HA SENSO PRESENTARE INTERROGAZIONI

QUANDO CHI DEVE DECIDERE  HA GIA’ IRREMOVIBILMENTE DECISO?

Interrogazione presentata e illustrata

al Consiglio Comunale del 15 aprile 2003

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            Premesso:

*         che da tempo si progetta la costituzione del “sistema emergenza” della Romagna, “Romagna Soccorso”, fondato sull’aggregazione delle strutture chiamate a fornire risposte in ordine alle emergenze;

*         che il progetto è da tempo avviato tra le Ausl di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini;

*         che il nuovo “sistema emergenza” dovrebbe sfociare nella Centrale Operativa 118 unica da collocarsi a Ravenna, pur prevedendo la continuità operativa delle Centrali periferiche di Cesena, Forlì e Rimini, collegate funzionalmente a quella ravennate;

*         che il progetto è già stato presentato alle Conferenze territoriali sanitarie di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini, richiedendone il necessario parere;

*         che anche il nostro Comune è rappresentato nella Conferenza territoriale sanitaria riminese;

*         che tra gli obiettivi dichiarati è anche la razionalizzazione/ottimizzazione delle risorse;

*         che già attualmente funzionalmente le varie centrali collaborano tra loro con interventi su zone di confine: ad esempio tra Cesena e Rimini c’è sempre stata una efficiente collaborazione in ordine agli interventi nel tratto autostradale come tra Santarcangelo e Savignano o Cesenatico e Bellaria, con interscambio di ambulanze in caso di molteplici interventi;

*         che il progetto riporta obiettivi di fatto già attuati;

*         che gli elementi riportati nella Proposta per l’organizzazione del Sistema Emergenza 118 del territorio romagnolo non sempre vanno al di là delle enunciazioni;

*         che la costruzione della centrale ravennate è già costata diversi miliardi di vecchie lire, in una realtà, Ravenna, che registra un forte disavanzo del bilancio sanitario rispetto alle altre Ausl romagnole;

*         che per quanto attiene il personale la centrale unica non rappresenta alcuna innovazione, semmai una ripetizione di quanto già in essere;

*         che il bacino d’utenza considerato si aggira sul milione di abitanti, non considerando, assurdamente, l’incremento turistico per diversi mesi dell’anno, ancor meno la disomogeneità dello stesso territorio romagnolo;

*         che dallo studio di fattibilità non emerge una corretta ed imprescindibile analisi tra costi, benefici e rischi, tant’è che il gruppo di lavoro preposto al progetto conclude testualmente: “Ritiene inoltre che, soddisfatte le indicazioni tecnologiche e strutturali contenute nel documento, pur in assenza di evidenze scientifiche a favore del nuovo modello organizzativo indicato, l’attivazione del progetto possa assicurare elevati livelli di efficienza ed efficacia del coordinamento dell’emergenza nell’ambito territoriale di pertinenza”.

 

Interrogo il Sindaco e soprattutto l’assessore ai Servizi socio-sanitari

per conoscere:

1.        Quale giudizio ha espresso il Sindaco o suo delegato intervenendo alla Conferenza Territoriale sanitaria;

2.        In quale considerazione è stato tenuto il giudizio alquanto negativo espresso dai tre sindacati confederali e dagli operatori del 118 riminese;

3.        Se non ritengano che uniformi livelli di assistenza in tutto il territorio romagnolo si possono assicurare anche senza costruire un ulteriore “mostro sacro” che non potrà non determinare nuovi costi;

4.        Se, viceversa, sono state quantificate economie di scala derivanti dall’attuazione della centrale unica;

5.        Se tale innovazione inciderà economicamente sul nostro Comune, soprattutto in un’ottica di federalismo.

Mirella Canini Venturini

Verdi Alternativi

 

Sin qui il contenuto integrale dell’interrogazione. A questo aggiungo poche altre considerazioni.

Se è vero quanto riportato il 21 febbraio scorso da un foglio locale, cioè che il varo della centrale unica “verrebbe accompagnato da un potenziamento di servizi sul territorio in termini di mezzi (ambulanze) e presidi”, non riesco a comprendere perché lo stesso potenziamento - più ambulanze, più personale e più strumenti - non potesse essere concesso al 118 riminese.

Anch’io, come il collega Lugaresi di Rimini, ritengo assurdo che la Conferenza sanitaria sia presieduta dal presidente della Provincia, anziché dal sindaco del capoluogo, che oltre tutto è un medico.

Il direttore generale s’è fatto in quattro per giustificare la scelta, ma non parla mai di costi. Sarei grata a chi partecipa alla Conferenza territoriale in rappresentanza del nostro Comune, di volercene dettagliatamente parlare poiché si dice che occorra reperire 5 miliardi di vecchie lire, ma non si dice come.

Infine il consiglio provinciale il 18 marzo non ha espresso gradimento alla prospettiva della centrale unica a Ravenna. Mi risulta che tra i cosiddetti dissidenti ci fosse anche il consigliere concittadino diessino Giorgio Pecci insieme ad altri due colleghi di partito. E Pecci è tutt’altro che un superficiale. Constatazione che mi convince ancor meno sulla bontà dell’operazione. Operazione che, stando a quanto dichiarato ieri dal sindaco di Rimini alla stampa locale, non sembrerebbe ancora conclusa se è vero che “la commissione messa in piedi ad hoc dovrà essere convocata per esaminare le osservazioni delle organizzazioni sindacali e solo con tutti gli elementi in campo sarà fatta una scelta.

Gradirei comunque una risposta che non mirasse solo a rendere più dolce la pillola che altre istituzioni vogliono farci inghiottire, ma rappresentasse anche la posizione assunta dal nostro Comune nell’ambito della Conferenza territoriale.

 

Mirella Canini Venturini

[Cons. com.le 15.04.2003]

 

 

[Il Sindaco si è ripromesso di organizzare un Consiglio comunale con la presenza del direttore generale dell’Ausl. Ho chiesto se era possibile, nell’occasione, far intervenire anche i sindacati dei lavoratori in contraddittorio. La mia proposta, naturalmente, non è sembrata accettabile perché disturberebbe il manovratore].