Home Messi Ronaldo Pele Maradona Cruyff Beckembauer Van Basten Zico BatistutaFranz Beckembauer!Per
capire come mai veniva soprannominato "il Kaiser" (l'imperatore) basta
gettare uno sguardo alla cineteca dedicata alle leggende del calcio per
notare l'autorità e l'eleganza che Franz Beckenbauer mostrava in campo,
oppure più semplicemente basterebbe gettare uno sguardo anche breve,
alla sua carriera, la quale si può riassumere in un unico dato: ha
vinto tutto. Come se non bastasse è stato il primo ad aver vinto i
Campionati Mondiali di calcio sia come giocatore che come allenatore.
Naturale che nel suo paese, la Germania, venga rispettato e idolatrato
come un monumento.
Rispetto gli è dovuto anche per la carriera
spettacolare che lo ha visto arrivare al successo partendo dal
quartiere operaio di Monaco, in cui Franz Beckenbauer è nato l'11
settembre 1945. Alla città di Monaco e alla sua squadra, il Kaiser deve
davvero tutto. Entra nella rosa juniores del FC Monaco a soli dieci
anni, si impone in gran fretta, e a quattordici anni entra a far parte
delle giovanili del Bayern. Un salto di qualità di gran classe e che
riesce a pochi fra i giovani virgulti.
La famiglia lo segue con
affetto in queste sue peregrinazioni calcistiche, anche se le
difficoltà economiche e lo scetticismo generale dei genitori lo
costringono a lavorare, fra una partita e l'altra, come praticante
assicuratore. Poco dopo le due attività diventano inconciliabili: Franz
è costretto ad una scelta e così, con gran coraggio (anche perché
all'epoca il calcio non era quel business che è oggi) lascia tutto e
nel 1964 debutta da professionista con il Bayern.
Non passa
neanche un anno e nel 1965 il suo nome si ritrova tra i convocati della
Nazionale (Germania Ovest), a Stoccolma, contro i padroni di casa, in
una partita decisiva per le qualificazioni ai Mondiali del 1966 in
Inghilterra: grazie alla sua proverbiale freddezza, Franz Beckenbauer
non delude, gioca una gran partita e trascina la Germania Ovest nella
rosa delle squadre destinate a disputarsi la coppa del mondo. Ed è
proprio ai Campionati organizzati dall'Inghilterra che tutto il mondo
scopre "Kaiser" Franz ed il ruolo da lui inventato: il libero
d'attacco, che insieme al suo allenatore del Bayern, Taschik Cajkovski,
stava sviluppando. Il risultato? Un Mondiale da protagonista, con
quattro gol messi a segno (i tedeschi persero 4-2 la finale con i
padroni di casa inglesi).
Ai mondiali messicani del 1970
Beckenbauer è uno dei protagonisti di una delle partire più celebri
nella storia del calcio planetario: quella semifinale "Italia-Germania,
4-3" a cui sono stati dedicati film, libri, targhe commemorative oltre
che a fiumi di inchiostro. Beckenbauer e compagni ebbero la sfortuna di
trovarsi davanti l'Italia di Mazzola, Riva, Rivera, Facchetti e
Boninsegna.
Beckenbauer con la sua nazionale disputerà ben 103
incontri, tutti tra il 26 settembre 1965 ed il 23 febbraio 1977 (ultima
partita, contro la Francia). Con la maglia del Bayern, ad eccezione
della Coppa Uefa, Beckenbauer vince tutto il possibile: Coppa delle
Coppe, Coppa di Germania, Coppa Intercontinentale, Campionato Europeo.
Dopo il terzo scudetto di fila guida la sua Nazionale ai Mondiali
casalinghi del 1974: sarà lui ad alzare la coppa dei vincitori. Non
poteva mancare il Pallone d'Oro, che Kaiser Franz si è aggiudicato per
ben due volte.
A trentadue anni, sazio di successi, esce di
scena, ma ancora non abbandona il calcio giocato. Nel 1977 si
trasferisce in America, dove gioca con la squadra di New York (al
fianco del redivivo Pelè) e comincia a vincere anche oltre oceano; dal
1977 al 1980 arrivano i trionfi nel campionato di calcio statunitense
con la maglia dei Cosmos.
Nel 1984, lasciato il calcio giocato,
Beckenbauer è ambito da giornali ed emittenti televisive, fino a quando
gli viene offerta la possibilità di allenare la nazionale maggiore.
Succede così a Jupp Derwall come commissario tecnico della Germania
Ovest. La scommessa è vincente: dopo un secondo posto ai Mondiali
messicani del 1986 (sconfitti in finale dall'Argentina del Pibe De Oro
Diego Maradona), la nazionale tedesca si prende la rivincita sugli
argentini quattro anni più tardi, nei mondiali di Italia '90.
Beckenbauer entra nella storia: nessuno fino a quel momento vantava un
mondiale vinto da giocatore ed uno da allenatore.
Lasciata la
panchina della nazionale nel 1993, dopo una breve parentesi come
allenatore dell'Olympique di Marsiglia, torna al Bayern come
vicepresidente. Nel 1994 allena la squadra in cui ha speso la sua vita,
portandola a vincere il campionato. Poi ne diviene presidente coronando
un altro sogno. Nel 1998 Franz Beckenbauer, persona seria che ha sempre
concesso poco al gossip, è nominato "giocatore tedesco del secolo" e
contemporaneamente boccia l'idea del regista Tony Wiegand di un film
sulla sua vita. D'altronde, quale pellicola potrebbe ricreare la sua
immensa classe? Quella miscela di grazia e di eleganza, unite ad un
fisico atletico e all'ottima visione di gioco, che gli hanno dato la
possibilità di sfruttare ogni errore delle difese avversarie e di
diventare un giocatore assolutamente unico nel ristretto panorama dei
veri fuoriclasse.