GLI AFFRESCHI DELLA CUPOLA

Articolo pubblicato sul "Cupolone" n°9 2004. Testi e grafica di Stefano Vimercati

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 Nel 1876 Luigi Galizzi (1838-1902) intraprende la decorazione della nuova chiesa di Calusco (dedicata alla Vergine Maria) su progetto dell’architetto Antonio Preda. (La madre di Luigi Galizzi, Santa Colleoni era originaria proprio di Calusco e la famiglia occupava una posizione di prestigio nella zona.)
La realizzazione dell’intero apparato pittorico, occupò il pittore fino al 1884 e costituì l’opera più impegnativa e di maggior prestigio nella sua carriera, il quale ne fa specifica menzione nella domanda di partecipazione al concorso per la cattedra di pittura all’Accademia Carrara nel 1884: "…soprattutto prego la Nobile Commissaria di voler accordare la sua attenzione alle mie pitture di Calusco (…) perché ivi ebbi la fortuna di dipingere io solo tutta una chiesa nuova e grandiosa, potendo così collegare in certo modo fra loro le singole medaglie a formare un’opera colossale" (Archivio Accademia Carrara).

Il particolare che contraddistingue la nostra chiesa dalle altre della zona, è sicuramente la cupola, imponente e maestosa è visibile addirittura da città alta (Bg).

La parte esterna è conosciuta a tutti dal punto di vista architettonico, quindi la parte interna dovrebbe essere altrettanto conosciuta dal punto di vista artistico. Però, prima di andare a descrivere i dettagli, vale la pena fare un’introduzione sugli affreschi messi in relazione tra loro e in particolar modo alla loro posizione simbolica.

Osservando la cupola dall’interno, la prima cosa che si nota è che l’intero ciclo di affreschi è dedicato alla Madonna (il Dogma dell’Immacolata Concezione risale al 1854 e negli anni successivi molte chiese in tutta Italia, furono dedicate alla Madonna, tra cui la nostra.)

I temi degli affreschi sembrano all'apparenza messi alla rinfusa, in quanto non seguono un ordine logico, (in senso orario o antiorario) per riuscire a dargli un ordine, dovremo considerare le basi del simbolismo e fare dei paragoni con altre chiese, in cui ci sono rappresentazioni di eventi messi in ordine cronologico…come per esempio la Cappella Sistina.

Gli affreschi delle chiese, sono messi in relazione con quanto sta sotto di loro… per fare un esempio lampante: la Colomba dello Spirito Santo è sempre dipinta sopra l’altare o il tabernacolo, perché tra loro c’è un forte legame simbolico.

Altro esempio: Negli affreschi della cappella Sistina le raffigurazioni della “Creazione dell’universo” e della “Creazione dell’uomo” iniziano sopra la zona dove stanno i sacerdoti, mentre gli affreschi con le storie dell’uomo, dopo “ la cacciata di Adamo ed Eva” sono sopra ai fedeli.

I riquadri con gli avvenimenti più antichi, sono sempre vicini all’altare, mentre gli avvenimenti più recenti (quindi umani) sono più vicini ai fedeli.

Riassumendo, si può dire che: All’origine di tutto c’è Dio, quindi più un affresco rappresenta un evento antico, tanto più sarà vicino all’altare; questa introduzione, seppur spiegata in modo sintetico, ci aiuterà a capire la disposizione simbolica degli affreschi nella chiesa di Calusco.

Negli spicchi più grandi troviamo i temi principali che sono posti l’uno di fronte all’altro e sono legati tra loro dallo stesso tema conduttore, per esempio:

Nello spicchio (A) la Madonna dipinta come l’Immacolata Concezione, arriva dal cielo per salvare l’umanità dal peccato originale, mentre nello spicchio (B) la Madonna ritorna al Cielo dopo aver compiuto la sua “missione”.

Messi uno di fronte all’altro, abbiamo quindi i temi della venuta e dell’ascensione di Maria, vicende che si concludono nell’affresco del cupolino (N) raffigurante l’incoronazione di Maria.

Negli spicchi (C e D) troviamo “Lo sposalizio della Vergine” e “ L'adorazione dei magi” ovvero le storie di Maria in relazione con la figura di S.Giuseppe, non a caso questi due affreschi, sono messi sullo stesso asse dove si trovano gli altari della Madonna (M) e di S.Giuseppe (S).  

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Negli spicchi più piccoli anteriori troviamo: l’educazione di Maria (F) e Maria presentata al tempio (E) che essendo avvenimenti più antichi sono messi più vicini all’altare.

Mentre negli spicchi posteriori: l’annunciazione (H) e la visita di Maria a Elisabetta (G).  

Virtualmente la cupola è divisa anche in orizzontale: la parte bassa della cupola, corrisponde alla terra, mentre quella alta al Cielo ultraterreno. Tutti gli spicchi sono uniti tra loro dalla parte alta, dipinta con gli stessi colori e con le stesse luci (giallo = Cielo ultraterreno) quasi a voler indicare che gli avvenimenti qui rappresentati, fanno tutti parte di un unico grande disegno.  

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Un discorso simile viene fatto anche per la rappresentazione delle virtù nei medaglioni ottagonali.

Le virtù teologali (I) sono dipinte sopra la zona dell’altare, in quanto sono virtù legate alla religione, mentre le virtù cardinali (L) sono dipinte sopra ai fedeli, in quanto virtù più vicine allo spirito umano.

Luigi Galizzi avendo un impostazione di tipo accademica, seguiva dei canoni ben precisi per le sue rappresentazioni, nei suoi affreschi si possono trovare rimandi a figure allegoriche, mitologiche e anche qualche interpretazione personale dai vangeli apocrifi, particolari però, che l’autore inserisce sempre con garbo e discrezione.

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