L'ALTARE MAGGIORE
Testi e grafica di Stefano Vimercati Articolo pubblicato sul Cupolone n°20 (2006)
Il vecchio altare maggiore della nostra chiesa era in mattoni a stucco lucido, probabilmente con parti decorate in finto marmo (come gli altari laterali) di questa struttura però non è rimasto alcun documento fotografico perché nel 1895 il parroco Gioacchino Valsecchi lo fece abbattere e lo sostituì con quello attuale, utilizzando quei marmi che papa Pio IX aveva donato al parroco don Giovanni Frosio Roncalli. Il progetto e la realizzazione del nuovo altare maggiore furono affidati alla ditta Paleni di Bergamo e costò la somma (allora notevole) di 24.000 lire. Il 17 settembre del 1895 l’altare maggiore fu consacrato dal vescovo Camillo Guindani. L’altare maggiore è composto da alcune parti fisse (come la piastra dell’altare, le statue in gesso e le decorazioni in marmo) e da parti mobili che possono cambiare, come per esempio gli oggetti sacri (croci e reliquie) o i paramenti decorativi come il paliotto sotto l’altare e il conopeo del tabernacolo, che cambiano colore in base al periodo liturgico o al tipo di celebrazione. Questi cambiamenti vengono effettuati per sottolineare la caratteristica particolare dei misteri celebrati. |
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Il verde, colore della speranza e della ripresa della nuova vita. E’ presente nelle celebrazioni del tempo ordinario. Il bianco è il colore della luce e della vita. Si usa nel periodo pasquale e natalizio, nelle feste e nelle memorie del Signore, della Vergine e dei Santi, nelle celebrazioni legate al mistero eucaristico e al Sacro Cuore. Il rosso è il colore del sangue, si usa nella domenica delle Palme, il venerdì Santo, a Pentecoste, nelle celebrazioni della passione di Cristo e nelle feste di evangelisti, apostoli e martiri. Il viola indica penitenza, si usa in Avvento e Quaresima. Dopo il Concilio Vaticano II viene utilizzato anche nelle celebrazioni dei defunti al posto del nero considerato troppo lugubre. Il nero era il colore per le celebrazioni funebri. Il colore nero è messo in contrasto con le parti ricamate in oro che rappresentano la Luce di Cristo che vince la morte. L'oro. In ogni periodo dell’anno liturgico nelle celebrazioni più solenni è possibile sostituire il colore attualmente in uso con l’oro. |
L’altare maggiore della nostra chiesa è composto da otto piani che compongono una struttura “piramidale” al cui vertice c’è la statua di Cristo risorto. Forse sarà una coincidenza, ma la simbologia del numero 8 (presente anche in tutti i battisteri) è riferita ai giorni, dove l’ottavo è il giorno della resurrezione del Signore. 1) La bandiera con la croce è il simbolo della vittoria di Cristo sulla morte. La nuvola sotto i piedi di Gesù rappresenta l’ascensione al Cielo. Poco più sotto troviamo le statue di quattro angeli. 2) Gli angeli più piccoli, guardano al cielo e annunciano la gloria di Cristo risorto. 3 e 4) Gli angeli più grandi tengono tra le mani i simboli della Passione di Cristo. L'angelo di sinistra mostra il velo con raffigurato il volto di Cristo, mentre quello di destra tiene tra le mani la corona di spine, entrambi hanno un'espressione triste in quanto testimoni della Passione. |
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Più
in basso troviamo le statue di S.Pietro a sinistra e S.Paolo a
destra. 5) S.Pietro fu scelto da Gesù per essere il fondamento della Chiesa, di cui fu il primo papa. Le chiavi sono tipiche delle raffigurazioni iconografiche di S.Pietro ma sono anche il simbolo dell’autorità del Papa presente su tutti gli stemmi vaticani. 6) S.Paolo in origine si chiamava Saul, era ebreo e persecutore del cristianesimo, poi si convertì sulla via di Damasco e divenne un apostolo. La spada che tiene tra le mani è il simbolo del suo martirio. 7) Il supporto collocato nella nicchia centrale ricorda volutamente un ara; la decorazione con l’agnello e la croce sopra i testi sacri è una raffigurazione simbolica del sacrificio di Cristo. In basso, ai lati dell'altare troviamo due profili scolpiti nel marmo bianco e inscritti in un carchio. 8) Volto di santo ignoto e 9) Volto di S.Fedele martire patrono di Calusco. 10) Due angeli in marmo bianco sostengono la base dell’altare maggiore. 11)
All’interno dell’altare maggiore, dietro una grata, sono custodite le
reliquie dei Santi che vengono esposte sull’altare maggiore alla fine di
ottobre. |
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Solitamente
questa grata viene coperta con un paliotto. Paliotto deriva dal latino pallium
drappo, è una decorazione mobile in stoffa ricamata e dipinta, che cambia
a seconda del tempo liturgico o del tipo di celebrazione.
