grigia

La CORNACCHIA GRIGIA (corvus corone cornix) sono i più grossi tra i passeriformi e i più intelligenti tra gli uccelli: imparano presto a conoscere trappole e spaventapasseri e sanno aprire i molluschi facendoli cadere sulle pietre.

Predilige i campi bordati da boschetti o alberi ma in inverno vive anche sulle coste e in spazi aperti. Di solito lo si vede in stormi. Similmente a molti rapaci espelle attraverso il becco i resti alimentari non digeriti sottoforma di borre: giallastre se è prevalso il consumo di granaglie; grigie se il cibo prevalente sono stati piccoli mammiferi.

È un uccello gregario che si vede spesso in stormi; poichè divide lo stesso territorio del corvo comune e della cornacchia nera non di rado si accoppia con queste specie dando luogo ad ibridi, nidifica sugli alberi, costruendo grossi nidi sui rami più alti, che vengono riutilizzati per anni, e sono sempre migliorati. E'  diffusa in tutta Italia; da una quarantina d'anni predilige l'Italia settentrionale, nella stagione fredda, mentre rovista tra i solchi arati per catturare qualche piccolo mammifero come topi o cuccioli di lepre e in mancanza di questi non disdice integrare la sua dieta con i semi caduti e dimenticati o qualche verme imprudente.


In costante aumento. La cornacchia grigia e' un eccellente predatore. Nel periodo di nidificazione alleva i suoi pulcini nutrendoli esclusivamente con piccole prede. Predilige catturare, cuccioli di lepre comune, pulcini di fagiano, pernice e uova di pernice, merli, passeri, perché questi, al confronto dei roditori sono più vulnerabili. 
Possiede oltre alla vista acuta, anche una ferrea memoria fotografica riesce così ad evitare quasi tutte le trappole costruite per catturarla. In questi ultimi tempi, vista la costante crescita e le innumerevoli specie che soccombono alla sua predazione, l'uomo ha costruito una trappola che sia la cornacchia grigia e sia il corvo comune non ha ancora classificato come pericolosa. In questo modo si da tempo alle altre specie di non soccombere e di conseguenza di non estinguersi .

Ecco come si costruisce questa trappola:

Si prende della rete metallica alta circa 2 mt. e si costruisce un recinto quadrato che misura di lato 2x2 mt.. Su un lato si costruisce un piccolo cancello per potervi entrare, nella parte superiore si chiudono in parte i due lati lasciando al centro una fessura larga circa 30 centimetri e lunga tanto quanto il recinto, si prendono due listelli di legno da 5x5 cm lunghi 2 mt. e  si costruisce  una specie di scaletta a pioli, spaziando i pioli in crescendo verso il centro, da 10 fino a 30 cm.(che permette ai corvidi di entrare), si inserisce questa scaletta nella fessura lasciata dalla rete. All'interno della gabbia e solo dove i pioli sono più larghi si applica ai lati e all'interno della gabbia dei fogli di compensato da 30 x 30 cm. i quali servono per impedire l'uscita agli uccelli ingabbiati. All'interno della gabbia si devono mettere due pali paralleli alla scaletta, con la funzione di palchetto per il richiamo, ma devono essere posti ai lati della scaletta e non devono assolutamente attraversare la luce della scaletta, altrimenti si da la possibilità ai richiami di fuggire. La scaletta va fissata alle estremità del recinto. All'interno si puossono mettere come richiamo due corvidi vivi (badando bene di contrassegnarli per distinguerli ) e delle esche come carni e uova e altro.

Importante: per posizionare questa trappola occorre avere l'autorizzazione degli uffici preposti della provincia.

 

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