LE VETRATE SIMBOLICHE
Articolo pubblicato sul "Cupolone" n°6 2003 e n°7 2004 Immaginare la chiesa di Calusco senza vetrate colorate è davvero difficile, eppure fino non troppo tempo fa, al posto delle vetrate colorate c’erano delle finestre con vetri trasparenti protette all’esterno da inferiate come quelle tra lo “scurolo” e la sacrestia, visibili dall’oratorio. Pochi anni dopo il centenario della fondazione (1954) ci furono parziali restauri ed aggiunte o modifiche in vari punti della nostra chiesa. Nel 1960 la sostituzione delle vetrate si era resa necessaria in quanto la luce che filtrava all’interno della chiesa, creava fastidiosi fasci di luce (anche se molto scenografici) e bisognava sempre ripiegare su delle tende, sicuramente antiestetiche in una chiesa. Le due vetrate nell’abside furono le prime ad essere collocate al loro posto, successivamente vennero ultimate quelle degli evangelisti e infine la vetrata dell’incoronazione di Maria. Le vetrate simboliche dell’abside rappresentano il nutrimento dell’anima e il nutrimento del corpo e si possono leggere proprio come se fossero dei libri: in alto il titolo e sotto i capitoli. |
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DATI TECNICI: Inizio lavori: 1960 Committente: Don Luigi Motta Autore disegni: Claudio Nani Provenienza vetri: Germania (Mittinger 8L Co-Darmstadt) Realizzazione: Ditta Taragni. Fate riferimento allo schema per sapere la posizione delle vetrate e i relativi soggetti. |
IL
NUTRIMENTO DELL'ANIMA L’AGNELLO animale sacrificale è simbolo di Cristo, definito Agnello di Dio dallo stesso Giovanni Battista. L'agnello con l'aureola quindi è la rappresentazione simbolica di Gesù, sotto di Lui il libro dell’Apocalisse e tra le zampe la bandiera tipica di Cristo risorto. Questa semplice immagine riassume il significato della resurrezione e la vittoria di Cristo sulla morte. Osservando la figura, si può notare che la posizione delle zampe dell’Agnello è stata studiata in base alla suddivisione a spicchi della mezzaluna. |
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IL PELLICANO, che si lacera il petto per sfamare i suoi figli (come ha fatto Gesù dandoci l’Eucarestia) per questo suo gesto (derivante da un racconto medievale) il pellicano è anche il simbolo dei donatori di sangue. | IL PAVONE che si nutre dei grani d’uva, simbolo d’immortalità, come per chi riceve l’Eucarestia. IL GRAPPOLO D'UVA allude a Cristo vite e a Cristo dono eucaristico. Questo tipo di raffigurazione è uno dei primo a comparire nell'arte cristiana. | |
IL PESCE e IL PANE, uno dei simboli più antichi, usati dai cristiani nelle catacombe per simboleggiare l’Eucarestia. (la scelta di questo tipo di raffigurazione fu determinata dal fatto che la parola PESCE in greco si pronuncia ictùs cioè l'acrostico di Gesù Cristo Figlio di Dio) . | E infine l’Eucarestia rappresentata come la fonte della vita a cui si abbeverano delle COLOMBE. L'immagine della colomba deriva dalle descrizioni bibliche dell'arca di Noè e successivamente anche nei vangeli come immagine dello Spirito Santo. |
IL
NUTRIMENTO DELL'UOMO In alto,
nella mezzaluna come se fosse il “titolo” troviamo L'ARCA
DELL'ALLEANZA, custodita da due teste d’angelo.
L’alleanza
tra Dio e l’uomo assicura agli uomini i beni materiali rappresentati nei
riquadri sottostanti, che non a caso rappresentano i tre regni: mare,
cielo e terra.
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IL PISTRICE (mostro marino) deriva dalla storia di Giona, considerata dagli esegeti come la prefigurazione della Passione e della rinascita. | IL CORVO con il pane nel becco è riferito alla figura di S. Elia, che deciso a lasciarsi morire è stato salvato da un corvo (inviato da Dio) che gli portava del cibo. | |
IL CERVO che si abbevera alla fonte fa riferimento direttamente al salmo 41 "Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio" e rappresenta i fedeli che cercano Dio. | Il mazzo di SPIGHE è il frutto del lavoro dell'uomo, ma anche la materia principale da cui si ricava il pane, simbolo dell'Eucarestia. |
LE VETRATE DEI QUATTRO EVANGELISTI
Su disegno
dell’artista Claudio Nani, vennero realizzate le quattro vetrate
rappresentanti gli Evangelisti, tali rappresentazioni però non sono semplici
figure di santi, ma contengono al loro interno scritte e simboli che completano
la storia del personaggio. Le
iscrizioni riportate sui libri sono le frasi più significative che ogni
evangelista ha scritto nel proprio vangelo, mentre i simboli ai loro piedi,
l’aquila, il toro, il leone e “l’angelo” sono i simboli a loro
associati. La fonte di
questa convenzione iconografica è un brano di Ezechiele, in cui il profeta
descrive una visione di quattro esseri (il tetramorfo) che avevano tale
aspetto…e anche nel libro della Rivelazione si trovano descritte
quattro creature analoghe che circondano il trono di Dio.
