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MONSELICE. Sarà un derby pieno di motivi d'interesse domenica al Comunale. Da una parte l'Abano capolista che dopo quattro vittorie di fila è incappata in un'inattesa battuta d'arresto. Dall'altra c'è il Monselice a meno 3: ha quasi ricucito del tutto lo strappo dell'handicap di 12 punti piazzato dalla Disciplinare per lo scandalo delle ammonizioni truccate. Vincendo, la squadra di Vegro avrebbe una triplice soddisfazione: fare uno sgarbo ai cugini, battere la capolista e azzerare la penalizzazione. «In effetti gli stimoli non ci mancano - commenta mister Vegro scrutando l'appuntamento clou dell'Eccellenza - perché la partita di domenica ne offre tantissimi. Spero che ci sia il pubblico delle altre partite perché è molto importante. Sono abbastanza soddisfatto, stiamo recuperando gli infortunati e la squadra cresce. Dovrei riuscire a portare Tognon in panchina, stiamo tentando di recuperare Sartore e Bosnar si è allenato con continuità. Ci restano i problemi legati a Ferrarese e Ruvoletto». Sotto la Rocca, situazione buona? «E' vero. In cinque partite abbiamo racimolato 9 punti, recuperandone sette sulla zona salvezza che adesso dista 5 punti. Secondo me, le possibilità di salvarsi sono maggiori adesso che all'inizio del campionato. Certo, vincere domenica sarebbe proprio bello: azzerare lo svantaggio battendo la capolista...». Non sembra d'accordo Silvano Bertocco, tecnico dell'Abano: «Il Monselice è un'ottima squadra che già lo scorso anno aveva fatto bene e che quest'anno mi sembra ancora più pericolosa. Cosa temo di loro? Tutto». E il Monselice cosa deve temere dell'Abano? «Beh, siamo una squadra competitiva, veniamo lì per fare la nostra partita. Lo scorso anno siamo scesi al comunale timorosi e abbiamo perso. Spero che non si ripeta più». Si aspetta un ambiente caldo? «Come sempre a Monselice». Coppa. Il Monselice esce a testa alta dalla Coppa. Ieri sera, la compagine della Bassa, imbottita di giovani, pur giocando bene, ha perso la gara di ritorno del secondo turno disputata a Loreo per 3-1 ed è stata eliminata.

Tratto da : Il Mattino di Padova, venerdì 27 ottobre 2000