DECOLLERA’ MAI IL

CENTRO GIOVANI DI SANTARCANGELO?

La nostra Regione ha investito molto sulle politiche giovanili. Ha attivato per la prima volta i finanziamenti in conto capitale previsti dalla legge 21 del ‘96, aumentandoli costantemente, come costantemente sono aumentate le proposte presentate da enti locali ed associazioni per il co-finanziamento sulla stessa legge, tant’è che nel 2002 sono stati messi a disposizione 0,6 milioni di Euro per finanziamento di progetti in conto corrente e 2,6 milioni di Euro per quelli in conto capitale, in aggiunta ad un ulteriore milione di Euro attivato annualmente con il programma “Gioventù”, a favore di progetti con partners europei di enti locali e/o organizzazioni giovanili emiliano-romagnole.

Mi sarebbe piaciuto leggere l’inserimento del nostro Comune tra quanti hanno attinto alle provvidenze regionali, visto che per tre anni abbiamo atteso di giorno in giorno l’apertura del nostro Centro Giovani. Il 27 luglio di tre anni fa, infatti, la nostra Amministrazione comunale stipulava un contratto mediante il quale assumeva in locazione un “immobile ad uso artigianale”, nel quale era compresa la garanzia contrattuale del locatore della destinazione “ad uso artigianale”.

Mi sembra anche giusto considerare che il nostro Comune, a differenza di altri, non possiede nel suo organigramma un’apposita unità operativa preposta alla cura delle attività e dei servizi delle Politiche giovanili, a fronte dell’esigenza che le delicate e complesse tematiche non siano lasciate come attività marginale o sussidiaria di altre unità operative. I nostri amministratori non trascurano occasione per richiamarsi alle politiche giovanili del nostro Comune, senza mai enunciarle chiaramente. Il Sindaco l’ha fatto anche nella riunione delle Consulte del 25 novembre scorso. Ma a me non è stato ancora dato leggere un progetto in tal senso. Nello stesso programma di governo della maggioranza le tracce sono alquanto labili.

Le ipotesi che presiedevano l’istituzione del Centro Giovani mi avevano entusiasmato perché, finalmente, pensavo si fossero reperiti gli opportuni spazi di creazione, di scambio, perché le giovani energie intellettuali locali potessero uscire dalle mura domestiche o delle discoteche o delle sale giochi.

La costituzione dell’associazione che avrebbe dovuto gestire il Centro dava anche ogni garanzia perché i nostri ragazzi uscissero da una dimensione eccessivamente locale, evidenziandone i contenuti di crescita e di sviluppo umano e sociale, senza dimenticare i giovani che ancora non si riconoscono nell’associazione.

Più volte ho espresso la convinzione, sincera, che occorresse spingere maggiormente sull’individuazione, l’esaltazione e addirittura l’invenzione di opportunità che favoriscano l’autonomia dei giovani, ritenendola non solo un fattore di crescita umana ma, specie nella nostra realtà che ancora vede l’istituzione comunale solo come dispensatrice di favori, la migliore fucina di fattori di sviluppo della nostra società.

Non sto a ripetere la storia delle delibere che in questi tre anni abbiamo approvato; delibere sempre munite dei pareri dei competenti uffici comunali, senza che nessuno rendesse edotto il Consiglio comunale della situazione, tutt’altro che liscia, che andava maturando.

Poiché il seguito della deplorevole vicenda che ha impedito l’apertura del Centro Giovani l’abbiamo appreso col passar del tempo soprattutto dai fogli locali, ho ritenuto opportuno interrogare il Sindaco e l’assessore Foschi per conoscere:

                1. Lo stato attuale della deplorevole vicenda, della quale nessuno più parla.

                2. Se abbia un qualche fondamento la possibilità di collocare il Centro Giovani nell’attuale sede delle Poste e, in caso affermativo, quando potrà realizzarsi, a prezzo di quali spese;

                3. A quanto ammontano le spese sino ad oggi sostenute dall’Amministrazione Comunale, spese legali comprese;

                4. Se errori di valutazione nell’espletamento della procedura ci sono stati, a chi compete rifondere il danno economico subìto, oltre che dalla Pubblica Amministrazione, dalla nostra collettività, poiché nella pubblica amministrazione si gestiscono risorse della collettività, che non appartengono né ai dirigenti, né ai vertici politico-amministrativi. Eleggere una maggioranza non significa attribuirle la proprietà delle pubbliche risorse: può solo finalizzarle, incrementarle, trasformarle, ma non sperperarle.

Infine vorrei sapere se la nostra Amministrazione si sia attivata a livello regionale per l’assegnazione dei contributi previsti dall’art. 4 della legge n. 21 del 1996 e successive modificazioni per “la ristrutturazione e l’adeguamento di strutture destinate ad attività rivolte ai giovani”.

Mirella Canini Venturini

Lista Verde Alternativa

[Cons.Com.le 12.06.2003]