L'odissea dell'antico organo della Cattedrale |
M° Luigi Celeghin |
Nel panorama italiano del
movimento legato alla catalogazione, salvaguardia, tutela e restauro dell'organaria
antica, la regione Puglia si colloca, meritevolmente, tra le più attive d'
Italia. Infatti, attraverso una sensibilizzazione partita intorno agli anni sessanta ad opera del sottoscritto, e via via arricchitasi con nuove iniziative quali schedature, ricerche sistematiche, utilizzo, il tessuto culturale ha acquisito un positivo atteggiamento verso quei valori storici ed artistici, inspiegabilmente per qualche decennio sottovalutati. L'odissea dell'antico organo della Cattedrale di Otranto è emblematica. Lo strumento originariamente era collocato in cantoria in cornu Evangelii, contrapposto al seggio vescovile; nell'anno 1947, con l'inizio dei lavori di ripristino della Cattedrale, la cantoria venne demolita, e lo strumento, grazie ad alcune persone accorte e sensibili, trasportato con le sue parti essenziali (cassa, somiere maestro, canne alla rinfusa), nella navata sinistra a ridosso della parete. Una prima schedatura dello stesso venne fatta dallo scrivente in data 17-7-1964, ed una seconda, più che circostanziata il 26-10- 1983. Pur avendo dotato, negli anni 1959/60, la Cattedrale di un nuovo strumento (organo Fratelli Ruffatti - Padova), a nessuno dei responsabili depositari pro tempore, è venuta mai meno la speranza di un recupero filologico dell'antico manufatto. Giunge finalmente, nel 1986, l'atteso smontaggio e trasporto in laboratorio per l'inizio dei lavori di restauro ad iniziativa del Presule Mons. Vincenzo Franco, oggi Arcivescovo Emerito di Otranto. Ma l'odissea non doveva finire: il celeberrimo mosaico pavimentale della Cattedrale aveva urgente bisogno di restauro, e l'organo poteva rientrare solo dopo la sistemazione del pavimento, cosa che avvenne dopo ben nove anni di attesa. Un lungo tempo ma non trascorso inutilmente,
viste le varie problematiche legate allo stato del materiale recuperato ed
alle caratteristiche emerse nel corso dei lavori. Dopo varie ricerche
(dall'archivio della Cattedrale non è emersa finora alcuna documentazione
relativa all'organo), confronti, sopralluoghi, misurazioni, ecc......, si
può dedurre con sufficiente attendibilità che lo strumento sia opera dei
fratelli Simone e Pietro Kirker (o Chircher, Khyrcher), maestri organari
di Gallipoli. Un'attendibilità suffragata da precisi riscontri effettuati
sia sull'organo della chiesa di San Nicola di Corigliano d'Otranto, sia su
quello della Parrocchiale "San Lorenzo Martire" di Sogliano Cavour. Per
quest'ultimo fa fede un manoscritto dell'archivio parrocchiale "Libro di
Battezzati" - anno 1751 - "L'organo della chiesa di questa terra di
Sogliano fu fatto nell'anno 1751, cioè l'orchestra, e piede da M.tro
Donato Longo da Morigeno; le canne, la manticeria e bancone dalli Sig.ri
M.tri Simone e Pietro Kirker da Gallipoli commoranti in Cursi". Per la
databilità è abbastanza significativo lo stemma superstite che sormontava
la parte superiore della cassa dello strumento, riferito all'episcopato di
Michele Orsi (1722-1752); data pienamente coincidente con l'attività dei
fratelli Kirker.
Un'opera partita dalle macerie, fortemente voluta e pazientemente
ricostruita. Un tassello importante della storia organaria pugliese che,
nonostante i sicuri apporti dei modelli napoletani, dimostra una sua
presenza, un suo vigore, una sua caratterizzazione. Gli oriundi fratelli
Kirker nel Salento ed i De Simone (Pietro, Nicola, Fernando) nel barese;
questi, almeno finora, tra tanti altri, i nomi più presenti e per il
numero di opere riconosciute e per la loro qualità. Roma, 19 - 6 - 1995
Luigi Celeghin
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