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MONSELICE. Cadranno domani i primi veli dal Monselice che si appresta ad affrontare il campionato di Eccellenza. I giocatori si radunano in mattinata per iniziare gli allenamenti agli ordini del nuovo mister Ermanno Vegro. Sono anche attesi gli ultimi ritocchi. Di certo c'è l'arrivo di Davor Bosnar e la conferma di Garbin, la partenza di Nordio e Loverro, i dubbi sulla permanenza sotto la Rocca di Bertipaglia e Angelotti. Per la prima volta, parla chi rappresenta la nuova società: «Non è per avere dei segreti - spiega Valter Veronese, portavoce e coordinatore della cordata che ha rilevato il Monselice dalle mani di Andrea Caselli - Non vogliamo dire nomi a caso, vogliamo parlare quando siamo certi...». Senza far nomi, quali sono gli obbiettivi di mercato? «In difesa e a centrocampo (specie dopo il ritorno di Bosnar) siamo abbastanza a posto. Cerchiamo qualcuno davanti, anche perché l'attacco è una componente importante per una squadra che parte con 12 punti di penalizzazione. Bertipaglia? E' un giocatore del Monselice e quindi ci facciamo conto. Se poi dovessero arrivare offerte, possiamo pure valutarle». Non si sa ancora il nome del presidente destinato a prendere il posto di Giuseppe Ruzzante. «Credo che l'ufficialità sarà data dopo il 21 agosto. Abbiamo due o tre nomi in testa e stiamo ancora valutando». Potrebbe non essere un monselicense? «Quello che è importante, invece, è l'appello che vogliamo rivolgere all'Amministrazione di Monselice. Le condizioni dello stadio sono abbastanza critiche. Io stesso ho provato a telefonare in Comune per chiedere assistenza ma non sono stato trattato bene, anzi ho avuto una risposta sgarbata. Spero sia stato solo un episodio. Il sindaco Conte e l'assessore allo sport Peraro hanno sempre detto di voler aiutare il Monselice Calcio. Ecco, adesso c'è già la prima occasione per dimostrarlo». Il primo impegno della nuova squadra è in Coppa Italia. Ed è già tempo di derby perché al Comunale, nella partita dell'esordio stagionale, arriverà la Solesinese guidata dall'ex mister Andrea Bozza.

Tratto da : Il Mattino di Padova, domenica 13 agosto 2000, Fabrizio Ghedin