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Una promozione
nell'allora Campionato Nazionale Dilettanti, tre stagioni fa, dopo cinque spareggi
ed una sconfitta a tavolino, per uno scambio di maglia ribaltata sul campo con
la Sacilese; la retrocessione immediata in Eccellenza al termine di un campionato
contrassegnato da mille avversità dentro e fuori il terreno di gioco; un buon
terzo posto nel torneo '99/2000; lo scandalo delle ammonizioni truccate, con
la retrocessione a tavolino in Promozione e la successiva sentenza della Caf
che cancellava la precedente, limitandosi a penalizzare di dodici punti la squadra.
Bastano poche righe per far capire come a Monselice in questi ultimi anni la
parola tranquillità sia decisamente passata di moda...In piena linea con simili
premesse, il cambio societario avvenuto quest'estate. «Si è rischiato di ripartire
dalla Terza categoria - racconta Walter Veronese, portavoce della nuova dirigenza,
presieduta da Marino Manganiello - perché, aldilà di tante dichiarazioni di
potenziali acquirenti, nessuno arrivava al momento concreto della firma dei
documenti. Sono allora intervenuto personalmente nell'ultimo giorno a disposizione,
facendo il bonifico necessario per l'iscrizione in campionato della squadra
e coinvolgendo un gruppo di amici».Qual è la giusta dimensione del Monselice
«Ritengo che la società, dal punto di visto economico e organizzativo, possa
collocarsi bene in serie D. C'è tanto da lavorare, ma la voglia di fare bene
è tanta. Devo ringraziare tutti coloro che ci hanno dato una mano e l'amministrazione
comunale che si sta interessando alle nostre vicende e che si è impegnata a
migliorare le strutture dello stadio. Vogliamo dare una svolta».
Sul piano tecnico le cose sembrano andare bene: «Pur incompleta, la squadra
ha superato il turno di coppa e ha raccolto un buon bottino in campionato. Occorre
tuttavia pazienza, perché la formazione titolare è stata rinnovata per setto
o otto undicesimi. Abbiamo acquistato giocatori di spessore, talvolta provenienti,
come nel caso del croato Bosnar, di Tognon e Sartore (questi ultimi ex biancoscudati,
ndr) dal professionismo».
Sulla stessa lunghezza d'onda l'allenatore Ermanno Vegro, all'esordio in panchina,
che spiega le difficoltà legate all'handicap di dodici punti: «Di solito si
usa allestire formazioni con giocatori abituati sul piano psicologico a vincere
campionati o a lottare per la salvezza. Nel nostro caso si è dovuto puntare
ad entrambi gli aspetti dal momento che, per assicurarci la permanenza nella
categoria, considerata la soglia salvezza degli anni scorsi, dovremo marciare
al ritmo delle prime».I primi bilanci? «Sono piuttosto soddisfatto di questo
inizio di stagione anche alla luce dei vari contrattempi che ci hanno impedito
di schierare l'undici che ho in mente. L'aspetto migliore finora notato nella
squadra è la mentalità con cui si cerca il risultato e l'organizzazione in campo
mantenuta per tutta la partita. I ragazzi sembrano anche aver superato la tensione
e la paura dovute alla necessità di non perdere punti per strada".
Buone note giungono anche dal settore giovanile, seguito da Andrea Caselli con
la supervisione di Salvatore Bagni. «Fino agli esordienti - spiega Caselli -
lavoriamo in collaborazione con il San Pietro Viminario mentre curiamo direttamente
i giovanissimi e gli juniores che l'anno scorso, dopo aver vinto il loro torneo,
hanno sfiorato il titolo regionale».Un nome per il futuro? «Il portiere Matteo
Manzoli, classe 82, già opzionato dal Ravenna».
Tratto da : Il Gazzettino di Padova, lunedì 23 ottobre 2000, Andrea Miola
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