Sono una casalinga di 38 anni, con due stupendi bambini di 11 e 13 anni e un meraviglioso marito che mi permette di fare tutto quello che voglio (più o meno).
La passione per la scrittura mi è venuta a scuola, scrivevo malissimo, e la mia maestra mi dava 5 in scrittura, così ho provato a scrivere in stampato corsivo (quello dei libri) e il voto da 5 è passato a 8. Alle superiori mi è capitata una fotocopia di una tavola del Tonso, quella con le iniziali gotiche e ho provato a copiarla, scrivevo con il rapidograf il gotico "vuoto" , poi lo riempivo, anche con vari colori. Nel 1996 una anziana maestra mi disse che ci volevano i pennini a punta tronca, così arrivata a casa ho subito tagliato una stilografica col tronchesino. Nel 1998 ho scoperto che c'era un'Associazione Calligrafica Italiana, a Milano, così mi sono iscritta e sono andata a un'incontro; lì ho trovato un sacco di gente simpatica e soprattutto bravissima, (molto più di me) lì ho trovato anche i pennini per calligrafia e un sacco di consigli per scrivere meglio. Ho fatto un corso di cancelleresco con Anna Ronchi, dell'Associazione, qui a Brescia, presso Lazzaroni. Il resto l'ho imparato più o meno da sola , con i manuali e tanta passione e pazienza. Ne farò sicuramente altri, di corsi, perchè da imparare c'è ancora tanto, appena i figli saranno un po' più grandicelli e sapranno arrangiarsi.
L'idea di questo sito mi è venuta
nel cominciare a navigare, ho conosciuto tramite un'altra mia
grande passione, il chiacchierino, Isla; lei ha un sito e mi ha
detto che non era poi difficile, con i programmi giusti e un buon
manuale. Così ho comprato il manuale, ho scoperto che con
lo scanner mi avevano dato anche un programma giusto, e sono riuscita
a fare un sito per un altra mia passione: il
mio coro polifonico. Poi ho cominciato a prenderci gusto inviando
alle persone che conoscevo una cartolina al giorno, di quelle
che vedete sul sito, ricevendo molti incoraggiamenti, Isla mi
ha detto: "Fai un sito per le calligrafie" ed eccolo
qui!
Poi mi sono messa d'impegno e ho fatto anche un
sito sul
chiacchierino, vi invito a visitarlo, soprattutto se non sapete
il chiacchierino che cos'è!
Sono una decina. Questa è la più antica
Non la faccio proprio benissimo, perchè dovrei ruotare
il pennino nel scendere, ma ancora non ci riesco. A volte cambio
le m e le u, troppo inclinate verso sinistra e le faccio più
"onciali".
Il numero del secolo tra parentesi indica fino a quando (circa)
sono state usate non come scrittura corrente, ma per i "titoli"
Questa è una delle ultime che ho imparato, mi piace molto
perchè è "leggibile" senza grosse difficoltà.
E' anche leggermente inclinata, io la presento sempre come "scrittura
di S. Francesco d'Assisi" ho visto la copia di una sua lettera
manoscritta e, a parte qualche lieve differenza, la scrittura
che usava lui era questa.
Anche questa mi piace molto perchè è chiara. Fino
a questa non si usavano i puntini sulle i, se non li vedete non
è un errore, se a volte vedete un testo con tutti i puntini
è perchè me ne sono scappati troppi, e allora decido
di metterli, oppure perchè ci sono parole veramente poco
chiare (anima, camminiamo) che senza obbligano a fermarsi e domandarsi
"Ma che è?"
Questa è stata la mia prima, il primo amore non si scorda
mai. E' quella che fa più "calligrafia" .La chiamano
tutti "gotico" e basta. Andrebbe scritta con un'interlinea
molto ridotta, per dare l'idea di "tessitura". Io di
solito regolo l'interlinea a seconda del foglio e del testo, cioè
adatto il testo al foglio e non viceversa, perchè poi è
più semplice trovare cornici per i formati "standard".
