Santarcangelo di Rom.

DESTINATI A RIMANERE PRIGIONIERI

DELLA ”LOBBY DEL BUCO”?



Dall’approvazione della Variante al PRG sono passati pochissimi anni. Eppure si sono susseguite più variantine, tutt’altro che di poco conto, intercalate da correzione di errori, a volte anche discutibili. Errori che hanno comportato il più delle volte spese tecnico-legali, anche notevoli, a carico dei cittadini, pur non essendo gli errori a loro attribuibili. E’ vero che l’ultima legge urbanistica regionale dà questa possibilità poiché le norme transitorie prevedono  che un Comune prima dei 10 anni di scadenza del proprio piano - se è abbastanza recente -, oppure secondo alcune scadenze fissate dalla legge per piani abbastanza vecchi, possa tranquillamente procedere dentro il vecchio regime, quindi fare delle variantine, per vedere di non complicarsi troppo la vita. Non contempla però la possibilità di complicarla ai propri cittadini, come ritengo stiamo facendo.

Questo nostro procedere a colpi di variantine, deduzioni e controdeduzioni ha finito per far diventare la funzione urbanistica esclusiva competenza di avvocati ed esperti del diritto. E’ come se fossimo condannati a rincorrere le situazioni giù in atto e dovessimo consumarci unicamente nello sforzo di correggere storture già prodotte. Anche alcune decisioni che ci accingiamo a votare questa sera ho motivo di ritenere avranno lo stesso sbocco legale .

Le osservazioni si riferiscono alle delibere n. 73 del 28 novembre 2002, n. 42 del 30 luglio 2002 e n. 42 del 1° agosto 2003. Delibere alle quali avevo prudentemente votato contro, come farò anche questa sera.

La prima di queste delibere veniva adottata a circa sei mesi dall’approvazione della Variante Generale.

In quell’occasione l’assessore Tontini ci disse che la Variantina si rendeva necessaria per “motivi di aggiustamento” di “una serie di errori non sostanziali, non importanti, soprattutto grafici, inesattezze più che altro, emersi in questi mesi di attuazione del Piano Regolatore”. In particolare, sottolineava ancora l’assessore, si doveva provvedere all’inserimento nella cartografia del PAE, adottato il 28 luglio che veniva “semplicemente, materialmente, trasferito sulla cartografia del Piano Regolatore Generale proprio per dare unitarietà” (pag. 32 del verbale di seduta).

Il 1° agosto 2003 l’assessore Tontini, richiamata la variantina del 28 novembre 2002 che “doveva rispondere ad alcune particolari esigenze derivanti dalla Provincia e dagli Uffici, soprattutto di integrazione e modifica della cartografia del PRG”, proponeva un’ulteriore variantina che doveva essere “una razionalizzazione con riduzione di rimandi in una stesura più compatibile alla sua futura diffusione via Internet”. Aggiungeva poi: “Una volta acquisita l’adozione di quest’ultima variante, si preparerà la controdeduzione del PAE e delle altre due varianti da portare in Consiglio comunale tra la fine di ottobre e i primi di novembre”.

Alla mia stigmatizzazione in ordine al fatto che la Provincia aveva comunicato già in gennaio l’incompletezza della documentazione presentata, ma soprattutto che il Comune non avesse allegato al PAE i pareri dell’Ausl, del Servizio Provinciale Difesa del Suolo, la relazione geologica e altro, sempre l’assessore Tontini mi rispondeva testualmente: “Per quanto riguarda i pareri degli Enti sovraordinati al PAE, indubbiamente è stato un percorso molto travagliato che si sta concludendo adesso”.

Apprendiamo invece in questi giorni che il percorso è tutt’altro che concluso, tant’è che si propone il rinvio delle controdeduzioni  e della decisione in ordine alle osservazioni presentate dalle ditte Istag (ora Adria Scavi), CSB e Ve.Va nonché dai cittadini che legittimamente richiedono l’azzeramento dei quantitativi di materiale estraibile e l’introduzione di una normativa di tutela per tutte le aree già oggetto di escavazione che preveda di destinarle a prevalente uso botanico-naturalistico e tutela della risorsa idrica, oltre all’introduzione del vincolo espropriativo sulle ex-cave in stato di abbandono.

Mi fa piacere che i cittadini chiedano la destinazione ad orto botanico, come già aveva fatto la sottoscritta quando richiese inutilmente orto e giardino botanico quando i giochi erano già fatti. Male ha fatto il collega Capriotti a non intervenire sull’argomento in quel Consiglio comunale, limitandosi poi a firmare l’osservazione.

Ora si vorrebbe congelare tutto poiché, come ha scritto il Responsabile del Servizio Edilizia e Pianificazione Territoriale “dall’analisi approfondita condotta sugli elaborati che costituiscono la Variante al PRG, sono emerse una serie di imprecisioni e discordanze, non risolvibili attraverso le risposte alle singole osservazioni”. Una scusa andava pure trovata...

Con la soluzione proposta dalla maggioranza torneremmo alla situazione dei primi anni ‘90, come del resto siamo tornati con l’adozione del PAE. Inutile vi ricordi l’iter seguito in un ventennio dal PAE del nostro Comune, altrimenti l’assessore Tontini, potrebbe dire - come fece nel luglio 2002 - che faccio della letteratura.

