Quali elementi chimici occorrono alle
piante per vegetare
Dall'aria e dall'acqua: Carbonio (C),
Idrogeno (H), Ossigeno (O). Dal terreno: Azoto (N), Fosforo (P), Potassio (K), Calcio
(Ca), Magnesio (Mg), Zolfo (S).
Oltre ai precedenti il terreno fornisce anche altri elementi, quali il ferro (Fe), il boro
(B), il manganese (Mn), lo zinco (Zn), il rame (Cu), ecc. che entrano in quantità
piccolissime nella "dieta" delle piante e sono perciò detti
"microelementi".
Quanto devono "mangiare" le piante
Nè più nè meno di quanto occorre al
pieno sviluppo della loro specie e, non dimentichiamolo, ogni specie ha le sue particolari
esigenze. La carenza di uno degli elementi nutritivi e talvolta anche l'eccesso, possono
produrre dei disturbi nella crescita.
Il fabbisogno degli elementi nutritivi non può essere determinato una volta per tutte, la
quantità di fertilizzante da aggiungere non e sempre la stessa. Questo spiega uno dei
motivi per cui si è giunti alla preparazione dei concimi complessi che, tra le
caratteristiche principali, hanno quella di rendere utilizzabili nel migliore dei modi gli
elementi nutritivi in essi contenuti, proprio per il sinergismo della loro azione. E'
chiaro che la concimazione da sola non è sufficiente per far crescere al meglio le
piante: essa deve essere accompagnata da un'appropriata miscela di terriccio e a razionali
operazioni di difesa dai parassiti.
La reazione del terreno
Un'importante proprietà del terreno è la
sua "reazione", che si esprime con il simbolo pH seguito da un numero che può
essere compreso fra 0 e 14. Se il pH è uguale a 7, la reazione è neutra (uguale, cioè,
a quella dell'acqua pura), se è inferiore a 7 la reazione è acida, se invece il pH è
superiore a 7 la reazione è alcalina o basica. Solitamente sono acide le terre umide,
torbose, povere di carbonato di calcio; sono invece alcaline le terre calcaree, asciutte,
ricche di sali solubili (di sodio, di magnesio, ecc.). Lo sviluppo delle piante è spesso
condizionato dalla reazione del terriccio: generalmente, le piante originarie del Messico
crescono meglio in terreni la cui reazione sia vicina alla neutralità o in campo
lievemente alcalino, mentre le epifite, (quasi tutte le cactacee del Sud America e le
euforbie preferiscono terreni a reazione acida.
Se la reazione del terriccio si discosta sensibilmente da quella giudicata ottimale, è
necessario correggerla. In caso di acidità eccessiva si possono aggiungere calce spenta,
carbonato di calcio o calciocianammide; in caso di eccessiva alcalinità si possono
impiegare gesso o solfato di ferro.
Funzione degli elementi fertilizzanti
Come abbiamo già detto, i principali
elementi fertilizzanti sono l'azoto, il fosforo, il potassio e il calcio. Mentre il calcio
è sempre presente in quantità sufficiente nel lapillo, nella pozzolana e nel comune
terreno (fuorché nei terreni acidi), l'azoto, il fosforo e il potassio solitamente
scarseggiano.
L'azoto si trova in tutte le parti della pianta (radici, fusto, foglie, fiori,
frutti e semi). Per quanto riguarda le cactacee, specialmente quelle che vivono in zone
pre-desertiche, la disponibilità di azoto per esse è molto piccola. Le altre succulente,
specie quelle con foglie, necessitano invece di un apporto di azoto maggiore. Comunque,
ogni eccesso di azoto è dannoso per le piante grasse; ne diminuisce la resistenza alle
malattie e al freddo.
Il fosforo, elemento che si trova localizzato soprattutto nei frutti e nei semi,
accelera la maturazione dei frutti, esalta lo sviluppo radicale, aumenta il peso specifico
dei semi elevandone, di conseguenza, la percentuale di germinazione. Contribuisce,
inoltre, ad accrescere la resistenza delle piante alle malattie.
Il potassio favorisce la formazione degli zuccheri, la respirazione e
l'assorbimento dell'azoto; ha un effetto favorevole sulla colorazione dei fiori e dei
frutti e conferisce robustezza a tutta la pianta.
