NEL ‘PROGETTO’ DI ANITA I GATTI

NON HANNO DIRITTO DI CITTADINANZA

 

Anita Tognacci, Presidente della Comunità Montana Valmarecchia, replica esprimendo la convinzione (La Voce, 2 ottobre 2003, p. 25) che non esista “una soluzione provvisoria più idonea che ricoverare gli animali al canile di San Patrignano”. Poi spiega: “Fatte le dovute verifiche nella zona non c’è una struttura simile per efficienza e pulizia. Inoltre dispone di personale qualificato e possono ospitare circa 300 cani. In estate addirittura offre il servizio di ‘albergo’ per le persone che vanno in vacanza... Ad agosto ce n’erano circa 120. So qual è il timore della Canini Venturini: quello che la scelta di San Patrignano rappresenterebbe un ostacolo per chi volesse andare a visitare gli animali. Per questo abbiamo concordato due giorni di apertura al pubblico della struttura. L’unica condizione richiesta ai visitatori è la presentazione di un documento”. “L’accordo è stato votato all’unanimità dalla Comunità Montana, ora si attende che venga stilata la convenzione”.

Per la Tognacci la costruzione di un canile di vallata sarebbe di competenza della Provincia. Lo dice in modo così disarmante che riesce anche penoso darle nei denti, come in effetti merita, insieme a chi la guida nel difficile compito che ha voluto assumersi a tutti i costi.

Più conosco questi moderni improvvisati amministratori e più mi vien voglia di rivalutare Martelli e la sua teoria “dei meriti e dei bisogni”!

Mirella Venturini