Gli esegeti medievali trovarono a questa simbologia una spiegazione nei vangeli stessi: Matteo è rappresentato come un uomo perché il suo vangelo inizia con l’albero genealogico di Cristo; Marco è un leone perché esordisce con la frase“voce di uno che grida nel deserto” allusione a questo animale; a Luca è associato il toro (animale sacrificale) perché il suo vangelo inizia con il sacrificio del sacerdote Zaccaria; quanto a Giovanni, egli è l’aquila, l’uccello che vola più in alto nel cielo, poiché la sua visione di Dio è la più diretta rispetto agli altri evangelisti. Nelle raffigurazioni più antiche si possono trovare gli evangelisti rappresentati direttamente come questi simboli e non come figure umane, talvolta con l’aggiunta di ali per indicare la loro natura spirituale, da qui il leone alato di S.Marco, il toro alato di S.Luca e l’angelo di S.Matteo che in realtà sarebbe un uomo alato.
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San
GIOVANNI. (vetrata
n°3) Dei quattro evangelisti,
questa fu la prima
vetrata ad essere messa in opera , in onore di Papa Giovanni
XXIII. Sul
cartiglio nella mano sinistra troviamo l’iscrizione latina “In
principio erat verbum” (Giovanni
1,1) La testa
e lo sguardo di questo evangelista, sono rivolti verso l’alto, anche la mano è posta in alto e l’evangelista sembra quasi
scrivere nell’aria mentre è in contemplazione. Questi particolari
indicano che Giovanni è colui che ha avuto una visione più diretta di
Dio rispetto agli altri evangelisti e ovviamente anche il suo Vangelo. (Anche
sugli affreschi nella chiesa di Medolago, S.Giovanni è l’unico degli
evangelisti ad essere dipinto con lo sguardo verso l’alto.) Ai
suoi piedi l’aquila, simbolo del tetramorfo associato a S.Giovanni.
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San LUCA.
(vetrata
n°4) L’iscrizione di questa vetrata è la più lunga e anche se è incompleta (perché coperta dal braccio) è stato possibile decifrarla in quando compare anche il altre rappresentazioni di S.Luca. “Fuit in diebus Herodis regis Iudae sacerdos” "Al tempo di Erode, re della giudea, vi fu un sacerdote". La frase è riferita al sacerdote Zaccaria e al suo sacrificio, il vangelo di Luca infatti inizia proprio con questo avvenimento. Il simbolo del toro è stato associato a S.Luca proprio perché animale sacrificale. Rispetto agli altri simboli, la figura del toro è l’unica a non essere rappresentata per intero, forse proprio a causa delle grandi dimensioni dell’animale.
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San MARCO. (vetrata n°5) Le
iscrizioni che possono accompagnare la figura di S.Marco sono molte, ma
quella più diffusa è “Initium
evangelii Jesu Christi filii dei”
Inizio del vangelo di Gesù Cristo figlio di Dio. (Marco 1,1) Secondo
Papia, uno degli antichi padri della Chiesa, S.Marco fu interprete di
S.Pietro, da qui la tradizione popolare secondo cui S.Marco scrisse il suo
vangelo ascoltando le predicazioni di S.Pietro. Il
simbolo a lui attribuito è il leone, in associazione ad una frase del suo
Vangelo: “voce di uno che grida nel deserto” Per
indicare la sua natura spirituale, talvolta possiamo trovare questo
simbolo con l’aggiunta di ali, come per esempio il leone alato di
S.Marco, simbolo di Venezia. |
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San MATTEO. (vetrata
n°6) Secondo la
tradizione S.Matteo è l’autore del primo dei Vangeli. Sul cartiglio troviamo la scritta: “Liber generationis Jesu Christi” Genealogia di Gesù Cristo. (Matteo 1,1) A S.Matteo è associata la figura di un uomo perché il suo vangelo inizia con l’albero genealogico di Cristo. Come per il leone e il toro, anche a questa figura vennero aggiunte le ali come simbolo di creatura spirituale e così nell’iconografia classica divenne poi un angelo. In questa vetrata, anche S.Matteo guarda verso l’alto, ma non ha in mano la penna… la riceve dall’angelo senza nemmeno guardarla, quasi come se le parole che stesse ascoltando guidassero la sua mano. Essendo l’unica vetrata con questo tipo di rappresentazione, potrebbe essere una simbologia riferita alla sua chiamata da parte di Gesù. Come nel famoso quadro di Caravaggio (Vocazione di S.Matteo) dove si vede Matteo, esattore delle tasse, che viene chiamato da Gesù.
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LA VETRATA DELL'INCORONAZIONE
La vetrata dell’Incoronazione (vetrata n°7) posta sopra l’ingresso principale della nostra chiesa, è inscritta in una forma a mezza luna e come soggetto riprende il dipinto del Galizzi affrescato sul soffitto del cupolino. |
Essendo tutta la
chiesa dedicata alla Madonna e in particolare a lei come Immacolata concezione,
la rappresentazione della sua incoronazione è un evento importantissimo. La
vetrata ad arco è stata suddivisa in tre parti, nelle due laterali troviamo due
angeli festanti con in mano la palma, (oltre ad essere simbolo del martirio e
delle vittorie militari nell’antica Roma, la foglia di palma è anche simbolo
specifico dell’Immacolata concezione)