Zanzara tigre: il tormentone dell’estate



Difficile dire se siano stati più fastidiosi il caldo o la zanzara tigre di giorno, i papatacci e le tradizionali zanzare nelle ore serali.

Le nostre autorità locali hanno colpevolmente sottovalutato il fenomeno, mentre per l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) “l’introduzione della zanzara tigre in Italia e nel bacino del Mediterraneo costituisce un nuovo problema sanitario, sia  come potenziale vettore di patogeni, sia come ectoparassita”, essendo l’Aedes Albopictus (nome proprio della zanzara tigre) “un efficiente vettore di arbovirus”, rischio al momento, in Italia, solo teorico.

Secondo l’ISS “una volta che la densità della popolazione delle zanzare è cresciuta di numero, la colonizzazione comincia ad interessare i tombini del sistema di raccolta delle acque di superficie, che divengono i principali focolai larvali della specie”.

Una volta la prevenzione iniziava appunto dall’irrorazione dei tombini a partire dalla primavera. L’ISS infatti ritiene che “le operazioni di controllo antilarvale devono interessare la rete di tombini per la raccolta delle acque chiare siti nelle aree infestate, e vanno condotte per un periodo di circa 6-8 mesi ogni anno (orientativamente da aprile a tutto ottobre), seguendo un piano di lavoro che preveda il trattamento dei singoli focolai ad intervalli di 15 giorni”. Trattamento che i nostri Enti, a Santarcangelo, si sono guardati bene dall’effettuare o dal richiedere (per lo meno non ce ne siamo accorti a giudicare, soprattutto, dai risultati), a differenza di comuni quali Bologna, Forlì, Ravenna, Torino, Roma, Firenze, Cesena, Rimini... che hanno cercato per lo meno di limitarne l’espansione.

Tutti gli studiosi concordano che l’importazione delle larve di zanzara tigre sia avvenuta tramite i copertoni usati provenienti soprattutto dal Sud degli Stati Uniti.

Stando all’esperto del WWF, Stefano Petrella (numero estivo della rivista Panda) il fastidioso insetto di origine asiatica sarebbe giunto in Italia nascosto in piccole raccolte d’acqua site all’interno dei vecchi copertoni imbarcati sui mercantili. “Ed i copertoni sarebbero arrivati per permettere all’industria di riprodurre, con processi di sintesi, il ‘limonene’, una sostanza presente naturalmente nella scorza degli agrumi”.

La recente ‘riscoperta’ dei prodotti biologici - scrive Petrella - ha favorito l’immissione sul mercato di prodotti che fingono di riscoprire ricette tradizionali: bicarbonato e menta nel dentifricio, aceto nello shampoo, limone (verde, concentrato) nel detersivo dei piatti. In Italia si importano annualmente, secondo l’Istat, dalle 13 alle 16 milioni di tonnellate di copertoni usati: circa il 4-6% di questi copertoni provengono da aree endemiche della zanzara tigre, principalmente il sud degli Stati Uniti ma anche Giappone e Taiwan”.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità l’importazione di copertoni usati in Italia andrebbe regolamentata, con severi controlli e disinfestazioni, per limitare la variabilità genetica delle popolazioni ormai esistenti ma anche per evitare l’accidentale introduzione di virus esotici”.

L’Istituto Superiore della Sanità (che sin dal 1991 ha istituito un Centro di riferimento per la sorveglianza di Aedes Albopictus - cfr. anche circolari del  Ministero della Sanità n. 13/19 luglio 1991 e n. 42/25.10.1993 - e ha coordinato dal 1994 il programma nazionale di sorvglianza e controllo della zanzara in Italia) ha diramato opportune e chiare disposizioni, oltre a fornire alle Asl le competenze necessarie per la sorveglianza e il controllo di tale zanzara, ma non sembra siano state prese in sufficiente considerazione dalle nostre autorità locali se è vero, com’è vero, che appena quindici giorni fa sono state distribuite, su richiesta, compresse dimostratesi pressoché inutili, anche perché l’utilizzo non è stato generalizzato.

Poiché il piccolo vampiro è capace di superare stagioni invernali anche molto rigide (anche cinque gradi sotto zero) deponendo a fine autunno uova che non schiudono anche se immerse in acqua sino alla primavera successiva, come effettueranno la disinfestazione/prevenzione le nostre Amministrazioni locali?

Si dice che zone a rischio siano anche gli argini di fossi e torrenti, dove però non possono essere effettuati trattamenti. In questi casi la prevenzione consiste nel tenere pulite e sfalciate le sponde, ma anche a questo proposito da noi le cose non vanno troppo bene. E’ sufficiente dare uno sguardo al viale Mazzini. Dove di notte entra in funzione l’impianto idrico goccia a goccia si sono prodotti tanti acquitrini particolarmente congeniali allo sviluppo della zanzara tigre, tant’è che vi stanno crescendo le canne palustri, senza che nessuno intervenga. Erbacce talmente alte che impediscono la visuale a chi dai vialetti laterali si immette in viale Mazzini, a rischio di gravi incidenti.

Contrariamente a quanto avviene da noi, a Santarcangelo, il Comune di Cesena, in collaborazione con Hera Forlì-Cesena e Ausl hanno adottato un piano di sorveglianza capillare sul territorio. “Al monitoraggio tramite ‘ovitrappole’ si è affiancata un’intensa attività di disinfestazione pubblica per debellare i microfocolai”. Così Hera Forlì-Cesena una volta alla settimana ha irrorato i fossi stradali con un composto biologico che agisce sulla larva senza inquinare l’ambiente. “Tale attività è seguita dal trattamento dell’acqua dei pozzetti stradali, altro luogo di potenziale microfocolaio, con prodotti più aggressivi una volta ogni tre settimane”.

Perché il Comune di Santarcangelo non ha preteso le stesse prestazioni da Hera Rimini? Il Comune di Rimini ha invitato il vertice di Hera ad un’audizione della commissione consiliare presieduta da Maurizio Miserocchi (FI) che fa seguito ad una serie di interrogazioni critiche su disservizi nella raccolta rifiuti e su quelli manifestati nella lotta alla zanzara tigre, mentre il Consiglio provinciale ascolterà le giustificazioni in ordine all’aumento delle tariffe. Il Comune di Riccione intanto sta costituendo una commissione ad hoc per riportare ad Hera tutte le proteste, anche quelle presentate alla Polizia municipale. Possibile che solo Santarcangelo non abbia nulla da contestare?

A fine primavera si era diffusa la voce che Hera avrebbe distribuito a tutte le famiglie un dépliant fatto stampare ad hoc (forse “Scacco matto alla zanzara tigre”?). Che fine hanno fatto tali dépliants, stampati a nostre spese, ma mai giunti nelle nostre case?

Mirella Canini Venturini

Consigliere comunale Verdi Alternativi

Santarcangelo di Rom.