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Dettagliata genuina relazione di quanto avvenne nella
città di Orte durante la epoca degli ultimi passati
sconvolgimenti avvenuti nella maggior parte dello Stato Pontificio.
A dì 10 Febraio 1832 – Domenico Mariani di Aregno in Corsica dimorante in Orte speziale, tornando da Terni una purdizione una spe……..divulgò in Orte la notizia della ribellione avvenuta nella legazione de Marche ed approssimatasi all’Umbria, coi più allarmanti caratteri e come Terni si trovava in qualche fermento.
A tale notizia che venne pure confermata da alcuni vetturali Ortani, il Brigadiere dei carabinieri Luigi Toscani prese tutte le precauzioni opportune ed esercitò esplorazioni analoghe, quindi crescendo in ogni giorno a dismisura i timori ed approssimandosi la ribellione alle frontiere de la provincia del Patrimonio …….quali gioco Orte presso il Tevere lo stesso Brigadiere raddoppiò di vigilanza e precauzione e le esplorazioni divennero continue tanto di notte quanto di giorno. Si assicurarono le Banche, e con intelligenza del Sig. Conte Alberti Gonfaloniere il Brigadiere
medesimo si adoprò e si occupò di far restaurare le porte della città e tenerle chiuse, durante la notte come pure di risarcire in alcune parti le alte rupi che servono di muro alla città fabbricata su di un masso di tufo a guisa di una fortezza.
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-2°/Intanto che tutta la popolazione ortana fedelissima alla Santa Sede anche per l’antica prerogativa che la distingue (poiché il suo stemma ha il ponte ed il fiume con la iscrizione “Munus Fidelitati Sanctae Romae Ecclesiae”Percossa d’indignazione contro la sempre crescente turba dè ribelli, per unanime spontaneo movimento cercava riunirsi con mezzi efficaci e pronti alla difesa della religione e del trono e garanzia della sicurezza de cittadini mostrando in ciò fermezza non minore di quella sempre memorabile degli antenati, pervennero al Sig. …..Bottelli Governatore della Suprema di Stato direttamente lo editto in …..ed istruzioni analoghe coll’Ordinario corse postala del 13 … per invocare il concorso di tutti i buoni, e di quanti non dividevano i progetti dè nemici dell’ordine e fare appello immediato a tutti gli abitanti di buona volontà e rette intenzioni onde accorrere alle armi.
Dopo due giorni credette il Governatore di dare una qualche evasione alla Suprema disposizioni surriferite chiamando a se pochi individui del capo popolo, eccitando i medesimi in complotti a mostrarsi valorosi e prendere le armi in difesa della religione, e del Sovrano, ed insinuando loro un’indigesto entusiasmo in onta della miglior parte dei cittadini anzi della intera massa che rimase dimenticata e disgustata tanto più che alla testa dei suddetti pochi individui fu dal Governatore posto un
certo Sig. Cristoforo Pieri capo-popolo alquanto bettolante, atto a sfaccendare, e prestarsi ad ogni publica occorrenza di fornitura di spettacoli, ed altre simili, ma del tutto inabile a regolare un affare tanto d’importanza quale era quello di cui trattatasi, isolatamente dai migliori fedeli cittadini.
Si sa che il Brigadiere Rosconi mostrasse difficoltà, e renitenza a simile elezione, ma sempre alcun buon effetto; ed appena il detto Pieri ebbe il comando, ed a lui furono consegnate le chiavi della città ebbero luogo clamorose oblocuzioni, ed appardate gottanze??? Che offendevano ingiustamente e confondevano la parte migliore ortana…
-3°/ Nel giorno 19 il Brigadiere Rosconi con tutti i suoi uomini fu richiamato a Civita Castellana ed il Pieri rimase solo al comando della forza armata mentre tutta la popolazione trovatasi sbalordita, ne sapeva qual destino dovesse attendersi, anche perchè quotidiane si apportavano millantazioni di Narnesi, ed Otricolesi, e di alcuni male intenzionati Amerini processati già per rivolta contro la forza armata de carabinieri e perturbazione della pubblica quiete nel Governo di Orte, facendo vociferare che da un momento all’altro sarebbero venuti ad assalire, ed occupare la città. Il Cancelliere
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Del nostro Governo Serafino Batoli che gode tutta la fiducia, e la buona stima della popolazione orfana intimorito non dimeno in riflesso dei rivoltosi da lui processati Amerini fin dal 14 .. era partito per Viterbo, ed avendo dalla Delegazione Apostolica ottenuto di portarsi colà rifugiare in ogni evento, tornò nella sera dello stesso giorno 19 ad oggetto di prendere la famiglia e condurla a quel Capo luogo di provincia.
