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Il Monselice smobilita
L'Eccellenza interessa a S. Pietro Viminario

MONSELICE. Monselice tace, ma San Pietro Viminario risponde. E si potrebbe andare incontro ad un paradosso: che la società "satellite" rilevi il titolo sportivo di quella fino a ieri più importante nella gerarchia del calcio.
«Ormai non abbiamo più tempo di aspettare: entro lunedì dobbiamo prendere una decisione. E se non si sarà fatto avanti nessuno, la società finirà in liquidazione. Tutti i giocatori verranno messi sul mercato e saremo pronti anche a vagliare le proposte per il titolo sportivo. Si è fatto avanti il San Pietro Viminario, una società piccola ma con le idee chiare, di un Comune che ha 800 abitanti. Sono interessati al titolo sportivo».
Non c'è bisogno di tanti commenti alle parole di Andrea Caselli, patròn del Monselice Calcio: nonostante i suoi ripetuti appelli, la situazione drammatica di fine stagione non è cambiata. E a questo punto il Monselice è davvero sull'orlo del burrone.
Ora tocca al San Pietro Viminario realizzare uno scenario che non poteva essere immaginato nemmeno dagli sportivi più fantasiosi: «Da parte loro c'è la disponibilità a collaborare nella gestione della prima squadra - spiega Caselli - dopo che già quest'anno abbiamo lavorato insieme molto bene nel settore giovanile». Ma collaborare in che termini? E quanto è fattibile questa operazione? «E' ancora tutto da discutere. E sono lusingato dell'interesse del San Pietro. Ma il punto su cui voglio soffermarmi è un altro: Possibile che l'aiuto debba arrivare da un paese di 800 abitanti? E' mai possibile che in città non ci sia nessuno in grado di farsi avanti e dare una mano per la gestione del Monselice? Eppure promesse, anche pubbliche, ce ne sono state fatte tante. Tutte sfociate in bolle di sapone. Con intenzioni concrete non abbiamo visto nessuno. Solo pseudo trattative che non avevano nulla di serio. A questo punto, che dovremmo fare? Se a Monselice il calcio non interessa, faremo anche noi le nostre considerazioni. Cioè andiamo dove c'è chi ha voglia di aiutare davvero la società. E vorrei aggiungere ancora una cosa: abbiamo presentato un ricorso in Caf, a Roma, per ottenere una riduzione della pena che la Commissione disciplinare ci aveva inflitto. Ci era stato assicurato che in Eccellenza qualcuno si sarebbe mosso. Questi sono i risultati». 

Tratto da : Il Mattino di Padova, giovedì 6 luglio 2000, Fabrizio Ghedin

 

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