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MONSELICE. Dopo aver disputato la scorsa stagione un buon campionato, concluso con il terzo posto finale, quest'anno l'inizio del Monselice è stato contrassegnato da mille avversità, a causa dell'handicap di dodici punti di penalizzazione e del rischio di partire addirittura dalla Terza categoria, per il ritardo nel cambio societario. Walter Veronese, portavoce della nuova dirigenza, racconta: «Assieme ad un gruppo di amici imprenditori, da sempre di fede biancorossa, ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo iscritto la squadra per il secondo anno in Eccellenza. La formazione è stata rinnovata con l'arrivo di giocatori di spessore come gli ex biancoscudati Tognon, Sartore, e Bertan, Sagredin, Ferrarese ed il croato Bosnar e con l'esordio in panchina di Ermanno Vegro». Quest'ultimo si sofferma sull'inizio del campionato: «Al via c'era la grossa difficoltà legata alla penalizzazione; di solito si usa allestire una formazione con giocatori abituati psicologicamente a vincere o a lottare per la salvezza. Nel nostro caso si è dovuto puntare ad entrambe le cose. Ho trovato un gruppo di giovani ed esperti affiatati, pieni di grinta e dotati di una mentalità che li fa cercare sempre il risultato per tutti i 90 minuti».In poche domeniche - prosegue Vegro - siamo riusciti ad annullare l'handicap ed ora ci troviamo a più cinque in classifica. Virtualmente saremmo al primo posto in coabitazione col Villafranca».Unica squadra imbattuta del girone, questo Monselice dei miracoli non finisce mai di stupire: «Ne ho avuto prova nell'ultimo turno casalingo con il Cologna Veneta quando, pur giocando in inferiorità numerica e sotto di un gol per oltre 70 minuti, siamo riusciti a pareggiare in extremis. Per noi il campionato inizio domenica prossima in casa con la Sambonifacese e questa sosta ha fatto bene alla squadra perchè ci consentirà di recuperare due giocatori importanti come Ferrarese ed il capitano Testolin».Qual è il vostro segreto? «La compattezza dello spogliatoio. Puntiamo ad arrivare al più presto in zona salvezza. Quello che verrà dopo è tutto in più».

Tratto da : Il Gazzettino di Padova, lunedì 27 novembre 2000