Santarcangelo di Rom.

LA LISTA VERDE ALTERNATIVA

SULL’INTEGRAZIONE DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA

PER IL PIANO SOCIALE DI ZONA

Ritengo il Piano sociale di zona un atto importante poiché, almeno in teoria, rappresenta il contratto fondamentale in cui sono definiti ruoli, responsabilità e risorse che ciascun soggetto mette in campo attraverso il processo della concertazione dei programmi. Importante anche perché, purtroppo sempre in teoria, dovrebbe trattarsi di uno strumento che consente ai cittadini di ottenere una migliore razionalizzazione e qualità delle prestazioni.

Contestualmente, però, avrebbe dovuto essere costruito e istituito una sorta di “Patto contro l’esclusione sociale”, supportato da un opportuno servizio di informazione e documentazione sui temi dell’esclusione sociale e della povertà.

La stessa delibera regionale, richiamando alcuni aspetti generali previsti dal piano nazionale, prevede che il processo di pianificazione non debba essere visto in termini meramente amministrativi ma debba prevedere l’attivazione di azioni responsabilizzanti, concertative, comunicative  che coinvolgano tutti i soggetti in grado di dare apporti nelle diverse fasi progettuali. Fra questi soggetti rientrano a pieno titolo anche i sindacati, non citati dall’assessore nella sua esposizione alla Commissione consiliare, mentre sarebbe stato interessante conoscerne il giudizio e le eventuali proposte. L’azione sindacale potrebbe avvantaggiare la stessa amministrazione locale in quanto dovrebbe fungere da stimolo all’innovazione negli stili di governo, oltre a sollecitare una capacità di intervenire in campo sociale, probabilmente più appropriata e incisiva di quella che si avrebbe senza la sponda di un interlocutore esterno autorevole e determinato - sempre che lo sia - che intervenga quale  fattore di coordinamento dell’azione e controllo dei risultati, riducendo i rischi di sottoutilizzo del potenziale innovativo, e agendo da vincolo benefico che sollecita ad agire, riducendo i rischi di inconcludenza, sempre insiti in questi piani.

Un atto importante anche perché le prestazioni esigibili territorialmente dal cittadino bisognoso di assistenza saranno solo quelle comprese nei Piani di Zona e non altre.

Proprio in considerazione di questo, pur votando favorevolmente, mi sento in dovere di esprimere alcune perplessità.

Chiaramente a noi è giunta solo la sintesi del lavoro svolto, ma non sarebbe stato chiedere troppo offrire alla nostra conoscenza, ad esempio, una stima corretta del livello di povertà della popolazione della Zona, che non può che basarsi sul rapporto distribuzione dei redditi/consumi, anche se non può essere trascurata una valutazione della “dimensione soggettiva” della povertà, ovvero della percezione dei singoli cittadini rispetto allo status economico. Ogni anno aumenta sicuramente il numero di coloro che si sentono “più poveri”, anche se statisticamente la Zona potrebbe avere un imponibile Irpef per contribuente superiore alla media.

Così sarebbe stato interessante, visto che si parla di programmazione, conoscere il numero di soggetti locali che si sono rivolti ad un servizio pubblico per problemi di tossicodipendenza e di alcolismo, quale andamento negli ultimi anni, se il numero è in diminuzione, aumento o stazionario, quali fasce d’età e sesso sono maggiormente interessate, quali sostanze d’abuso primarie, eventuale diffusione di Epatite B, C e HIV nella popolazione tossicodipendente locale, ecc.

Stesso discorso per quanto attiene l’immigrazione e il reinserimento sociale di soggetti con dipendenze.

Tutti elementi che avrebbero dovuto servire a noi per valutare la correttezza dell’integrazione che ci accingiamo a votare e valutare la qualità dei risultati raggiunti nella prima fase, anche in termini di soddisfazione dell’utenza e dell’uso efficiente delle risorse.

Si dice spesso che i nostri Comuni hanno privilegiato da sempre il sostegno alle persone disabili e alle loro famiglie, investendo in strutture e servizi, ma si evita di dire, al contrario, che, dovendo ripianare i debiti lasciati dalla precedente sciagurata gestione dell’Ausl, si è partiti riducendo drasticamente la fisioterapia ai disabili. Anche il nostro Comune fa parte della Conferenza Territoriale Sanitaria, ma probabilmente nessuno se n’è accorto. Sottovalutando questo diventa ridicolo e strumentale organizzare poi le manifestazioni sportive ad hoc nell’anno internazionale del disabile.

I disabili vogliono correre ma prima ancora vogliono essere posti in condizione di stare in piedi e camminare.

Le manifestazioni contribuiscono a fare immagine, soprattutto ad un anno dalle elezioni amministrative, ma io resto nella convinzione che l’immagine che resiste nel tempo sia quella creata dall’erogazione di idonei servizi.

Mirella Canini Venturini

[Cons. Com. 14.04.2003]

 

[L’assessore ai servizi socio-sanitari ha confermato l’intervento del Sindacato].