Cocciniglia cotonosa femmina Nel
presente articolo tratteremo di un insetto assai temuto dagli amatori delle piante grasse:
la cocciniglia. Chi ha avuto la sgradita sorpresa di avere un attacco di questo piccolo
essere sa bene come sia complicata la lotta; per impostarla al meglio vale la pena
conoscere qualcosa in più sulla loro biologia.
Le cocciniglie sono "cugine" degli afidi
(entrambi Rincoti), perciò il danno sulla pianta è direttamente proporzionale al numero
d'individui colonizzanti; il loro alimento, costituito dagli umori vegetali, è assunto
tramite apparato boccale perforante succhiatore. Avidi nella fase dell'assunzione, tali
insetti dispongono di un filtro che trattiene acqua, zuccheri, sostanze minerali,
necessari al fabbisogno fisiologico; il rimanente liquido, pompato all'interno del corpo,
è espulso tramite opportuni orifizi all'esterno. È frequente notare quindi come,
associata ad una colonia parassita, sia presente la melata zuccherina, base alimentare di
una moltitudine di funghi patogeni ed altri insetti.
Le cocciniglie possiedono uno spiccato dimorfismo sessuale:
mentre i maschi sono di solito alati ed abili negli spostamenti (condizione fondamentale
per l'accoppiamento ), le femmine sono di solito attere (prive di ali), frequentemente
immobili fino ad arrivare nelle condizioni estreme alla perdita di zampe ed antenne
(catametabolia) e seppur vitali si riducono ad assolvere lesclusiva funzione di
astuccio protettore delle uova e dei giovani neonati. Se si associa questa condizione
all'enorme produzione di cere, si capisce come tale insetto sia indifferente agli
insetticidi di contatto.
Le cocciniglie comprendono una moltitudine di specie, molte
delle quali con caratteristiche etologiche completamente differenti; vi sono individui
specializzati a suggere l'umore vegetale sulle parti epigee, ed altri prevalentemente
sotterranei (ad esempio il ben noto Rhizoecus falcifer).
Da queste brevi righe il lettore comprenderà come debba
essere oculata la gestione di tali parassitosi, e ormai sa anche bene che nei miei
articoli cerco sempre di suggerire metodi curativi assolutamente ecologici, per il motivo
che (oltre alle ben note ragioni di salvaguardia ambientale) le piante grasse nel nostro
territorio vivono spesso e volentieri su terrazze, su finestre, piccoli giardini, in ogni
caso sempre adiacenti alle mura domestiche, all'uomo, ai bambini agli animali.
Qualora si verifichi un attacco di cocciniglie alle vostre
amate piante grasse occorre innanzi tutto cercare di identificare gli individui con una
buona lente da filatelia (facilmente reperibile), notando se le forme presenti sono mobili
o immobili, la presenza di cere e cuticole varie, ecc.. Qualora si notino gli scudetti
perforati da piccoli buchi, non occorrerà effettuare alcun trattamento: è l'esito di
un'opera di parassitizzazione di qualche larva di dittero od imenottero.
Gli operatori dovranno essere attenti anche a riconoscere i
predatori di questi insetti che spesso si possono confondere con essi a causa della
somiglianza con le cocciniglie stesse; è il caso del Criptolaremus montruozieri la cui
larva è ricoperta di cere ed è facilmente confondibile con le cocciniglie del genere
Planococcus. Per non incorrere in tale errore bisogna osservare la velocità dei movimenti
dei due insetti, sensibilmente maggiore nel predatore. Se l'attacco dovesse essere portato
da cocciniglie a scudetto, si dovrà con estrema accortezza ribaltare lo scudetto ed
osservarne l'interno: se vi sono una moltitudine di piccolissimi animaletti (le forme
giovanili della cocciniglia) vitali, allora si dovrà effettuare il trattamento
immediatamente; attendere qualche giorno significherebbe innescare la diffusione dei
piccoli in ogni zona del vegetale ed il loro irrobustimento con cere protettive.
Condizione essenziale per la lotta è innanzitutto la
rimozione più accurata possibile di tutti gli individui adulti dapprima tamponando con un
batuffolo di cotone imbevuto di alcool (per sciogliere le cere); si procederà quindi con
un piccolo spazzolino da denti a grattare delicatamente la superficie fogliare, togliendo
i vari scudetti. Per la cocciniglia a virgola si utilizzerà l'infuso di origano (1 kg di
pianta fresca o 150 g di pianta secca per ogni litro d'acqua), diluito tre volte, operando
una spennellatura nei periodi estivi o quello di felce aquilina (1 kg di foglie fresche
per ogni 10 litri d'acqua) spennellando le zone infestate.
Per concludere una curiosità: la famosa "manna degli
ebrei" altro non è che una cocciniglia, la Trabutina mannipara e, forse, non tutti
sanno che un altro appartenente a questa famiglia, il Kermes vermilio, viene utilizzato
per la colorazione (rossa) di alcuni famosi aperitivi di uso comune. |