“disillusione ed estraneità nel dopoguerra del ‘mito americano’ : Johnny, un perdente dalla parte dei vincitori”



L’edizione critica di Maria Corti ha presentato, oltre alle due redazioni del “Partigiano Johnny”, un lungo frammento di nove capitoli in inglese con traduzione in italiano a fronte di Bruce Merry, a cui è stato dato il titolo di “Ur Partigiano Johnny”. Secondo la curatrice questo frammento sarebbe stato scritto subito dopo la guerra, ma la sua datazione, come tutti gli altri inediti fenogliani, è controversa. Il testo è ambientato negli ultimi mesi di guerra dopo la battaglia di Valdivilla, nel Monferrato dove fenoglio tenne i collegamenti con la missione inglese. E proprio questo ultimo scorcio di guerra con gli inglesi risulta utilissimo per comprendere la visione, desolatamente pessimistica, del nuovo mondo che sta nascendo: di nuovo la guerra,nel bene o nel male, cambierà tutto. Quello intrapreso da Johnny è un viaggio che , attraverso successivi allontanamenti e partenze,prove,superamento di pericoli, franamenti di ideali (l’esercito allo sfascio, i monarchi in fuga), delusioni (prima coi rossi, poi con gli azzurri ), approda al ritiro spirituale dei mesi del rastrellamento per imparare alla scuola della solitudine la propria irrimediabile diversità di eroe animato da sogni utopici, inconciliabili con la realtà. Allora, solo nel ritorno alle radici dell’utopia, ai vecchi ideali traditi dal presente, può esserci la salvezza. Con tali intendimenti Johnny affronta la sua esperienza con gli inglesi nel Monferrato che si rivelerà ancora una volta, all’insegna della delusione. Tutti gli ideali che Johnny e gli altri partigiani come lui, avevano incessantemente difeso , finirono per andare perduti : si affacciava quindi un dopoguerra all’insegna del compromesso in cui non c’è posto per gli uomini del calibro di Johnny. A questo proposito è interessante prestare attenzione ad una citazione dal testo di Fenoglio : << Dunque, era cominciato, era cominciato, come era anche troppo naturale, mentre sembrava ancora soltanto troppo immorale.Era cominciato l’inganno, era cominciato il compromesso, le ombre si piegavano e si affacciavano sulla scacchiera nitidamente scandita,luminosamente chiara, e tutta la partita veniva confusa, falsata e scompigliata.>>. Questa citazione fa comprendere come tutti gli sforzi di Johnny e degli altri partigiani fossero risultati vani, poiché dopo l’abbattimento del fascismo si instaurò in italia un regime che comprendeva in esso addirittura alcuni esponenti appartenenti al vecchio governo fascista. A questo segue poi l’affermarsi in Italia del mito americano , cui l’autore si sente totalmente estraneo. Questo ciclo all’insegna dell’America trionfa nettamente sulla troppa vecchia civiltà inglese a cui l’autore invece si sentiva chiaramente molto legato. Ciò porta ad un processo di disincanto che l’autore subisce vedendo l’ideale “puritano” di Johnny fatalmente destinato alla sconfitta e assistendo all’affermarsi di una società che lui percepisce come ostile e lontana dalle sue speranze. In definitiva Johnny e quelli come lui sono dei “perdenti” : il vento della vittoria non trasforma la realtà nel senso che lui e i suoi compagni avevano sperato. Il paese non si è realmente rinnovato: il governo verrà saldamente “tenuto dalla vecchia gente”, come dice il compagno Leo, e il mito americano segnerà l’affermazione di valori e di priorità completamente estranee alle idealità per cui Johnny si è battuto. Johnny è, in definitiva, “un perdente dalla parte dei vincitori”.