L’altare inteso come luogo del sacrificio di Cristo richiama la salita al monte Calvario e i gradini posti alla base sono anche simbolo di un’ascesa spirituale. |
IL TABERNACOLO
Testi e grafica di Stefano Vimercati Articolo pubblicato sul Cupolone n°21 nov-dic 2006
1) Il
tabernacolo custodisce la pisside con le ostie consacrate e si trova al
centro dell'altare maggiore.
2) Secondo un antico racconto medievale il pellicano si lacera il petto per sfamare i propri figli. L'utilizzo di questa iconografia simboleggia Cristo che per salvare l'umanità dona se stesso. 3) Su questi supporti viene posto il conopeo (6) la tenda davanti al tabernacolo. 4) Le piccole colonne riprendono lo stesso disegno delle colonne dell'altare maggiore. 5) La resurrezione raffigurata sulla porta ricorda che all'interno del tabernacolo vi è custodito il corpo di Cristo che dona la vita eterna. 6) I colori del conopeo cambiano in base al periodo liturgico o in base al tipo di celebrazione. |
A
sinistra: Particolare della porta del tabernacolo firmata A.Paleni.M
Sotto: l'immagine del pellicano riproposta sulle vetrate simboliche e sul tabernacolo della chiesa di Baccanello. |
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Altre informazioni sulla STORIA DELL'ALTARE CRISTIANO: L’altare, composto dalla parola alta e ara; arere, significa bruciare, sarebbe il “luogo del fuoco” dove si brucia l’offerta a Dio, esso è il fulcro di tutta la liturgia, con duplice valenza di ara e di tavola, infatti l’altare cristiano richiama la realtà del sacrificio di Cristo sulla croce ma anche la realtà conviviale del banchetto. L’altare cristiano trae le sue origini non dagli altari precristiani, di cui si fa menzione nell’antico testamento, bensì dalla tavola dell’ultima cena. Durante la messa infatti, si celebra il mistero eucaristico e si ripete ciò che Gesù fece durante l’ultima cena. I primi altari erano le tavole familiari delle domus (case) dove in origine si riunivano i cristiani e fu con la formazione delle prime comunità, che questa tavola domestica divenne esclusiva delle celebrazioni del culto e quindi un altare. I primi altari erano di legno, di piccole dimensioni e di forma circolare, o a ferro di cavallo. In seguito come materiale si preferirà la pietra, attestata ovunque nel corso del IV secolo. Tra il VI e il VII secolo, a partire dalla Gallia e poi a Roma, si determinò la posizione dell’altare contro la parete, affinché anche il sacerdote si volgesse verso oriente, come i fedeli… e solo dopo il concilio Vaticano II si ritornerà alla collocazione originaria. E’
probabile che già quando l’altare era costituito da una struttura
mobile e provvisoria si trovò necessario coprirlo con una tovaglia, che
aveva inizialmente una motivazione pratica, che ben presto si caricò di
significati simbolici e decorativi per sottolineare la solennità del
banchetto eucaristico. Da
ciò discese l’uso del paliotto come decorazione mobile che si potesse
cambiare a seconda del tempo liturgico o del tipo di celebrazione. Nel corso della storia della Chiesa si realizzarono paliotti dei più svariati tipi e materiali, dalla stoffa ricamata o dipinta, alle tavole istoriate o anche alle lamine metalliche sbalzate e cesellate. |
Altre informazioni sulla STORIA DEL TABERNACOLO: Risale al IX secolo la prescrizione di conservare la pisside con le ostie consacrate sull’altare, però poco a poco si affermò per sicurezza l’usanza di racchiuderla in un contenitore, appunto il tabernacolo (tabernaculum significa tenda, diminutivo di taberna, capanna di tavole di legno). Questo tipo di precauzione inizialmente venne adottato soprattutto in Italia e in Francia. Nel 1215 il sinodo Lateranense prescrisse la necessità di strutture chiuse per la conservazione delle pissidi e quindi fecero la loro comparsa i primi tabernacoli murali, assai diffusi in tutto il ‘400 in Italia e Germania. Queste strutture però non avevano ancora la forma del tabernacolo come lo conosciamo oggi, inizialmente si trattava di “edicole” murate a fianco dell’altare in cornu evangelii (a destra) con uno sportello a serratura e con rilievi e decorazioni che richiamavano il mistero eucaristico. Il tabernacolo fisso al centro dell’altare invece, si stabilizzò tra il XVI e XVII secolo, fino alla definitiva prescrizione di Paolo V nel 1614. Nel 1863, infine si definì come unico tabernacolo quello fisso presso l’altare maggiore. In presenza del Sacramento dentro al tabernacolo o si copre lo stesso con un conopeo o vi si pone vicino una lampada accesa.
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