Al suo arrivo trovò tutta la popolazione orfana costernata per quanto si operava dal Governatore in questa trista crisi.
Era stata perfino ritardata soverchiamente la pubblicazione del suddetto editto della Suprema di Stato.
-4°/ I signori Angelo Rosci, primo anziano, il sig. Giuseppe Salvatelli, secondo anziano, e cancelliere vescovile il Segretario Comunale, altri buoni ortani, e quasi tutta la gioventù del meglior ceto narrarono sollecitamente al …Cancelliere la triste situazione della città, e fecero conoscere come vociferatasi che il Governatore tendesse ad eccitare discordie fra la popolazione col porre le armi nelle mani del Capo popolo a discrezione del Sig. Pieri e coll’ottenersi forse maliziosamente ad una pregiudicevole interpretazione delle sovrane intenzioni; che avesse compilato una rosa di 24 o 34 individui sospetti di ribellione, e di dieci fra essi quali come effettivamente ribelli dovevano essere fucilati, annoverandosi in simili dettagli persone soverchiate per tutti i rapporti; e che nelle bettole il Pieri millantasse di doversi giustificare qualcuno da una mattina all’altra, facesse pompa delle chiavi della città annunciando di essere egli il padrone; quindi veniva ricercato detto Cancelliere.
Sul metodo tenutosi in Viterbo, e fu quanto in detta città si fosse operato in analogia alle sovrane disposizioni surriferite.
-5°/ Non mancò il Cancelliere di circostanziare minutamente quanto i era operato in Viterbo dalla delegazione da Monsignor Vicario Generale dalla Magistratura in Congresso coi più specchiati primari cittadini, e fu allora che il Sig. Angelo Rosci primo anziano, unitamente al Gonfaloniere,zelardo di vedere senza il minimo ritardo ordinare la resa ad esempio dal Capo luogo di Provincia procurarono che il Governatore prendesse ulteriori analoghe provvidenze; quindi nel giorno successivo 20 Febraio 1832 fu radunato il Consiglio Generale presieduto dallo stesso Governatore che lo aprì con un piccolo proemio, e dimostrò successivamente un contegno passivo.
Volendosi d’altronde
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La urgenza di provvedere ad un migliore ordine di cose nell’interno della città da poiché la sicurezza publica men era garantita, ed i ribelli eransi approssimati sempre più con la occupazione di Narni, ed Otricoli.
Sulla proposizione pertanto del Consigliere arringatore Giuseppe Maria Rappaiani fù proclamata la formazione di una guardia urbana di sicurezza, tanto per la difesa della religione, e del trono, quanto per quella della città, e mantenimento dell’ordine publico e del Governo.
La organizzazione della quale venne affidata al Governatore con una deputazione composta dai migliori soggetti fra i quali lo stesso Sig. Rappaini che come il meno anziano se né occupò moltissimo spiegando attività e zelo.
Il Rollo di detta Guardia fu formato di un capitano – sig. Domenico Rnei, di un aiutante maggiore sig. Raffaele Ralli, di un segretario quartier mastro sig. Geremia Abbatangeli di quattri tenenti signori Cristoforo Pieri, Gioacchino Sacchetti, Gaetano Boncristiani, Luigi Bernardini Mascaroli, ciascuno dei quali avente un sotto tenente, un sergente maggiore, due sergenti subalterni, tre caporali e quarantacinque comuni, e in totalità 215. Questa non compresero il Tamburo. Fu redatto un beninteso regolamento che poi unito al Rollo venne approvato dal S.E. il Sig. Generale Palazzi con piena soddisfazione.
-6°/ Una tal truppa come sopra composta dei soggetti migliori, ed animatissima a difendersi ad ogni evento, anche contro un doppio numero di ribelli rassicurò in qualche modo la città, ma non poté contentare il Governatore, che non si sa per quali mire, ma probabilmente per una certa irruenza, ed insipiente maltalento inestinguibile sue caratteristiche pretendeva non dovesse esservi forza diversa da quella ch’egli aveva impiantata, ed inspirata, e perciò è da credere che rimanesse indispettito vedendo che le cose passavano diversamente, e provocasse, o facesse provocare la trasmissione della famigerata squadriglia Galanti, destinata con provvido consiglio ad una continua attività contro i ribelli, ma forse inopportuna per qualunque della pacifica città di Orte, ed adonta che nel di 24 tornasse il Brigadiere Rosconi cò suoi carabinieri per la
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Premure de buoni ortani fatte fin dall’epoca di sua partenza, mentre il Governatore aveva affidato a Pieri le chiavi della città, e successivamente sopravvenisse con uomini di rinforzo il tenente dei carabinieri Colas da Viterbo, spedito alle frontiere della provincia, rimpiazzato poi nel comando di Piazza dal tenente Vizzardelli de carabinieri, e fu tutta la linea del Tevere ogni preoccupazione ed esplorazione immaginabile venisse esercitata con forze regolari, e bene ordinate in difesa e garanzia contro i ribelli pervenuti in Amelia, e diramati da quella riviera ai confini della delegazione di Perugina, pervenne nondimeno detta squadriglia di presidio messa tutta intera a disposizione del Governatore.
