Urga - Territorio d'amore
di Nikita Michalkov

Francia/URSS 1991



Regia: Nikita Michalkov
Interpreti:Badema, Bayaertu, V. Costukin
Produzione: Francia
Anno: 1991
Durata: 102 minuti





"Io mi sento disarmato e senza difesa nell'evocare la natura... La rivelazione fondamentale di questo film resterà la steppa. La steppa è un avvenimento orizzontale, ma la steppa è orizzontale per tutti tranne per i Mongoli. Per loro è verticale. Lo sguardo turistico, da un autobus per esempio, è soltanto orizzontale: niente foreste, niente colline. Ma se ti fermi, se guardi e ascolti, se la tua presenza non turba nulla, può essere che avrai il diritto di vedere la steppa com'è veramente: un avvenimento divino come l'oceano, la taiga, o il deserto. Allora potrai tuffartici dentro, metterti in verticale. Sentire i suoni, l'aria, i profumi..."




NIKITA MICHALKOV:

Dopo una brillante quanto breve carriera d'attore, Nikita Michalkov, uno dei registi russi più noti e apprezzati e ultimo rampollo di un'illustre dinastia di artisti (il bisnonno un pittore, il nonno pianista, il padre scrittore, il fratello Koncalovskij cineasta), si è diplomato in regia nel 1972. Egli dimostra da subito una forte attrazione per i testi letterari ottocenteschi (Cechov e Gonciarov), che gli permettono di scavare nei sentimenti. Nascono così:
"Schiava d'amore" (1975), "Oblomov" (1979), "Partitura incompiuta per pianola meccanica" (1978) e "Cinque serate" (1979).

Da ricordare:
"Ocie Ciornie" (1987) con Marcello Mastroianni, Silvana Mangano, Marthe Keller, realizzato tra Italia e Russia, grande successo internazionale;
"Urga, territorio d'amore" (1991) con Bayartu, Badema, Vladimir Gostuchin, Leone d'oro alla Mostra di Venezia.
Il film racconta la storia di un pastore mongolo abitante in uno sperduto villaggio, che parte per la città alla ricerca di un televisore per la moglie...
"Il sole ingannatore" (1994) con Nikita Michalkov, Oleg Mencikov, Ingeborga Dapkunaite, ambientato al tempo delle purghe staliniane, Oscar per il miglior film straniero e Leone d'Argento a Venezia;
"Anna" (1994) ritratto della figlioletta del regista che serve a Michalkov per analizzare i cambiamenti profondi avvenuti nella sua patria negli ultimi anni.
Nikita Mikhalkov racconta l'educazione della figlia Anna, alla quale per undici anni pone sempre le stesse domande. Una metafora per rappresentare l'agonia e la fine di un regine e il cambiamento epocale del suo paese, condannato a trasformarsi troppo in fretta.