Mi limito a dire che le vostre giustificazioni non mi hanno affatto convinto per diversi motivi, che non rientrano proprio nella letteratura:

1) Il PIAE provinciale, che ha una validità di dieci anni, secondo alcuni potrebbe scadere nel 2003, data peraltro incerta con i dubbi legati al contenuto dell’approvazione parziale fatta in prima battuta dalla Regione.

2) Risulta che due ditte abbiano imboccato la via del contenzioso legale, reclamando notevoli danni economici e non so proprio quale linea difensiva potrà assumere il nostro Comune, per anni colpevolmente latitante, grazie anche alla benevola tolleranza della Provincia che non mi risulta abbia riquantificato e ridisegnato i fabbisogni a cinque anni dall’entrata in vigore del PIAE, tanto meno nominato un commissario ad acta per colmare il vuoto volutamente lasciato dal nostro Comune come sarebbe stata in obbligo di fare.

3) Il Comune si trova preso tra due fuochi: da una parte gli imprenditori che oscenamente premono; dall’altra gli elettori di San Martino e Sant’Ermete legittimamente capeggiati da Capriotti e da un qualche notabile diessino, che potrebbero voltarvi le spalle, che credete o cercate di tacitare congelando il tutto, in presenza di ditte che chiedono addirittura di ampliare le aree di cava. Congelamento pilatesco che servirà solo a farvi superare il momento elettorale, ma non è dato prevedere in quale modo.

Non accontentandosi della destinazione d’uso ammessa concernente la funzione ricettiva, bar, ristorante, impianti sportivi e parcheggi, c’è chi chiede anche una “presenza residenziale”, quindi un aumento della volumetria realizzabile, raddoppiandola. Poi, generosità dell’imprenditorìa, propone un’altenativa: che almeno il 70% della volumetria esistente e realizzabile ,previo demolizione e ricostruzione, possa essere destinata a residenza”. Che ci sia “un problema di ordine politico all’interno della maggioranza di cui occorre tenere conto” - ma la cosa non mi riguarda - ce lo ha onestamente confermato ieri lo stesso assessore Tontini dalle colonne di un foglio locale, che però non dice che così agendo rimarremo per sempre prigionieri della lobby del buco.

Altra questione che ho sollevato nella Commissione allargata, rivelatasi poi - di fatto - ristretta per l’assenza della maggioranza dei colleghi, è quella riferita alle osservazioni n. 33 e 52 ricadenti nel comparto di espansione C.3 n. 3 di San Bartolo, al quale è stata assegnata una superficie di 10.000 mq contro una superficie reale di mq 13.428. Che la riduzione di superficie debba farsi risalire ad un possibile errore contenuto nel Piano delle Frazioni del ‘98, come mi è stato risposto in commissione e come riporta la motivazione del rigetto delle osservazioni, non mi pare una giustificazione esaustiva a conferma dell’errore. Nessuno mi ha spiegato che fine dovrebbero fare i 3.428 mq non conteggiati e, cosa secondo me ancor più grave, come sia possibile che al momento dell’invio delle osservazioni fossero in vigore determinate Norme Tecniche Attuative e, al momento del rigetto delle osservazioni stesse, intervengano nuove norme. La differenza in meno dei 3.428 mq è forse da imputare al fatto che la stessa metratura era al tempo compresa nel comparto confinante? Non credo sia così difficile stabilire se vi è stato errore materiale.

Il Sindaco aveva assicurato che si sarebbe proceduto ad una ricognizione supplettiva rigorosa, di cui avremmo potuto riparlare nella Commissione dipartimentale, che, viceversa,  si è ritenuto bene non convocare.

A questo punto chiedo il ritiro delle due decisioni per dar seguito ad un’istruttoria che faccia piena luce sulla vicenda che non coinvolge uno speculatore edilizio - almeno per il momento - bensì tanti piccoli proprietari, alcuni in attesa di costruirsi un appartamento.

Se il Servizio Edilizia e Pianificazione Territoriale presenta osservazioni per sanare errori che l’assessore Tontini ama definire “cosine”, deve per forza andare tutto bene, quasi senza discutere. Se invece degli errori si accorgono i cittadini è più facile respingere che accogliere le osservazioni a sanatoria. Mi riferisco alla numero 53 e ad altre.

Infine non riesco a capire la diversità tra l’allegato distribuitoci nella commissione allargata e quello accompagnante la delibera, parte sostanziale ed integrante della stessa. Mi spiego meglio. Nell’ultimo si passa dalla numero 56 alla numero 61, saltando le n. 57, 58, 59 e 60. Sono forse state sanate d’ufficio o si tratta di un errore di battitura?

Ultima considerazione le osservazioni giunte Fuori Termine. Il fatto di accoglierle o respingerle ritengo violi un preciso principio costituzionale di parità tra i cittadini. Probabilmente le osservazioni sarebbero state ben maggiori se i cittadini avessero saputo che i termini di presentazione potevano dilatarsi all’infinito.

Concludendo, qualora i numeri - da verificare - me lo consentano, come prescritto dall’art. 65 del Regolamento consiliare, richiedo la votazione per appello nominale delle risposte alle osservazioni n. 33 e 52, qualora non vengano rinviate,  e del rinvio di tutte quelle riferentesi al PAE, delle ditte e dei cittadini, per la precisione le numero 12 - 30 - 47 - 63, oltre a tutte quelle presentate Fuori Termine.

 Mirella Canini Venturini

Verdi Alternativi

[Cons. Com. 12.12.2003]