-7°/ Rimanea per più giorni continuati entro la città gozzovigliando, ubriacandosi, ed insinuandosi in tutte le case tale squadriglia, inoperosa, e di essa il Governatore tenevasi assidua guardia entro la sua abitazione: intanto si vociferava di giorno, in giorno che averebbe dato saccheggio alle case dei molti Framassoni che ciascuno di questa squadriglia diceva, e millantava di conoscere individualmente, ed averne appreso a conoscere le rispettive abitazioni.
Dal Governatore presumevasi avessero origine tali sconcerti per i quali venivansi a disunire gli animi de cittadini, ed attivarsi agli urti, e discordie interne, torcendosi così a mal partito il buono, e retto entusiasmo della intera popolazione da chi erasi conosciuto maldisposto verso la popolazione medesima.
All’accedere de ogni amica truppa pontificia diversi allarmi si fecero nascere come si crede appositamente, con supporsi i ribelli alle porte della città, fra i quali il primo da detta squadriglia prodotto fu terribile assai, e causò molti patemi.
Tali allarmi erano suscitati impetuosamente sulla speculazione forse di trovare un qualche protesto di disordine nella popolazione, e trarne qualche malaugurata conseguenza, ò partito; ma grazie all’altissimo niente avvenne di male, e niente pote appuntarsi a veruno della popolazione, essendosi tutti ben diportati in ogni momento di pericolo.
-8°/ Finalmente per divina provvidenza nella mattina del 5 Marzo 1832 da S.E. il Sig. Generale Palazzi acceduto in Orte fu rimosso il Governatore,
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E fatto partire per Viterbo ove tuttora si trova; fu destinato il Sig. Angelo Rosci suddetto a sostenere la rappresentanza Governativa, che altra volta assai lungamente sostenne con soddisfazione universale, come finora sostiene, e nella sera dello stesso giorno pervenne da Comando Superiore Militare di Civita Castellana con buona forza di linea, e Centuria il Sig. capitano del Monte nella qualifica di capitano comandante della piazza, e forze di ogni arma riunita in Orte, non esclusa la detta squadriglia che prima riunì altra dipendenza militare aveva avuto.
Il tenente dè carabinieri Colas francese che pure aveva cercato di eccitare inconvenienti con gravissimi, e sommamente imprudenti rapporti generici fatti alla superiorità, e da esse letti nei publici comizii, facendo presumere che in Orte si tenessero pronte bandiere, e coccarde tricolori ed accorciando diversi ortani di adesione coi ribelli, e di manovrare la ribellione fù richiamato a Roma con ordine severissimo d’immediata partenza giunto per la istantanea esecuzione al Gonfaloniere locale mentre il tenente Vizzardelli , ed il Brigadiere Toscani partirono sotto gli ordini del sullodato Sig. Generale per battersi coi ribelli sulle frontiere della delegazione di Perugina.
La città parve subitamente ricreata con un Pro-Governatore ortano di ben sperimentata prudenza, e un comandante di piu estesa qualifica che il superiore Comando Militare credette stabilire.
