Il Risorgimento
e le Guerre di Indipendenza


Con il termine Risorgimento la storiografia designa il periodo della storia d’Italia durante il quale la penisola venne unificata politicamente. Il termine tende a fornire un'interpretazione in positivo del periodo, come rinascita di un'unità nazionale per lungo tempo perduta.
Le speranze suscitate dall'illuminismo e le idee della Rivoluzione francese portate in Italia da Napoleone, alimentarono gli ideali nazionalistici e le aspettative di indipendenza del popolo italiano. In tale panorama sovversivo infatti fiorirono infatti salotti borghesi che, sotto il pretesto letterario, crearono vere e proprie società segrete, come quelle dei Carbonari fondata nei primi anni dell’800.
Fondamentale per l'unificazione dell'Italia sotto un'unica bandiera e un'unica guida politica furono tre guerre combattute dagli Stati italiani contro l'Austria che allora occupava il Lombardo-Veneto. Queste tre guerre vengono comunemente chiamate Guerre di Indipendenza.
Prima guerra di indipendenza: nel 1848 Carlo Alberto di Savoia Re del Regno di Sardegna si pose a capo di una coalizione di Stati italiani che dichiararono guerra all'Austria. Tuttavia il conflitto si concluse già nella primavera successiva con la sconfitta sabauda di Novara, cui seguì l'abdicazione di Carlo Alberto in favore del figlio Vittorio Emanuele II.
Seconda guerra di indipendenza: nel 1858 Camillo Benso conte di Cavour primo ministro del regno di Sardegna firma un accordo di mutua assistenza in caso di guerra con Napoleone III. Nel 1859 grazie a una serie di stratagemmi il Regno di Sardegna riesce a farsi dichiarare guerra dall'Austria. La guerra inizialmente si svolge nel nord Italia dove gli eserciti piemontesi e francesi riescono a vincere quelli austriaci e a conquistare buona parte del nord Italia. Nel 1860 Garibaldi salpa da Quarto con i suoi uomini e dà l'avvio alla Spadizione dei Mille. La spedizione di Garibaldi innesca la guerra anche nel sud Italia e dopo una serie di guerre nel 1861 il regno sabaudo acquisisce il sud d'Italia e Vittorio Emanuele II assume il titolo di Re d'Italia. Nel gennaio 1861 si tennero le elezioni per il primo Parlamento unitario. Su quasi 26 milioni di abitanti, il diritto a votare fu concesso dai nuovi governanti solo all'1,8% della popolazione.
Terza guerra di indipendenza: alla riunificazione completa dell'Italia mancavano ancora l'acquisizione del Veneto e di Roma. Il nuovo Stato italiano era poco incline a iniziare una nuova guerra mentre i rivoluzionari italiani puntavano a realizzare delle spedizioni come la Spedizione dei Mille che fruttando l'appoggio della popolazione locale permettesse la liberazione dei territori. Una spedizione di Garibaldi contro lo Stato pontificio fu fermata dall'esercito italiano, che temeva una guerra con la Francia che allora proteggeva lo Stato pontificio. Nel 1866 il regno d'Italia si alleò con la Prussica contro l’Austria. La guerra in Italia fu un insuccesso ma la vittoria prussiana consentì al regno d'Italia di annettere il Veneto. Nel 1870 l'esercito francese abbandonò Roma e l'esercito sabaudo, nel quale operava un raggruppamento di bersaglieri che sfondò le difese murarie di Porta Pia, conquistò la città annettendola al Regno d'Italia e l’anno seguente Roma divenne Capitale.


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