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Mister Furlan fa un primo bilancio
«Il mio Monselice gioca bene soltanto quando è motivato»

MONSELICE. Che anno sarà il 2000 per il Monselice Calcio? Riusciranno i biancorossi a stabilizzarsi definitivamente ai vertici del girone o verranno colpiti anche loro dalla crisi del «Millennium Bug»? Con un occhio al passato e uno al futuro mister Stefano Furlan ha fatto il punto della situazione. «La parte di stagione che si è chiusa ha visto un Monselice molto altalenante, che ha alternato prestazioni molto buone ad altre veramente disastrose. Questo perché questa strada, come ho già detto in altre occasioni, trova forza dalle motivazioni. Ad una grande motivazione, molto spesso risponde con una grande prestazione, quando però la motivazione è minima, arrivano i problemi. Invece i ragazzi si devono mettere in testa che un campionato si vince solo se si riesce a mantenere sempre lo stesso grado di motivazione, anche quando di fronte si hanno gli avversari più modesti». Scopriamo le carte, a cosa punta questo Monselice? «Noi abbiamo deciso di prendere come obiettivo ogni singola partita, poi ad un certo punto daremo un'occhiata alla classifica e scopriremo chi siamo e per cosa stiamo lottando. A inizio campionato il Monselice era partito con le luci della ribalta, e poi è subito stato smentito. E' inutile fare falsi proclami. Comunque penso che parlare di promozione nella situazione in cui siamo sia improponibile. Cercheremo di fare bene, affinché questo sia un anno di transizione in attesa del prossimo. Un obiettivo che il Monselice si è posto per quest'anno è senz'altro quello di valorizzare i giovani. Giocatori come Battilana e Bauce non potranno che diventare punti di forza del Monselice». Ma allora, quale sarà la parola d'ordine per il 2000? «La parola d'ordine sarà: "Non dimenticare il '99". Dovremo ripensare agli errori fatti, e rimediare con una maggior convinzione, con una maggior voglia di vincere, e con la consapevolezza di dover fare il massimo. Monselice non è una piazza che si può accontantare di situazioni mediocri, Monselice deve puntare in alto». Ma questo, che gruppo è? «E' un gruppo eccezionale, che si applica, che ascolta e che si vuole bene, la dimostrazione l'abbiamo avuta più volte in campo». E l'addio di capitan Zilio cosa ha lasciato? «Zilio è stata una grossa perdita, lui era importante per il gruppo e per la squadra, ma un calciatore molte volte deve scegliere. Lui ha messo a tacere il cuore, per dare ascolto alla voglia di vincere, che l'ha portato a Lonigo». E ora chi ha preso in mano la situazione? «Fortunatamente gente come Testolin e Nordio riescono a supplire anche a questa situazione deficitaria». La più bella gioia e il più brutto dolore della prima parte della stagione? «Dunque la gioia più grande è stata contro il Tezze, quel 4-0 con i primi in classifica mi ha riempito di soddisfazione. L'esperienza peggiore è stata quella di Schio, un 5-1 veramente amaro». E con i tifosi? «I tifosi li ringrazio per quello che in molte occasioni hanno fatto, e spero che nel 2000 potranno vivere gioie immense grazie alla loro squadra».

Tratto da : Il Mattino di Padova, lunedì 3 gennaio 2000, Enrico Ferro

 

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