Il Cancelliere Batoli che aveva idea di trasportarsi con la sua famiglia in Viterbo venne rassicurato, ed avendo S.E. il Sig. Generale fatto conoscere al medesimo di doversi rimanere in Orte, poiché la sua presenza reputatasi espediente al buon andamento di publici affari, ve saltò senza repliche; e cosi passavano la cosa in calma, allorché qualche faro dopo il capitano Del Monte sia per imprudenza maliziosa, sia per inteso stratagemma militare portatosi al palazzo della Comune fece una eccessivamente allarmata allocuzione alla intera Magistratura, a qualche altro publico consigliere riunito al capitano civico, trovandosi anco presenti il Pro-Governatore il Cancelliere,
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Ed il Segretario Comunale disse che i ribelli in forte numero sarebbero a momenti venuti in Orte, che aveva istruzioni di non battersi con essi se fossero stati superiori di numero, e di non azzardare la perdita di un sol uomo, di un sol fucile,che perciò egli con tutta la truppa, e forza di ogni arma, compresa, la ripetuta squadriglia si ritirava in una eminente posizione sopra Orte, e raccomandava agli Ortani la prudenza massima a tenere delle istruzioni da lui ricevute asserendo che se dopo qualche giorno i ribelli non sopravvenissero in numero, e forze preponderanti sarebbe egli tornato con le sue forze militari alla piazza, ed in prova di quanto asseriva esibì a legere una lettera del Signor Colonnello Lazzaroni Comandante Superiore, quale fu letta dal capitano Civico.
-9°/ Furono apprese con grave sorpresa da ciascuno le parole del capitano: se ne informò il publico Consiglio immediatamente convocato, e tutti ad unanimità protestarono di non farsi vincere che da una forza nemica assolutamente maggiore, ed inseparabile dagli ortani, rassegnandosi in questo caso alla volontà di Dio, finché lo inimico avesse prevalso, e con le proteste le più forti di fedeltà alla Santa Sede, e di non mai staccarsi da questa, e ripristinare il Pontificio Governo, appena la imponenza della forza, che lo avesse rovesciato, cessasse.
Per tre giorni circa durò la città in simile costernazione ondeggiando fra il timore, e la speranza, ma sempre ferma nei surriferiti propositi.
Le publiche preci cominciate fin dai primi sconvolgimenti furono incessanti e fermentissime: La sola guardia Orfana era in piena attività di vigilanza ed un simile abbandonamento sofferto confusa ed evidenza, e smentì le animose presenzioni di segrete intelligenze, di machinazioni degli Ortani a favore de ribelli.
Non vi fu un gesto, un detto, un fatto da potersi appuntare ad alcuno, e la polizia venne esercitata dal Governo nella maniera la più sicura, ed efficace, e con la massima segretezza.
Tornò finalmente il capitano Del Monte
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Con tutta la forza comprensivamente alla squadriglia Galanti, e riprese intanto il comando della Piazza, non si sa per qual vero scopo da lui dimesso.
La Galanteria venne finalmente richiamata in Civita Castellana per le premure da buoni Ortani , poiché nella pedanteria lunga situazione, in cui trovatasi affamiliarizzato con il minuto popolo, indipendente, e mal diretto fini da principio dal Governatore Bartoli alla disposizione dal quale, venne posta, influenzata da qualche confusionario zelante, animata dall’avidità di prede rendeva sommamente pericolante la publica quiete, e sicurezza della città.
Lo equivoco, ed aspro procedere del capitano Del Monte avendo apportato delle inquietezze fu pure dai buoni advertito prudentemente, e quindi richiamato lo stesso capitano partì nella notte del 12 marzo, venendo fortunatamente rimpiazzato dal Sig. capitano Conte Mariano Alberti di Orte.
-10°/ I ribelli facevansi vedere continuamente intorno alla città lungo la riva sinistra del fiume Tevere sottoposto, epercò erano continui gli alarmi, e fondatissimi i timori, per gl’imminenti pericoli d’invasione: Il capitano Alberti però con prudenza, e fermezza operava notte, e giorno, senza tregue, e la ottima armonia che passava fre esso, il sig. Vicario Generale D. Giuseppe canonico Valeriani, il clero, il Pro-Governatore Sig. Angelo Rosci cognato, il Gonfaloniere Sig. Conte Nicola Alberti fratelli dello stesso comandante,ed i buoni modi del medesimo pratticati verso le persone tutte di ogni ceto avevano inspirato nella popolazione Orfana illimitata fiducia, e coraggio singolare.
Le orazioni publice continuavano senza interruzione; i mezzi di difesa si trovavano assai bene disposti la unanimità degli Ortani era nelle mosse ad ogni istanza, contro i ribelli, da qualunque parte si fossero presentati, ed avanzati.
Ben però conoscendo questi lo spirito, e le disposizioni della città (come è da supporsi poiché stava loro sott’occhio) non si azzardarono a nessun assalto; e desistevano appunto da ogni tentativo, quando dal cielo apparve la sospirata aurora che apportando serena luce di gioia ai fedeli, lasciò ravvolti in tenebre i ribelli
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Stessi, quali tutti scomparvero.