Questa mi piace perchè è molto svolazzante, è,
in parole povere, il gotico inglese. Rende molto bene con questa
lingua, ricca di H e diW.
Questa è la versione italiana del gotico tedesco, un po'
più rotondeggiante. Io la faccio spesso con le "code"
delle m e delle n abbassate, Ho un foglio datato 1898 con una
calligrafia così che mi era piaciuto molto, così
l'ho "fatto mio".
Ops, scusate l'errorino, ma non avevo voglia di rifare, lo aggiusterò
in futuro. Questa è quella da cui hanno preso i nostri
caratteri di stampa. è la più chiara di tutte. (Ho
visto di quelle illustrazioni di manoscritti che stentavo a credere
fossero scritte a mano) io non ho ancora questa precisione.
Questa è il frutto del mio corso con Anna Ronchi. Per anni
ho avuto paura a fare l'inclinato, chissà perchè,
adesso è quasi diventata la mia scrittura di tutti i giorni
(naturalmente non così curata).
Questa è l'ultima, non l'ho ancora "afferrata"
del tutto (e si vede) anche perchè rispetto alle altre
si usa il pennino a punta sottile e la pressione; è tutto
un altro scrivere. L'ho messa anche se non ho ancora fatto quasi
niente con questa. Mi sa che dovrò fare un corso, appena
posso.
Questa l'ho imparata quando mi hanno fatto copiare dei diplomi
dei primi del '900. Lho vista anche su un registro di classe di
una scuola elementarte dei tempi del duce. Faccio un po' fatica
a scrivere le n e le m bene (che poi vanno fatte uguali alle u)
ma dà anche questa un bell'effetto.
La carta che uso per le mie calligrafie è la "pergamena" che trovo in tipografia, non è la pergamena vera, che non uso più che altro perchè troppo costosa. Anna Ronchi dice che sono una martire a scrivere "su quella roba lì" perchè è troppo rigida e scivolosa, ma io ci ho preso su la mano, mi piace soprattutto l'effetto che ha con i pastelli, che uso di solito per le decorazioni.
Per le cartoline uso del cartoncino, che mi faccio tagliare in tipografia, in bianco o beige sia liscio che ruvido. L'effetto cambia, dal liscio al ruvido, ma mi piacciono entrambi. Il "dietro" (le righe per spedirle) lo disegno con la riga parallela, ne ho spedite tante, in diversi anni, ai miei amici e sono quasi sempre arrivate.
L'oro in foglia, così come l'argento, è "orone" (oro finto) vale lo stesso discorso della pergamena, non posso dire di prenderlo prchè è più economico, ma l'oro vero non so neanche quanto costi perchè non so dove trovarlo.
Le scritture sono fatte a volte con le chine e a volte con gli acquarelli, dipende dal colore. Le chine sono più "pronte", apri la boccetta e via, ma mi sembra che resistano meno alla luce. Gli acquarelli non mi escono mai precisi, se devo fare delle dediche in fondo senza saperlo prima. In linea di massima uso poco il nero, ho anche l'inchiostro in bastoncino, ma non lo amo proprio come colore.
Ho due serie di pastelli:
I Pablo (Caran d'Ache) da 120, più teneri; e i Derwent da studio, un po' più duri. Li uso a secondo della sfumatura di colore che mi serve, e dell'effetto che voglio ottenere.
Tutte le calligrafie alla fine sono spruzzate con una "vernicetta" protettiva, che fissa i pastelli e che protegge dall'effetto della luce, anche se io consiglio comunque di non appendere dove arriva il sole.
Se mi volete scrivere, per dirmi cosa
ne pensate, se avete qualche "testo tosto" che vi piacerebbe
vedere scritto,
oppure se volete ricevere anche voi un pensiero al giorno (gratuitamente)
il mio e-indirizzo è : eddaguastalla@libero.it