Cologna Veneta-Monselice 2-0

COLOGNA VENETA. Chiude con una sconfitta il proprio campionato il Monselice, nell'occhio del ciclone. Un Monselice parso deconcentrato e demotivato, avendo la mente rivolta altrove dal momento che fra una settimana la società dovrà neutralizzare gli strali della giustizia sportiva nell'ambito della nota inchiesta sulle presunte ammonizioni truccate.
Lo sprettro di possibili sanzioni ha finito, ovviamente, per incidere sul rendimento dell'intera squadra che già in questo campionato, al di là dell'inchiesta in atto, aveva alternato buone partite ad altre piuttosto incolori alimentando il solito tormentone tecnico-tattico..Una stagione da dimenticare, in sostanza.
Morale della favola: sul terreno del Cologna Veneta la formazione di mister Furlan finisce per soccombere rimediando il più classico dei 2-0. Una rete per il tempo serve al Cologna per superare una formazione padovana priva di verve e con poca voglia d'imporre il proprio gioco.
Il Monselice, privo di stimoli, dimostra subito di non essere in giornata di grazia. La manovra è abbastanza lenta e il Cologna ha voglia di far bella figura davanti ai propri sostenitori.
La cronaca del primo tempo offre alcuni spunti interessanti. Ci prova il Monselice dopo un quarto d'ora con Garbin ma sulla sua strada il fantasista padovano trova l'attento Zorzetto.
Poi è un monologo della formazione gialloblù di casa. Vanno al tiro prima Boseggia poi Cardin Rossetti mette una pezza. Nel finale di tempo però arriva la marcatura del Cologna Veneta ed è un gol davvero d'autore.
Merita pertanto una descrizione particolare: azione corale dei padroni di casa, palla in verticale a servire Cardin che tocca per Boron il quale di prima smarca Cenzi che defilato sulla sinistra con un bel tiro liftato va a cogliere il sette opposto alla sinistra di Rossetti. Un gol davvero molto bello che alimenta anche la voglia d'attacco del Cologna versione-ripresa.
La squadra di casa parte ancora all'offensiva e stenta il Monselice a trovare il bandolo della matassa. Piove sul bagnato, poi, in casa padovana quando al 5' della ripresa scioccamente Nordio si fa espellere per proteste. E' un duro colpo al Monselice che forse sperava di poter con il passare dei minuti riorganizzarsi per cercare il pareggio. Ed invece a questo punto l'estremo Zorzetto, quello del Cologna, diventa un semplice spettatore mentre Rossetti è chiamato più volte in causa dagli avanti di casa. Partita che si chiude però ad una manciata di minuti dal termine. Chiarion fa il diavolo a quattro sulla corsia di sinistra e poi mette in mezzo un pallone teso sul quale il più lesto ad avventarsi è Roveda che realizza il suo terzo gol interno della stagione.
Un 2-0 quindi che non ammette repliche quello del Cologna con un Monselice forse con la mente già alle vacanze o più probabilmente ad un'importante decisione che attende ora la sorte della formazione padovana per sabato.

Tratto da : Il Mattino di Padova, lunedì 7 maggio 2000

MISTER FURLAN: «Tanti guai per la testa»

COLOGNA VENETA. Nessun dramma in casa del Monselice per la sconfitta con il Cologna Veneta. Mister Furlan ammette che forse la partita più importante del Monselice si giocherà fra non meno di una settimana e avrà come terreno di gioco un'aula di tribunale sportivo. «Siamo venuti a Monselice per giocare una partita a viso aperto - afferma il mister dei padovani - abbiamo trovato di fronte una squadra decisa a chiudere la stagione con una bella prestazione. Probabilmente abbiamo pagata cara l'espulsione di Nordi perché con il passare dei minuti si poteva anche fare qualcosa di più. Il 2-0 ci sta tutto niente da dire solo che ora tutta la nostra attenzione è rivolta altrove. I ragazzi forse non lo dimostrano ma chiaramente questo discorso della possibile sanzione contro il Monselice pesa in squadra. Di certo non ha influito sul risultato finale di questa partita. Il Cologna è stato bravo ha segnato un gol per tempo onore a chi vince. Ripeto, si poteva fare di più quando si era in parità numerica dopo l'espulsione di Nordio tutto è stato più difficile».

Tratto da : Il Mattino di Padova, lunedì 7 maggio 2000