLE ROTATORIE, MA NON BASTA.

Perché non chiedere la collaborazione della

Associazione Familiari e Vittime della Strada?



Lo schema di convenzione con l’ANAS non può che meritare un voto favorevole. Tuttavia non posso esimermi da alcune considerazioni.

Al di là della messa in sicurezza degli incroci, non più rinviabile, rimarrà pur sempre un problema di educazione che non si risolve mandando a turno un paio di vigili urbani nelle scuole per insegnare ai ragazzini il Codice della Strada, quasi che la sua conoscenza eliminasse di per sé ogni rischio. Anch’io, signor Sindaco, come vede, vado fiera della mia cocciutaggine, riferita ai poteri di educazione dell’Ente locale, ai quali spesso l’Amministrazione si sottrae- L’educazione stradale agli alunni e agli studenti più giovani poco può fare contro la trasgressione, ovvero contro comportamenti pericolosi, potenzialmente a rischio della vita per sé e per gli altri.

Spesso leggiamo dati statistici sulle nostre cronache locali trattati quasi alla pari delle statistiche turistiche. Spesso, purtroppo, le vittime degli incidenti diventano numeri nelle statistiche, materia per specialisti e per addetti ai lavori e non, ovviamente, per i familiari, il più delle volte lasciati soli nel loro dolore.

L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada - il cui presidente, il dottor Raduano, risiede a pochi chilometri, a San Mauro Pascoli - afferma giustamente che “morte e sofferenza non possono essere ridotte a numeri di statistica, per quanto impressionanti siano. La strage è un insieme di casi in ognuno dei quali il dramma si consuma in termini diversi, ma sempre con un impatto devastante. Il sinistro mortale - come l’invalidità gravissima - spezza di colpo affetti profondi sui quali si fondano non solo le famiglie ma la società intera; annulla brutalmente attese, promesse, speranze di vita; sconvolge l’equilibrio psichico e spesso quello economico dei superstiti; apre la via ad una sofferenza senza fine”.

Noi - dicono gli esponenti dell’Associazione - “le abbiamo sentite, quelle parole terribili dopo lo squillo nella notte: ‘è la Stradale, ci dispiace... suo figlio...’. Vogliamo non le sentano altri”.

L’Associazione si occupa di prevenzione ma “solo in ordine alle cause immediate della strage stradale (traffico, strade, veicoli, utenti) e solo nei suoi aspetti generali, in quanto non sarebbe possibile approfondire i risvolti tecnici di ogni situazione a rischio”.

Concludendo, i nostri vigili urbani si sono lodevolmente impegnati nelle scuole. Ma perché, dopo l’approvazione di questa convenzione, non andare anche oltre il Codice della Strada, nell’utile opera di educazione?

Perché non organizzare qualche incontro mirato con l’Associazione Familiari e Vittime della Strada, in collaborazione, anche, con la nostra Consulta della Sicurezza, organismo più di facciata che di sostanza?

Mirella Venturini

Consiglio Comunale 30.01.2004