-11°/Parti all’istante con la sua truppa il Sig. Capitano Alberti da Orte nella mattina del sabato santo chiamato ad unirsi in Borghetto con la maggior truppa pontificia diretta ad occupare la provincia che dai ribelli si abbondavano: Il comando da lui esercitato in patria sarà eternamente per gli Ortani di caro, e grata memoria.
Terminata appena le gloriose sacre funzioni di detto giorno alla mattina si cantò nella chiesa cattedrale l’inno Ambrosiano coll’intervento delle autorità locali, del publico Consiglio, e della truppa Civica. Si fecero saluti festevoli allo stemma pontificio e per tre giorni continui con fuochi, illunimazione vivi applausi, ed altri sinceri contrassegni di gioiosi dimostrò in sommo grado la publica esultanza per trionfo della religione e del trono.
-12°/ Non deve tacersi che durante le triste epoca surriferita di ribellione vi furono due scritti minacciosi trovati in pubblicità, e due giovanetti vennero arrestati per cause politiche.
Il primo scritto fu trovato affisso nella mattina 20 febraio giorno di domenica:era precisamente del tenore come appresso: cioè
Nota
Dei condannati a morte
Dal Comitato di Orte
Angelo Rosci
Serafino Bartoli
Gio. Battista Parisi
Antonio Fazianelli
“Coraggio valorosi Ortani”
sotto al quale erano tre piccole ostie tonde ad uso di sigillare lettere ciascuna di un diverso colore – e fu questo scritto si fecero sospetti a carico dello Speziale Mariani già nominato in principio, persona fondatamente sospetta come eterodossa??, quale non si sa a che fine si era affiatato in quei giorni al Sig. Governatore Battelli ed aveva sbilanciato tale proposizione relativa allo stesso scritto.
Il secondo fu trovato nell’ingresso del quartiere civico ai piedi di un soldato, e si presume oper del sergente di guardia Giovanni Simondatti:
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eccone il tenore preciso: cioè
Accidenti a Belioni e Rappaine, ed altri.
Entro la S. settimana morranno fucilati il Cancelliere
Bartoli con esso il medico, e Chirurgo.
Viva la Repubblica
O morte, o libertà
Il primo si presume fatto per prova intenzione contro i minacciati Rosci, batoli, Farinelli, ne si potea concepire come fossevi incluso il Parisi amico del Mariani; il secondo per la stessa prova intenzione contro i minacciati, ma forse più ancora per far rilevare che in Orte vi fossero male intenzionati, e destare confusione nel popolo.
Il presunto autore del primo è reputato come, si è detto, persona eterodossa: il il presunto autore del secondo scritto, un pessimo letto che sostiene la parte di ultrapapalino, ma è veramente un ultrabirbante.
-13°/ Gli arrestati furono il giovane Giuseppe Angelo Manni appartenente ad una della prime famiglie, ed il giovane Domenico Deangelis figlio di un buon negoziante Bottegaio di ottima fama, ambedue sotto tenenti civici della età ciascuno di anni 20 circa: il primo si disse occupato di essere stato con i ribelli in Amelia, Narni e Terni; di andare in una notte, in cui era di guardia negato le chiavi della città al capitano Del Monte che le richiedeva, e di averle fatte sparire; ed ambedue di essersi recati insieme al fiume Tevere per tentare il passaggio dall’altra sponda verso Otricoli sulla barchetta che ritenevasi dai fratelli Tofone a poca distanza da Orte nella confluenza del fiume Nera;ma tali accuse che si dissero pure risultare dai rapporti del capo squadriglia Vincenzo Galanti, e dal capitano del Monte, si vociferarono caricate, e forse provenienti da segrete particolari animosità, poiché non ostante qualche sospetto che poteva pure fondarsi sulla effervescenza di tali giovani
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I medesimi che erano stati tradotti a Civita Castellana vennero rilasciati qualche giorno dopo in pienissima libertà, e senza il meroso pregiudizio che si sappia.
-14°/ Tutte le surriferite cose sono verissime senza essere state minimamente adombrate dal redattore della presente relazione che la trasmette al riveritissimo Sig. avvocato suo ottimo padrone, e protettore per farne l’uso che voglia (meno però un uso contenzioso) e conclude che se tutti i sudditi pontifici fossero come gli Ortani lo Stato tornerebbe almeno due secoli indietro, ne vi sarebbero certamente, a tenersi guasti politici per qualunque verso.
La città di Orte pertanto, in riflesso politico, non di altro abbisogna che di un buon Giusdicante che vi dimori appieno, inspiri fiducia, e coltivi l’ottimo spirito degli amministrati a reggere i quali bastano soltanto modi e rare volte un’ombra di rigore.
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