Il calcio è necessario per la formazione dell'ossatura di sostegno della pianta e
per quella delle spine. L'eccesso di calcio nel terreno può provocare l'insorgere di una
malattia da carenza detta "clorosi" (le parti verdi della pianta si
ingialliscono progressivamente) e ostacola l'assorbimento del magnesio, del potassio,
dello zolfo, del ferro, dello zinco, del manganese e del fosforo.
I concimi
Quando si parla di concimi, si intendono,
salvo eccezioni, prodotti che contengono azoto in varie forme (simbolo chimico: N),
anidride fosforica (simbolo chimico: P2O5) e ossido di potassio
(simbolo chimico: K20).
In realtà, i concimi non contengono azoto elementare, che è un gas, né anidride
fosforica o ossido di potassio, sostanze caustiche che, al contatto con l'aria umida, si
trasformano, rispettivamente, in acido fosforico e potassa caustica. Si tratta invece di
derivati di tali sostanze, la cui quantità viene espressa convenzionalmente come azoto,
anidride fosforica o ossido di potassio.
Che cosa si intende per "titolo" di un concime
Il titolo di un concime indica, in chilogrammi (kg) per ogni 100 kg di peso, la quantità
di elementi fertilizzanti che esso contiene. Per esempio, un quintale di concime con
titolo 10-15-30 contiene 10 kg di azoto, 15 kg di anidride fosforica e 30 kg di ossido di
potassio. Per le nostre piante è bene adoperare concimi a basso titolo di azoto, un
titolo di anidride fosforica che sia il doppio di quello dell'azoto e un titolo in
potassio superiore a quello dell'anidride fosforica. Naturalmente per le succulente
fogliari e per le euforbie si adotteranno concimi con contenuto di azoto superiore. Nel
caso in cui nel concime dovesse essere assente uno dei tre elementi fondamentali, il suo
titolo sarà ovviamente zero. Il binario 25-10, per esempio, contiene 25 parti per cento
di azoto e 10 di fosforo (come anidride fosforica) e sarà privo di potassio.
Quando e come si usano i concimi
I modi di somministrazione dei concimi
dipendono essenzialmente dalle esigenze delle piante e delle caratteristiche del
terriccio, anche in rapporto al periodo di annaffiamento.
Concimazione dei terricci
Essa si può effettuare al momento della
preparazione del terriccio per arricchirlo la prima volta. Le concimazioni successive si
possono effettuare per annaffiatura, sciogliendo gli elementi nutritivi in acqua. Una
soluzione fertilizzante adatta per le piante succulente può essere ottenuta sciogliendo
in un litro di acqua 1 grammo di nitrato di potassio (KNO3) e 1 grammo di
fosfato monopotassico (KH2PO4). Questa potrà essere somministrata
già in occasione della seconda annaffiatura. che avverrà, in linea di massima, nel mese
di Aprile, e sarà ripetuta ogni 15 giorni circa fino alla fine di Agosto.
Fertilizzanti organici di maggior impiego
Cornunghia - Azoto 10-15%; fosforo,
potassio e microelementi in tracce. Il concime è prodotto con i residui della lavorazione
delle corna e delle unghie degli animali. Poiché gli stessi vengono sottoposti a
torrefazione, con l'impiego della cornunghia non sussiste il pericolo di fermentazioni nel
terriccio.
Letame essiccato - E' formato dalle deiezioni solide e liquide degli animali
allevati, mescolato a materiali vegetali. La sua azione, di solito, non si esaurisce in un
solo anno ma si protrae nelle annate successive, sia pure con efficacia decrescente.
Sangue secco - E' un prodotto di impiego frequente, soprattutto in floricoltura, e
presenta un certo interesse come fonte di azoto a lenta cessione. Contiene, inoltre,
piccole quantità di ferro.
Integratori
Gli integratori sono concimi complessi ad
alta concentrazione, solubili in acqua. Ne esistono alcuni che possono essere utilizzati
in luogo di qualunque altro tipo di concime, contenendo essi, in forma bilanciata, anche
tutti i microelementi indispensabili per uno sviluppo ottimale delle piante. Oltre agli
elementi principali (N, P, K) nelle proporzioni giuste per le piante grasse (titolo:
6-15-25), sono presenti il magnesio, il boro, lo zinco, il ferro e altri. |