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Monselice, venerdì 9 giugno 2000
«A Monselice il calcio non interessa più a nessuno»
CASELLI LANCIA UN ULTIMATUM

MONSELICE. Più che un appello suona come un ultimatum. Andrea Caselli, boss del Monselice Calcio da due stagioni, si rivolge direttamente alla città. E paventa una soluzione estrema: vendere tutti i giocatori e ripartire dalla Promozione, con una squadra composta da soli Juniores. Non c'entra tanto la sentenza con cui la giustizia del calcio ha retrocesso il Monselice (insieme ad altre due squadre) per lo scandalo delle «ammonizioni truccate». Oggi a Roma la Corte d'appello Federale discuterà il ricorso che i biancorossi, al pari di altre società, hanno presentato contro la prima sentenza.
Ci potrebbe anche essere un cambiamento della pena: dalla retrocessione alla penalizzazione (mantenendo però la squadra in Eccellenza). Tuttavia nel quadro dipinto da Caselli fa poca differenza.
«La verità - afferma Caselli - è che a Monselice il calcio non interessa a nessuno. Più volte abbiamo cercato di coinvolgere la città per creare una compartecipazione nella gestione della società. Sono disposto a vedere dall'1 al 100% della società, cercando tutti i modi e le formule possibili. Vendere solo il titolo sportivo perchè acquistare anche i giocatori sarebbe una spesa troppo grossa (come fece proprio Caselli due anni fa comprando il Monselice da Giacomini ndr), mantenere per conto nostro la gestione del settore giovanile... Insomma, ogni soluzione. Risposte? Nessuna».
Caselli si sfoga: «Perfino il nostro sponsor è di Padova, Monselice non è riuscita ad esprimere nemmeno questo. E non possono certo rimproverarci: a parte i risultati della prima squadra, che è arrivata terza ed è poi stata retrocessa a tavolino, abbiamo siglato un accordo con la scuola calcio San Pietro Viminario. Abbiamo portato a Monselice Beppe Bergomi e Arrigo Sacchi, c'è Salvatore Bagni come responsabile del settore giovanile, la Juniores ha vinto il suo campionato. Ma se si pensa che questi rislutati arrivino gratis, si commette un errore».
Eppure da tempo all'ombra della Rocca si parla di cordate pronte a rilevare la società: «Solo chiacchere. Di offerte concrete, vere, nero su bianco, non ne sono mai arrivate. Allora, visto che non sono Paperon d' Paperoni, in questa situazione potrebbe esserci bisogno di fare tabula rasa. Vendere i giocatori e puntare su una squadra che abbia bassi costi di gestione. La stessa Amministrazione comunale non è mai intervenuta a darci man forte». Ma è proprio così grigia? «Confido che qualcuno si faccia avanti e ci aiuti a scongiurare questo pericolo - conclude Caselli - Solo che allo stesso tempo chiedo alla cittadinanza che capisca questa situazione».

Tratto da : Il Mattino di Padova, venerdì 9 giugno 2000, Enrico Ferro

 

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